ITINERARI E LUOGHI
Otto edifici (recuperati) intorno a una piazza: un borgo fantasma rinasce in Sicilia
Un investimento da 2,2 milioni di euro da parte della Regione che in due anni porterà al recupero delle strutture principali del paese dove sorgerà uno spazio culturale
Il rendering di borgo Bonsignore a Ribera
Dopo due anni dall'annuncio dei lavori è pronto ad attirare studiosi e turisti Borgo Bonsignore, in provincia di Ribera. Uno dei paesi fantasma che la Regione ha deciso di riportare in vita investendo 2,2 milioni di euro. Sono ancora in corso i lavori di recupero e riqualificazione del villaggio rurale inaugurato nel 1940 e realizzato dall'Ente nazionale per la colonizzazione del latifondo.
Dal punto di vista compositivo il Borgo è costituito da un insieme di infrastrutture disposte intorno a un'unica piazza di forma quadrata con una fontana centrale, parzialmente chiusa da portici, dominata dalla "Torre del littorio" su cui trovano collocazione la chiesa con la canonica, il dispensario medico, la scuola, gli uffici dell'ente di bonifica e del podestà, la trattoria, l'ufficio postale e la caserma dei carabinieri.
Gli otto edifici, di aspetto sobrio e rigoroso, sono arricchiti da elementi artistici di pregio quali gli affreschi del pittore Alfonso Amorelli che abbelliscono la chiesa e le formelle in terracotta poste a decoro della trattoria e della scuola, realizzate dell’artista calatino Salvatore Alberghina.
Si tratta di uno dei primi otto borghi rurali messi in cantiere in Sicilia con l'obiettivo di favorire la piccola proprietà contadina e combattere il latifondo. Il progetto prevedeva la presenza di un medico, una levatrice, un ufficiale d'ordine e due guardie con attribuzione anche di fontanieri, tutti con obbligo di residenza. Gli abitanti, che al momento al momento dell'inaugurazione erano appena un centinaio, in pochi anni salirono a seicento.
Gli interventi, finanziati dalla Regione consentiranno il ripristino dell’impianto originario e prevedono anche la realizzazione di uno spazio culturale in cui sarà raccontata, attraverso antichi filmati dell'Istituto Luce e fotografie d'epoca, la storia e la vita del Borgo che deve il suo nome alla memoria di Antonio Bonsignore, capitano dei carabinieri di Agrigento, caduto in combattimento nel 1936 a Gemu Gador, durante la campagna in Africa.
«Sono soddisfatto - afferma il presidente Musumeci, che ha visitato il cantiere dove sono in corso i lavori - della puntualità con cui si lavora nel cantiere. Stiamo restituendo alla sua integrità una delle più belle testimonianze dell’architettura rurale siciliana del Novecento. L’impresa e il soprintendente mi assicurano che entro il prossimo luglio potremo inaugurare il rinnovato Borgo, pronto a diventare attrazione per studiosi e turisti».
Dal punto di vista compositivo il Borgo è costituito da un insieme di infrastrutture disposte intorno a un'unica piazza di forma quadrata con una fontana centrale, parzialmente chiusa da portici, dominata dalla "Torre del littorio" su cui trovano collocazione la chiesa con la canonica, il dispensario medico, la scuola, gli uffici dell'ente di bonifica e del podestà, la trattoria, l'ufficio postale e la caserma dei carabinieri.
Gli otto edifici, di aspetto sobrio e rigoroso, sono arricchiti da elementi artistici di pregio quali gli affreschi del pittore Alfonso Amorelli che abbelliscono la chiesa e le formelle in terracotta poste a decoro della trattoria e della scuola, realizzate dell’artista calatino Salvatore Alberghina.
Si tratta di uno dei primi otto borghi rurali messi in cantiere in Sicilia con l'obiettivo di favorire la piccola proprietà contadina e combattere il latifondo. Il progetto prevedeva la presenza di un medico, una levatrice, un ufficiale d'ordine e due guardie con attribuzione anche di fontanieri, tutti con obbligo di residenza. Gli abitanti, che al momento al momento dell'inaugurazione erano appena un centinaio, in pochi anni salirono a seicento.
Gli interventi, finanziati dalla Regione consentiranno il ripristino dell’impianto originario e prevedono anche la realizzazione di uno spazio culturale in cui sarà raccontata, attraverso antichi filmati dell'Istituto Luce e fotografie d'epoca, la storia e la vita del Borgo che deve il suo nome alla memoria di Antonio Bonsignore, capitano dei carabinieri di Agrigento, caduto in combattimento nel 1936 a Gemu Gador, durante la campagna in Africa.
«Sono soddisfatto - afferma il presidente Musumeci, che ha visitato il cantiere dove sono in corso i lavori - della puntualità con cui si lavora nel cantiere. Stiamo restituendo alla sua integrità una delle più belle testimonianze dell’architettura rurale siciliana del Novecento. L’impresa e il soprintendente mi assicurano che entro il prossimo luglio potremo inaugurare il rinnovato Borgo, pronto a diventare attrazione per studiosi e turisti».
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