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Mettete dei fiori nei vostri... bicchieri: un tocco primavera tra i cocktail di Palermo

"Mettete dei fiori nei vostri cannoni" è lo slogan pacifista degli anni Sessanta ma per ora spopola la moda di quelli commestibili: vediamo come si usano a tavola e nei drink

  • 5 maggio 2018

Il "Coqueta" del Tredici Tapas (foto Costanza Gravina)

Una pioggia di fiori sui cocktail palermitani che recupera una tendenza che pare risalire a molti anni fa: appartiene alla cultura orientale così come a quella greco-romana e nasce per decorare i piatti.

Si contano oggi più di quaranta specie di fiori commestibili e ognuno di essi con profumo e sapore delinea un carattere carico di personalità.

Sarebbe bello poter onorare i nostri piatti con qualsiasi fiore ci capiti davanti dando libero sfogo ad una vena romantico-floreale ma purtroppo non è così. Gli accorgimenti da osservare prima di mangiare fiori ci sono, sono pochi ma vanno rispettati: si usano solo fiori non trattati chimicamente, provenienti da coltivazioni controllate e non appartenenti a specie velenose.

Le parti edibili sono i petali che non vanno lavati sotto l’acqua corrente per non danneggiare la patina vellutata ricca di vitamine e sostanze attive. Non sono solo un elemento ornamentale, per quanto siano capaci di rendere speciale anche la più banale delle insalate, danno anche un contributo al gusto del piatto, privilegio per gli occhi lusinga per il palato nonché compagni di classe del buonumore.
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I fiori edibili dunque conquistano i sensi, sono belli da guardare, ottimi da annusare e buoni da mangiare. Hanno la capacità di adattarsi alle circostanze più svariate e all’occorrenza sanno essere speziati, erbacei e piccanti come Calendula e Lillà, aciduli come Begonia, amari come il Dente di leone o dolci come Rosa, Ibisco, Viola, Garofani e Gelsomino.

Dai piatti degli chef stellati che ormai da anni si divertono ad usarli nelle loro estrose creazioni sono finiti anche negli shaker dei bartenders per esaltare cocktail d’autore. In uno sfoggio di colori all’ultimo petalo, frequentano ormai assiduamente gli aperitivi più cool affollando coppette di cristallo soprattutto quando la primavera è nell’aria.

Oltre al lato estetico come guarnizione, certamente d’impatto, nei cocktail i fiori hanno molteplici usi: come base nella preparare di liquori, oleo saccharum, bitter artigianali, sciroppi “homemade”, come essenze in infusione per aromatizzare distillati o addirittura da nebulizzare sul drink prima di servirlo per un inebriante inizio. Bene è così che i fiori edibili operano nell’arte del miscelare.

Che siano freschi o essiccati vediamo quali sono le specie che meglio si adattano ai cocktail.

Lo scettro di regina dei fiori nel bicchiere va senza dubbio alla Violetta in tutte le sue forme e specie, adorabile nell’aspetto veste colori sempre alla moda, deliziosa nel gusto con quel sapore delicato che ricorda la menta. La più famosa nella storia dei fiori, la Rosa, simbolo di grossi sentimenti con quel profumo delicato e il sapore dolce e deciso.

La Lavanda, inconfondibile è il colore ma la fragranza non è da meno, dolce, speziata e profumata con un accento vagamente francese.

L’Ibisco vivace nel sapore e aspetto da star, grazie al profumo intenso, dolce e molto particolare va usato in modeste quantità e lo si trova spesso nelle tisane.

Ancora il Garofano con petali dolci e colori vivaci e i fiori di Borragine con intensa tonalità di blu e quel sapore che sa un po’ il cetriolo.

Ultimo in ordine di apparizione ma sempre più in voga è un ospite d’eccezione, l’orchidea Karma, unica specie commestibile, riservata a piatti di alta cucina ed usata nella guarnizione dei Tiki Drinks, una categoria di cocktail che si basa sulla miscelazione tropicale ispirata alla filosofia polinesiana.

Certo volendo essere parsimoniosi l’impatto dei fiori edibili sul “drink cost” si sente e come sulle spalle del bar, quindi occhio agli sprechi ed è preferibile usare sempre fiori di stagione. Anche se bisogna ammettere che davanti al risultato così tanto apprezzato soprattutto dal popolo femminile la parsimonia ogni tanto può anche farsi da parte, questo ed altro per un sorso di primavera!

Dove si possono trovare:

Da Locale si beve il "Cium’i Ciuri", un bouquet di profumi e sapori a base di whiskey, succo di limone, liquore alla camomilla, spoon di honey mix infuso con camomilla e karkadè, ultimato con gocce di bitter all’assenzio e bitter floreale, decorato con fiori freschi.

Da Goccio si beve il "Violetta Sour" con tutta l’intensità e la dolcezza delle viole in un cocktail a base di vodka, succo di lime, zucchero, liquore alla violetta in coppa decorata con roselline secche.

Al Mazzini30 si beve il "Jasmine", dai giardini arabi a quelli siciliani in un flower fizz a base di sciroppo di gelsomino, Farmily, un distillato italiano al 100%, succo di pompelmo rosa e bitter ai fiori decorato con fiori di gelsomino fresco. Qui troviamo anche "Floralia", il cocktail dedicato a donna Franca Florio dove protagonisti sono i fiori (ne abbiamo parlato qui).

Da Ugo si beve "La Vie en Rose", un sour drink dall’inconfondibile fragranza di rosa a base di gin, sciroppo alle rose, succo di limone, servito in coppa decorata da rose secche e polvere di noce moscata.

Al Tredici Tapas si beve "Coqueta", il lato ammiccante floreale del Messico, un sour a base di mezcal, sciroppo di lamponi, succo di lime in coppa ultimata con gocce di angostura, polvere di hibiscus e fiori freschi.

Al Cantavespri si beve "Shara", cocktail sour dove protagonista è il celebre fiore, a base gin, sciroppo di hibiscus, succo limone, succo pompelmo rosa, servito in coppa decorata con polvere di hibiscus.

Ecco infine dove si comprano i fiori commestibili a Palermo: da Prezzemolo e Vitale e sono provenienti da coltivazioni controllate in vaschette singole per tipologia di fiore.
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