Non è l'agrifoglio e neanche il pungitopo: la pianta dell'Himalaya che cresce in Sicilia
Nella stagione invernale in coincidenza con le feste natalizie le sue bacche di colore rosso vermiglio ricoprono quasi totalmente i rami, creando un bellissimo scenario
L'agozzino
Stiamo parlando della "pyracantha coccinea" una pianta arbusto molto scenografica le cui bacche rosso fuoco ( ne esistono anche di colore giallo e arancio brillante) le donano una aura mistica che esplopde letteralmente di colore proprio in inverno nelle siepi siciliane, principalmente nelle zone montane. Detta più semplicemente Agazzino, è un arbusto appartenente alla famiglia delle rosaceae, originario dell’Europa e dell’Asia, arrivata come tante altre specie in Sicilia trasportata da giardinieri che disegnavano i giardini dei nobili con novità di specie esotiche. Se in tarda primavera produce grappoli di fiori bianchi profumati, nella stagione invernale - manco a dirlo in coincidenza con le feste natalizie - le bacche di colore rosso vermiglio ricoprono quasi totalmente i rami, creando un bellissimo scenario.
Tornando alle sue origini la troviamo nella regione dell'Himalaya, e non a caso questa pianta resiste perfettamente ai climi più rigidi invernali come a quelli più caldi, rappresentando simbolicamente nei linguaggi significativi delle piante "forza e tenacia, prosperità". Ma è nel suo nome che rinveniamo il perché si chiami così, una spiegazione che di per sé è già un aneddoto: infatti per le popolazioni dell'antica Grecia veniva detta “spina di fuoco” dove pyra era fuoco appunto e akanta la spina di cui è ricoperto l'arbusto, e fu da qui che i Romani la chiamaroni la pianta spinosa di fuoco.
La sua coltivazione risale alla fine del Medioevo e nel Rinascimento si scoprì che le bacche, ritenute velenose fino a quel momento, immangiabili crude, se cotte potevano essere consumate perché gelificavano creando gelatine, marmellate e salse da aggiungere a piatti di carne soprattutto all'inizio.
Durante le due grandi guerre sostitutiva addirittura i chicchi del caffè tostando i suoi piccoli semi, per fare una specie di bevanda che si avvicinava in qualche modo all'aroma del caffè Trapassati questi usi ormai è rimasto lo scopo ornamentale, anche se la motivazione bene augurale rimane quando si pianta per generare bellissime siepi. Andando dall'altra parte del mondo, nella cultura giapponese l'Agazzino è spesso simbolo di prosperità e fortuna, attribuirsi ai suoi colori accesi che brillano durante l'autunno.
Amata dagli uccelli, soprattutto, passeriformi, merli e tordi, che proprio nella stagione più rigida d'inverno, ne fanno incetta per nutrirsi vista la scarsità di cibo, e al contrario l'abbondanza delle bacche per tutti i mesi invernali, ricche di sostanza e vitamine che forniscono l'energia per attraversare la rigidità dei mesi.
Successivamente alla stagione nella quale gli insetti hanno impollinato l'abbondante fioritura, nella stagione autunnale si cominciano a vedere le prime infruttescenze fino alla completa maturazione dei frutti, grappoli composti da minuscoli punti di colore rosso acceso che rimangono sulla pianta fino alla primavera successiva, quando ricomincerà il tempo della rinascita e della fioritura non meno appariscente, una livrea di fiori bianchi meravigliosi. E se volete vedere questa piccola meraviglia botanica a Palermo potete farlo perché c'è un posto speciale dove poterla ammirare: il Parco d'Orleans. Nella parte centrale del giardino ne esistono alcuni arbusti che vengono contivati in bella mostra con le loro bacche brillanti!
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