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Z-Star: il misticismo della musica sexy

  • 7 dicembre 2005

Una cosa è certa: Z-Star, giovanottona britannica cresciuta a Trinidad, con il riuscitissimo album "Who loves lives" ha appena dato il via a una carriera che dovrebbe riservarle tante luci e poche ombre. Altro dato certo è che la cantautrice londinese sarà in concerto a Palermo venerdì 16 dicembre, alle 22.30, nell'ambito della rassegna Club Philosophy in programma ai Candelai (via Candelai 75, ingresso 13 euro, riduzione a 10 euro per i soci).

Nell’ingiusto e approssimativo gioco musicale del "mi ricorda", Z-Star potrebbe essere definita una Tracy Chapman shakerata con la passione viscerale di Tori Amos in salsa electro-jazz. Le sue storie di confine, incredibilmente vive e quotidiane, si fondono magicamente in un tessuto di suoni altamente ricercato. Un autentico "frullatore sonoro" che gira attorno a un perno jazz intriso di elettronica non invadente, e ad una ricerca doviziosa di piccoli particolari da integrare in maniera omogenea all’interno di ballate tecnicamente riuscite. La vera novità è che la musica internazionale sembra aver ritrovato un personaggio altamente sexy e allo stesso tempo mistico, come la Skin prima di duettare imbarazzanti tormentoni con Marlene Kuntz e Maxim dei Prodigy, come il Prince pre e post cambiamento di nome e immagine, come la più genuina e "lolitesca" Eddie Brickell, con e senza New Bohemians. Che poi a far da traino "scout" al talento della East Side londinese sia quel Terry Collier, icona cult di un jazz ricercato, elettronico e mai banale, conferma quanto solido possa essere il background artistico e culturale della giovane artista. Giovane artista che oltre alla collaborazione con Collier, ha sposato la causa sonora di illustri esponenti di genere: dagli italo-danesi già ex Puddu Varano (recentemente separati), a Natacha Atlas, regina incontrastata del pop arabo con la quale ha inciso un brano "in trio", con l’ausilio di un’altra icona "profetica" del pop internazionale che risponde al nome di Sinead O’Connor. L’omaggio all’amore, alla vita - argomenti, questi, che potrebbero schiacciare l’occhio a scenari altamente zuccherosi e banali - vengono trattati da Z-Star con una passione intensa, come nella riuscitissima "Black Women Freak", brano manifesto dell’"umoralità" femminile, o nel pezzo di lancio "Lost Highway", singolo che ha raggiunto i vertici delle charts italiane grazie al suo avvincente beat. Dal vivo, poi, il nuovo astro del nu-jazz si rivela un Fela Kuti in gonnella. Trascinante come le grandi star della musica black, assolutamente straordinaria nei suoi unplugged improvvisati chitarra e voce e a tratti ascetica ed etnica come un totem, Lady Star diventerà, e ne siamo certi, la nuova "stella nera" del firmamento sonoro mondiale.

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