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Molla il lavoro e diventa una guida in Sicilia: ora scala le vette per la mamma con la Sla

Messinese di 42 anni, escursionista con un passato da manager in famose multinazionali, scala le montagne per raccogliere fondi per la ricerca contro la Sla

Anna Sampino
Giornalista
  • 1 febbraio 2023

Nunzio Bruno sulla cima di Ojos de Salado

«Supera te stesso e supererai il mondo»: è seguendo il principio di Sant'Agostino che Nunzio Bruno è arrivato sulla vetta dell'Ojos del Salado, tra Argentina e Cile, considerato il vulcano più alto del mondo.

Messinese di 42 anni, guida escursionistica con un passato da manager di famose multinazionali, si è posto una missione: scalare le montagne più alte del mondo per raccogliere fondi contro la Sla, sclerosi laterale amiotrofica. Una scelta fatta in omaggio alla mamma affetta da questa malattia grave e invalidante, che stravolge la vita non solo di chi ne è affetto ma anche dei familiari.

La diagnosi ricevuta dalla madre tre anni fa, infatti, stravolge anche la sua di vita: «Avevo due possibilità: dare sfogo alla rabbia o reagire facendo prevalere l'amore. Ho scelto la seconda strada, che mi ha portato appunto sulle vette più alte del mondo» racconta Nunzio.

È così che nasce il progetto "In cima con me", con l'obiettivo di scalare tre delle montagne più alte della Terra, impresa che va di pari passo con una raccolta fondi da destinare a progetti di ricerca, cura e assistenza di malati di Sla.
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La scalata portata a termine pochi giorni fa, sulle montagne fra Argentina e Cile, è la seconda spedizione (la prima è stata la cima del Kilimanjaro a ottobre scorso).

Una prova ardua, che ha messo a rischio anche la sua salute: «Una salita molto faticosa tra neve e ghiacci. Abbiamo aperto una via con molte difficoltà, fisicamente una prova molto dura. Alle ore 11:00 del 27 gennaio però abbiamo issato la bandiera sulla cima di Ojos de Salado».

Prossimo obiettivo, ancora più difficile: raggiungere la vetta dell'ottava montagna più alta del mondo il Manaslu (8.163 m), massiccio della catena montuosa dell'Himalaya in Nepal. Non c'è ancora una data certa, perchè prima di affrontare la nuova sfida, occorre che le sue condizioni di salute siano ottimali e serviranno probabilmente diversi mesi.

Sebbene Nunzio sia abituato alle sfide: la sua è una vita piena di colpi di scena che merita di essere raccontata. Laureato in Marketing e Gestione d'impresa, lavora come manager per famose multinazionali tra Miami e Firenze, il legame con la sua terra prevale su tutto e decide di tornare a Messina, dove collabora con grosse aziende dei tabacchi e della moda.

Ma è durante il primo lockdown che Nunzio stravolge la sua vita: molla il lavoro e decide di reinventarsi, diventando guida ambientale ed escursionistica con l'obiettivo non solo di lavorare in Sicilia, ma anche di valorizzare il territorio e il patrimonio naturale dell'Isola.

Nel frattempo, la madre scopre di essere ammalata di Sla. Inizia quindi il lungo e difficile iter di esami, cure e terapie. Una malattia terribile con cui convivere.

«Al fianco di mia mamma - racconta Nunzio - ho scoperto un mondo poco conosciuto, quello dei malati di Sla e delle mille difficoltà che questi e le loro famiglie sono costretti ad affontare. Una patologia grave che però ha poca visibilità e soprattutto un'assistenza inadeguata».

Grazie al progetto "In cima con me", Nunzio Bruno ha deciso di diventare testimonial contro la Sla, non solo raccogliendo fondi per la ricerca ma soprattutto accendendo i riflettori sulla malattia e sulle gravi conseguenze che essa comporta.

«Scalare le montagne è una missione che vuole essere prima di tutto una denuncia mediatica per fare luce su una patologia grave che non trova assistenza adeguata sul territorio.

Il servizio di assistenza domiciliare è garantito per poche ore al giorno e, molto spesso, gli operatori non sono specializzati. Tutto è lasciato sulle spalle delle famiglie che devono sobbarcarsi tutto il carico di cure e assistenza senza avere peraltro le competenze adeguate».

«Le mie spedizioni hanno così anche un valore simbolico ed evocativo. Scalare una montagna rappresenta le difficoltà vissute tutti i giorni da chi è affetto da questa malattia.

Come mia mamma. La fame d'aria causata dalle altezze ripide, le cadute, la paura di non farcela per i tanti ostacoli che si incontrano nel cammino, ma anche la voglia di rialzarsi e farcela, lottando contro ogni avversità».

Per sostenere la sua missione Nunzio Bruno ha avviato una raccolta fondi da destinare a progetti di ricerca e cura contro la Sla. Si può contribuire attraverso la piattaforma GoFundMe o il sito web dell'iniziativa "In cima con me".
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