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Mare cristallino, gigli e "barba di monaco": il lido siciliano che prende il nome dall'acqua

Una delle spiagge più note della Sicilia "battezzato" alcune venature d’acqua che sgorgano naturalmente e defluiscono nel Mare Mediterraneo

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 29 giugno 2023

La spiaggia di Tre Fontane

Tre Fontane, le caratteristiche perfette dell’ambiente "I pirati!" "I pirati!. Scappate tutti e mettetevi in salvo!". Quando i torrari suonavano la brogna (tipo di conchiglia univalve) venivano avvisate le altre torri e gli abitanti dell’entroterra scappavano per evitare l’assalto dei nemici.

Inizia così la storia di Tre Fontane, uno dei luoghi rinomati della provincia di Trapani. Sita a 8 km circa da Campobello di Mazara (di cui è frazione), a 15 da Castelvetrano e non lontana dalle zone archeologiche di Selinunte e Cave di Cusa, il luogo si adatta alle esigenze dei turisti che amano le spiagge siciliane. Tre Fontane prende il nome da alcune venature d’acqua che sgorgano naturalmente e defluiscono nel Mar Mediterraneo.

Il "richiamo" del mare incontaminato e cristallino è una dimostrazione di superiorità - forza incontrastata nei confronti dell’essere umano. Le acque sono pulite e il fondo marino, privo di pietre, degrada verso il largo. Si estende in larghezza con ampie distese dorate che si lasciano contagiare dai raggi di sole.
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Questi ultimi colorano la sabbia con sfumature rossastre. Nel tempo si sono formate dune naturali ricoperte di vegetazione grassa. In gergo è denominata “Barba di Monaco”. Nonostante la costruzione di diversi lidi, è possibile notare ancora il giglio di San Pancrazio.

Nei mesi estivi inonda l'aria col suo profumo intenso e ammalia i turisti sparsi nei due lungomari. Infatti, la località si snoda in due rami: a Est, il lungomare intitolato a Niccolò Gentile, mentre a Ovest, quello dedicato a Vincenzo Accardo (ideale per le passeggiate in bici). Entrambi concludono il percorso nella piazzetta principale dove spicca la presenza della torre. E’ stata costruita nel 1584 - elaborata da Camillo Camilliani.

Ha degli spigoli squadrati e realizzata in pietra tufacea grezza. Originariamente aveva al primo piano una prima stanza con la cisterna, una piccola cucina ed altre due stanze, la prima per uno dei due soldati e l’altra per la paglia.

Mediante una scala lignea si saliva al secondo piano attraverso un’apertura coperta da un portello di legno. Al secondo piano erano due piccole stanze, una per il caporale e l’altra per il secondo soldato. Nel 1657 ci fu una disputa tra i giurati di Mazara e quelli di Castelvetrano (detentori della soprintendenza), con i primi che avanzarono pretese anche violente senza un nulla di fatto [...] (documenti dello storico Calcara).

Un tempo, lontano, Tre Fontane era uno dei centri più importanti (costa meridionale) per la lavorazione del tonno. L’impianto apparteneva (presumibilmente) ai principi di Resuttano. Il duca di Campobello don Giuseppe di Napoli fece costruire una chiesa.

La stessa era dedicata ai pescatori del luogo e donata alla "Gran Signora di Tre Fontane". Tolta la torre, le altre costruzioni sono andate perdute nel tempo per l’incuria e l’abbandono.

La località marina è stata insignita della “Bandiera verde” dal 2013 al 2016 perché in possesso dei requisiti e le caratteristiche adatte ai bambini.

Un riconoscimento volto alla crescita dell’intera costa meridionale trapanese.

La folla, i pranzi, i bambini che corrono sulla spiaggia, il caldo battente, i colori dei fondali bassi, i venditori di cocco, gli ombrelloni, "lu muluni" spiaggiato, i turisti, il Pizzo San Calogero che si erge nel saccense, Triscina, Selinunte, il dialetto siculo che trova spazio nel mezzo dell’interculturalità sono gli elementi "speciali" di Tre Fontane, in provincia di Trapani, nella nostra amata Sicilia.
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