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Occhio ai "borseggiatori 2.0": allarme furti con i Pos modificati, truffe anche in Sicilia

I ladri colpiscono sfruttando il sistema contactless delle carte. Secondo l'Istat crescono truffe e attacchi finanziari, l'Isola è al terzo posto per le frodi creditizie

Luca La Mantia
Giornalista
  • 9 agosto 2025

Carte nel mirino, in aumento i "furti contactless"

La crescita dei furti in Sicilia è certificata dai dati Istat. Gli ultimi numeri disponibili sono quelli relativi al 2023. E parlano di un aumento significativo del 6,4%, anche se inferiore rispetto alla media nazionale.

Nell'Isola l'incremento riguarda soprattutto i colpi nelle abitazioni, anche grazie a nuove tecniche adottate dai ladri, come abbiamo raccontato in questo articolo (clicca qui). Preoccupano pure le frodi creditizie, tanto che la Sicilia occupa il terzo posto (12,7%), dopo la Lombardia (14,6%) e la Campania (13%).

Ma a crescere sono anche i furti digitali: frodi, phishing, truffe online e attacchi finanziari. In tutta la Sicilia, per esempio, nel 2023 si stimano circa 960.000 cittadini vittime di almeno una truffa online, con un incremento stimato del 20%.

Un nuovo allarme arriva dai cosiddetti furti contactless, che vengono effettuati tramite Pos pirata. Come accade? È davvero possibile? Sì, può succedere. I "borseggiatori 2.0", infatti, riescono a prelevare denaro avvicinando il lettore alle borse delle vittime.

Il furto viene messo in atto grazie alla brevissima distanza necessaria per la comunicazione Nfc (Near field communication) che utilizza le onde radio per le transazioni. Una volta effettuata l'operazione, inoltre, è difficile percepire il piccolo suono emesso dall'apparecchio soprattutto se ci si trova all'esterno in mezzo a tanta gente.

Insomma, le transazioni contactless da un lato agevolano i pagamenti, dall'altra però richiedono grande accortezza e attenzione nell'utilizzo. Nelle mani sbagliate, o solo distratte, possono diventare un'arma a doppio taglio.

Va però detto che questo tipo di furti non sono applicabili così facilmente da tutti i ladri, ma solo da quelli più esperti. Il motivo? Innanzitutto è determinante la distanza: pos e carta devono trovarsi a 3-4 centimetri di distanza perché la tecnologia funzioni.

Altra discriminante è la velocità di esecuzione, perché una volta chiesta la transazione sul pos, l'autore della truffa ha circa 30 secondi per effettuarla. Ed è molto più complicato se nella borsa della vittima ci sono altre carte: la loro presenza, infatti, potrebbe creare delle interferenze.

Nonostante le difficoltà dei ladri, però, non c'è da fare troppo affidamento alla buona sorte. Cosa fare, dunque, per difendersi dai furti contactless? Innanzitutto basta non utilizzare le carte fisiche ma i portafogli digitali del telefono che per funzionare richiedono un codice segreto.

In caso contrario è utile usare un portafogli schermato con tecnologia Rfid-blocker, capace di bloccare il segnale Nfc. In alternativa potrebbe bastare conservare le carte in tasche interne, o vicino ad altre carte così da interferire fra loro, o in portafogli rigidi e lontani dai bordi delle borse.

Occhio anche ad altre tecniche di furto, come lo skimming. Con questa pratica i truffatori applicano dei dispositivi che leggono i dati della carta. Questi strumenti, chiamati appunto "skimmer", in genere vengono installati dai ladri su sportelli Bancomat, terminali Pos, a volte anche sui distributori automatici di benzina.

In certo casi, i truffatori fanno uso di microcamere per catturare il pin delle vittime, così da poter clonare la carta e usarla per prelevare denaro o effettuare acquisti. Ecco perché quando si digita il codice è sempre meglio coprire la tastiera con la mano.
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