SANITÀ

HomeNewsAttualitàSanità

Non c'è solo il West Nile, occhio all'altro virus delle zanzare: cosa si rischia in Sicilia

In Italia al momento ci sono 32 casi. L'esperto Salvatore Corrao spiega quali sono i sintomi. Tra le infezioni anche quella trasmessa dai pappataci, piccoli insetti

Nicoletta Sanfratello
Studentessa di Lettere classiche
  • 7 agosto 2025

Oltre al West Nile, altri virus si trasmettono attraverso le zanzare

Non solo West Nile o Dengue. C’è anche un’altra infezione virale, trasmessa dalle zanzare, che è meglio evitare: la Chikungunya. A fare chiarezza è Salvatore Corrao, direttore dell’Unità di Medicina interna dell’ospedale Civico di Palermo.

Per quanto riguarda il controllo e il monitoraggio dei pazienti infetti, il ministero è già corso ai ripari. «Esiste in Italia e in Sicilia un sistema di monitoraggio dell’istituto superiore di sanità e degli istituti zooprofilattici, per il controllo di tutte le armovirosi».

E spiega: «Il sistema è assolutamente funzionante e può essere consultato da chiunque: si chiama EpiCentro e può essere consultato su internet, tramite una Dashboard, attraverso la quale si vedono i casi aggiornati che sono registrati».

Si possono, per esempio, consultare i dati rispetto ai casi di Chikungunya. «A livello nazionale, ne abbiamo 32, con solo 2 casi autoctoni. Questo vuol dire che la maggior parte sono importati. In Emilia Romagna e in Lazio è frequentemente rilevato nelle zanzare: vengono catturate con le trappole e analizzate».

Attualmente non ci sono casi in Sicilia, ma in passato il virus si era diffuso anche nell'Isola. Il rischio, dunque, persiste, seppur in maniera ridotta. E l'attenzione è molto alta. La Cikungunya è riconoscibile da alcuni sintomi specifici, come spiega Corrao.

«In generale sono tutte malattie caratterizzate da febbre più o meno alta. La Chikungunya, nello specifico, da febbre alta, dolori articolari, un po’ come può avvenire per l'influenza, e anche da rush cutanei che possono essere variabili; ciò vuol dire che compaiono improvvisamente delle piccole macchie più o meno rossastre».

La Chikungunya si può presentare in questa forma acuta e abbastanza debilitante, anche se poi c’è una regressione della malattia. In alcuni casi, come spiega Corrao, rimangono dei sintomi, per esempio i dolori articolari. Un po’ come nel Covid.

La forma acuta della malattia si presenta più facilmente negli animali come corvi e merli. Per gli essere umani, invece, «serve che si verifichi una condizione, cioè una predisposizione in termini di incapacità di rispondere bene alle infezioni: parliamo di soggetti immunodepressi, anziani, debilitati. In questo caso la malattia può diventare molto impegnativa».

Ma come comportarsi in caso di sintomi riconducibili a West Nile o Chikungunya? «Innanzitutto - raccomanda Corrao - serve evitare di prendere antibiotico nelle prime 72 ore, che è il lasso di tempo necessario per capire se la condizione del paziente stia migliorando o meno».

Come intervenire, dunque? «In questo lasso di tempo, la febbre alta dovrebbe essere curata con del paracetamolo, anche se per il West Nile non si presenta quasi mai. La cosa importante è monitorare i sintomi come dolori di testa eccessivi, visione doppia, o la difficoltà a risvegliarsi dal sonno. In quel caso è necessario chiamare il 118».

Le zanzare sono le principali responsabili della diffusione. «Le specie coinvolte sono differenti e sono quelle presenti nel territorio. Nel caso della Chikungunya si parla della zanzara tigre, ma ci sono anche altre specie. Di certo non si trasmette da persona a persona».

Se il West Nile è ormai al centro delle cronache (la Sicilia ha potenziato i controlli) se di Dengue e adesso anche di Chikungunya si inizia a parlare, ci sono però altre malattie trasmesse dagli insetti di cui si parla meno, come per esempio il virus Toscana, diffuso dai pappataci, simili alle zanzare di piccole dimensioni: hanno un volo silenzioso e le loro punture sono molto fastidiose ed irritanti.

Il periodo di incubazione del virus varia da pochi giorni a due settimane e nella maggior parte dei casi provoca una forma febbrile lieve e autolimitante. Nei casi estremi può causare meningite e meningoencefalite.

«In Sicilia il virus Toscana è stato un po’ più diffuso - conclude Corrao -, per tutti gli altri al momento l'Isola sembra quasi indenne». L'ultimo caso era stato registrato nei giorni scorsi a Catania, quando un turista di Caserta era risultato positivo al West Nile. Dopo quell'episodio non sono stati segnalati altri contagi.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI