Niente più paura dal dentista: la rivoluzione (in 3D) di due giovani e geniali siciliani
Giuseppe Cicero e Martina Ferracane sono già stati inseriti nel 2018 tra i 30 under 30 più influenti d’Europa in campo medico dalla rivista economica "Forbes"
A sinistra Martina Ferracane e a destra Giuseppe Cicero
Metti insieme due siciliani, un medico dentista e una esperta di stampa 3D, e il risultato é una startup da 145mila euro.
Oral3D é l’innovativa startup creata dai siciliani Giuseppe Cicero, dentista paradontologo, e Martina Ferracane, ricercatrice e policy advisor in politiche digitali, che è stata selezionata per partecipare all’ultimo programma di LUISS EnLabs, accedendo così a un investimento di 145 mila euro.
LUISS EnLabs é l’acceleratore di startup, nata da una joint venture con l’Università LUISS, oggi punto di riferimento per gli investitori a livello europeo.
La startup dei ventinovenni é stata selezionata per la sua grande innovatività sia nel campo medico che digitale, perché realizza la prima soluzione di stampa 3D dei modelli tridimensionali realistici e precisi della cavità orale del paziente, direttamente nello studio dentistico, partendo da un semplice esame radiografico/TAC.
Grazie al software brevettato dal team, il paziente ora può vedere su un modellino 3D il tipo di intervento che dovrà subire.
«Il progetto é nato da una mia chiamata a Martina - racconta il dottore Giuseppe Cicero specializzato in ricostruzione del cavo orale - per risolvere un grosso limite nel campo dentistico e 4 anni fa ci è venuta in mente l’idea di convertire i dati della tac in supporto 3D, per rendere più realistico e visibile il risultato degli interventi».
«Adottare la stampa 3D significa anche migliorare il rapporto di fiducia tra il medico e il paziente perché é una soluzione ottimale sia come mezzo comunicativo con i pazienti sia per noi medici per programmare al meglio gli interventi».
Insieme ai due siciliani (già inseriti nel 2018 dalla prestigiosa rivista Forbes tra i 30 under 30 più influenti d’Europa in campo medico) nel team ci sono anche due tecnici belgi, uno specialista hardware e un ingegnere di software.
«Il nostro punto di forza sta nel fatto che abbiamo creato un software per un modello di stampa 3D accessibile a tutti, sia punto di vista tecnico sia da un punto di vista economico finanziario» dice Martina.
Il finanziamento di 145mila euro é un investimento di fondi mirati a permettere al prodotto di entrare nel mercato e negli studi dentistici italiani. Dal 23 settembre anche le vendite con il primo evento di lancio a Torino, dove i ragazzi hanno già avuto la prima richiesta da un dentista torinese.
«Nel corso dei 5 mesi del programma di accelerazione - continua Martina - Oral3D sarà supportata nel suo sviluppo dal team di esperti di LUISS EnLabs e da una rete di oltre 50 advisor che ci accompagnerà nel nostro ingresso sul mercato».
«Simo molto contenti e soddisfatti - conclude il dottore Cicero - perche questa nuova tecnologia, oltre a migliorare il rapporto fiduciario tra medico e paziente, democratizza la stampa 3D grazie ai costi contenuti e apre nuovi orizzonti alla prevenzione e alla pianificazione del trattamento, e in seguito agli ultimi sviluppi della ricerca anche a nuove applicazioni nel campo del maxillo-facciale attraverso la riproduzione dell’intero cranio».
Oral3D é l’innovativa startup creata dai siciliani Giuseppe Cicero, dentista paradontologo, e Martina Ferracane, ricercatrice e policy advisor in politiche digitali, che è stata selezionata per partecipare all’ultimo programma di LUISS EnLabs, accedendo così a un investimento di 145 mila euro.
LUISS EnLabs é l’acceleratore di startup, nata da una joint venture con l’Università LUISS, oggi punto di riferimento per gli investitori a livello europeo.
La startup dei ventinovenni é stata selezionata per la sua grande innovatività sia nel campo medico che digitale, perché realizza la prima soluzione di stampa 3D dei modelli tridimensionali realistici e precisi della cavità orale del paziente, direttamente nello studio dentistico, partendo da un semplice esame radiografico/TAC.
Grazie al software brevettato dal team, il paziente ora può vedere su un modellino 3D il tipo di intervento che dovrà subire.
«Il progetto é nato da una mia chiamata a Martina - racconta il dottore Giuseppe Cicero specializzato in ricostruzione del cavo orale - per risolvere un grosso limite nel campo dentistico e 4 anni fa ci è venuta in mente l’idea di convertire i dati della tac in supporto 3D, per rendere più realistico e visibile il risultato degli interventi».
«Adottare la stampa 3D significa anche migliorare il rapporto di fiducia tra il medico e il paziente perché é una soluzione ottimale sia come mezzo comunicativo con i pazienti sia per noi medici per programmare al meglio gli interventi».
Insieme ai due siciliani (già inseriti nel 2018 dalla prestigiosa rivista Forbes tra i 30 under 30 più influenti d’Europa in campo medico) nel team ci sono anche due tecnici belgi, uno specialista hardware e un ingegnere di software.
«Il nostro punto di forza sta nel fatto che abbiamo creato un software per un modello di stampa 3D accessibile a tutti, sia punto di vista tecnico sia da un punto di vista economico finanziario» dice Martina.
Il finanziamento di 145mila euro é un investimento di fondi mirati a permettere al prodotto di entrare nel mercato e negli studi dentistici italiani. Dal 23 settembre anche le vendite con il primo evento di lancio a Torino, dove i ragazzi hanno già avuto la prima richiesta da un dentista torinese.
«Nel corso dei 5 mesi del programma di accelerazione - continua Martina - Oral3D sarà supportata nel suo sviluppo dal team di esperti di LUISS EnLabs e da una rete di oltre 50 advisor che ci accompagnerà nel nostro ingresso sul mercato».
«Simo molto contenti e soddisfatti - conclude il dottore Cicero - perche questa nuova tecnologia, oltre a migliorare il rapporto fiduciario tra medico e paziente, democratizza la stampa 3D grazie ai costi contenuti e apre nuovi orizzonti alla prevenzione e alla pianificazione del trattamento, e in seguito agli ultimi sviluppi della ricerca anche a nuove applicazioni nel campo del maxillo-facciale attraverso la riproduzione dell’intero cranio».
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