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Metti una giornata in Sicilia a caccia di erbe spontanee: dove andare e come cucinarle

L’arte dell’uso delle erbe in cucina in realtà è molto antica così come l’attenzione alle loro proprietà benefiche. Oggi sono tornate attuali e nelle cucine degli chef

  • 5 marzo 2023

Asparagi selvatici

Splendidi sentieri costeggiano le strade del nostro entroterra siciliano, percorsi delle volte accidentati e curvilinei in cui si stagliano erbe e fiori dai mille colori. Accade spesso di vedere persone anziane chine a raccogliere erbe e fiori spontanei. Mani che racchiudono sapienza, cultura e duro lavoro.

Sono mani di chi conosce la terra, di chi l’ha coltivata, di chi non si è adeguato al cambiamento e ai prodotti industriali e preferisce mangiare ciò che coltiva e conosce, mani callose per aver impugnato per troppo tempo una zappa, visi segnati dal freddo e dal sole.

Se ti fermi a parlare con loro, nel loro stretto dialetto possono insegnarti a riconoscere quali erbe puoi raccogliere e mangiare e a quali devi stare lontano, perché la natura è ingannevole e traditrice a volte.

Negli ultimi anni i gusti alimentari della popolazione siciliana sono profondamente mutati. I giovani preferiscono i nuovi sapori degli alimenti creati dall’industria mentre sconoscono quasi del tutto i prodotti locali. L’arte dell’uso delle erbe in cucina in realtà è molta antica così come l’attenzione alle loro proprietà benefiche ed oggi forse un po' nostalgici di quel passato sta ritornando il loro uso anche nelle cucine di chef stellati.
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Reduci anche da un periodo in cui abbiamo riscoperto gli usi e le tradizioni familiari, abbiamo avvertito la necessità di riscoprire le nostre origini e la semplicità dei sapori, gusti genuini che riportano alla memoria i nostri affetti lontani e mai perduti.

Quante volte durante un viaggio in macchina, spostandoci da un paese all’altro della sicilia, ascoltando le canzoni di artisti italiani anni 80-90, abbiamo accostato l’auto per correre in mezzo a prati di fiori gialli, raccoglierli e metterli in bocca perché “cosi si faceva”.

In un’epoca nella quale viviamo caratterizzata dall’assenza della stagionalità di frutta e verdura, dove, quindi, tutto si trova in qualsiasi momento dell’anno, il consumo delle piante spontanee offre la possibilità di seguire un’alimentazione più sana e particolarmente ricca di tutti quei nutrienti scarsamente presenti nei prodotti offerti dalla grande distribuzione.

Le verdure spontanee hanno caratteristiche nutrizionali comuni: possiedono molta acqua (fino a oltre il 90%), poche proteine, pochi grassi, poche sostanze amilacee e un elevato contenuto di antiossidanti, vitamine, minerali e fibra alimentare.

In genere sono molto digeribili e, grazie al loro volume, contribuiscono notevolmente al senso di sazietà. Per preservare il valore nutritivo delle verdure ed evitare che i sali minerali e le vitamine contenuti in esse vadano perduti con la cottura, il sistema migliore è quello di consumarle crude.

Non sempre, tuttavia, ciò è possibile; in questo caso, fermo restando che la cottura a vapore o al forno è quella che riduce al minimo le perdite nutrizionali, è bene seguire le seguenti regole: tagliare le verdure in pezzi di media grandezza, utilizzare tutte le foglie verdi, usare per la cottura poca acqua, mettere la verdura nella pentola solo quando l’acqua bolle, scegliere una cottura “al dente”, riciclare l’acqua di cottura per cuocere pasta, riso o per preparare salse e condimenti.

Consumare le verdure in tempi brevi

Raccolta, consigli, avvertenze Durante la raccolta bisogna fare molta attenzione alle specie tossiche e per questo bisogna sempre affidarsi a delle persone esperte.

Una delle specie più pericolose, è la mandragora (mandragora autumnalis) confusa spesso con la bietola selvatica o con la borragine. Non bisogna, inoltre, raccogliere le verdure: da piante malate o ammuffite; da specie endemiche, rare o in pericolo di estinzione; in aree protette dove è vietata la raccolta (zona di riserva integrale di parchi e riserve naturali, ecc.)

In Sicilia, tra le erbe principalmente consumate ricordiamo: Aglio angolare Pianta erbacea che fiorisce da marzo a maggio. Il bulbo viene in genere usato nella preparazione di zuppe di verdura così come per aromatizzare pietanze a base di carne e di pesce.

È ricco in allicina, principio attivo al quale vengono attribuite proprietà antipertensive, antiossidanti, antinfiammatorie e antidislipidemiche. Se ne sconsiglia l’eccessivo uso per coloro che fanno uso di anticoagulanti (tipo Cumadin) e soggetti che soffrono di patologie gastrointestinali.

La Borraggine è una pianta erbacea che fiorisce da gennaio ad aprile. In cucina si utilizzano sia le foglie che i teneri fusti per la preparazione di zuppe, risotti e frittate.

Alla borragine si attribuiscono proprietà diuretiche, depuranti e disintossicanti. Se ne sconsiglia il consumo eccessivo, soprattutto sotto forma di tisane e decotti: la presenza di alcaloidi pirrolizidinici può avere un effetto potenzialmente tossico per il fegato. Finocchio selvatico Pianta erbacea che fiorisce da giugno ad agosto.

È una delle piante particolarmente usate nella cucina siciliana dove infatti foglie e germogli rappresentano un elemento indispensabile per la preparazione di piatti della tradizione gastronomica come la pasta con le sarde.

I semi trovano impiego nella preparazione della salsiccia, biscotti, liquori e tisane, queste ultime sconsigliate alle donne in stato di gravidanza. Svariate sono le proprietà: carminative, digestive, diuretiche, antispasmodiche, carminative, antifermentative.

Al momento non è stata evidenziata l’esistenza di particolari effetti collaterali. Porcellana comune Pianta erbacea dalle caratteristiche foglie succulenti.

Fiorisce fra giugno e ottobre.

Le foglie e le parti più tenere vengono consumate crude per la preparazione di insalate oppure cotte come ingrediente di minestroni. È comprovata la sua azione diuretica, depurativa, antinfiammatoria e ipocolesterolemizzante.

Se ne sconsiglia il consumo per i soggetti che soffrono di calcolosi renale proprio per l’abbondante presenza di ossalati. Gli asparagi tra mito e leggenda

L'asparago selvatico è un'erba popolare sia nella medicina cinese che in quella coreana. I cinesi lo considerano un tonico potente ma delicato per i polmoni.

Ottimo per i fumatori, per chi lavora costantemente in ambienti asciutti e per le persone con tosse secca. Aiuta a inumidire i polmoni, a rimuovere le tossine dalle vie respiratorie e migliorare tutte le funzioni respiratorie.

È anche considerato un alimento sano utilizzato nella medicina popolare come diuretico per il trattamento di diversi disturbi correlati ai reni.

Calorie e valori nutrizionali
Gli asparagi sono ricchi di vitamine, fibre e antiossidanti. Sono particolarmente indicati infatti nelle diete ipocaloriche e inoltre hanno effetti diuretici e depurativi. Pasta con asparagi e ricotta

1) Tagliare gli asparagi in piccoli pezzi (1/2 centimetro) .
2) In un tegame largo versare un filo d’olio evo dove far rosolare scalogno e asparagi. Aggiungere un pizzico di sale e il pepe pestato grossolanamente. Aggiungere acqua calda fino a coprire il condimento e cuocere per 10 minuti circa
3) Prendere la ricotta e metterla in una ciotola e lavorarla con il latte fino a ottenere una crema.
4) Fai bollire abbondante acqua salata in una pentola. Tuffa la pasta e cuocila al dente per il tempo indicato sulla confezione. Scolala e versa la pasta nel tegame degli asparagi. Aggiungi la ricotta e mescola il tutto a fuoco alto per 1-2 minuti.
5) Completa. Prima di servire profuma con le foglioline di basilico. Questo è un piatto unico, un piatto che racchiude tradizione, economia, salute e buon gusto. Un piatto che sa di Sicilia.
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