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Palermo contemporanea tra murales e interventi: l'enorme scritta in centro storico

"Stu libro apparteni u so proprietariu": una enorme opera murale dell'artista Emily Jacir è comparsa nel centro storico di Palermo (ma ce ne sono anche altre)

Balarm
La redazione
  • 7 novembre 2019

"Ex libris" progetto di Emily Jacir per Bam - Biennale Arcipelago Mediterraneo

"Stu libro apparteni u so proprietariu, Fathallah Saad. L'accattò chi so piccioli in principio du marzo 1892" questa è la scritta - anche in arabo - apparsa alla Magione. Si tratta di un'opera d'arte di Emily Jacir, ’artista e regista palestinese che si occupa principalmente di trasformazione, resistenza e narrazioni storiche ridotte al silenzio.

Si tratta di due dei suoi "Ex libris" in arabo e siciliano dipinti a mano su muri della città. In molti lavori di Emily Jacir ricorrono i libri, le biblioteche, la questione della traduzione. "Ex libris" (2010-2012) è il monumento che Emily Jacir ha dedicato ai circa 30amila libri che fino al 1948 erano appartenuti a privati, biblioteche, istituzioni palestinesi.

Seimila di questi sono attualmente raccolti nella Jewish National and University Library a Gerusalemme, sotto la denominazione “A. P.” (Abandoned Property).

Jacir li ha fotografati con il suo cellulare Nokia N8 nel corso di ripetute visite alla biblioteca. Con un attento esame, selezionandoli e catalogandoli, ha creato un registro di frammenti e tracce di storie individuali.
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"Ex libris" si focalizza sui temi della sottrazione e distruzione dei libri, della loro conservazione e custodia, della relazione tra libri e territorio, della loro restituzione. Il destino condiviso dai 6mila libri “A. P.” è che sono sopravvissuti alla distruzione in quanto scelti, ma non sono ancora stati restituiti ai loro proprietari palestinesi.

Le sue opere le troviamo al Convento e chiostro della Magione e in vicolo Valguarnera, via Vincenzo Cantavespri e al Giardino dei giusti in occasione di ÜberMauer, progetto di Bam - Biennale Arcipelago Mediterraneo (leggi di più).

Il suo lavoro indaga il movimento personale e collettivo attraverso lo spazio pubblico e le sue implicazioni sull’esperienza fisica e sociale dello spazio e del tempo trans-mediterraneo: attingendo al proprio vissuto familiare e personale l’artista ha esplorato in più occasioni l’impatto delle azioni israeliane sul popolo palestinese.

Oltre a due selfportrait l’artista presenta in ÜberMauer anche "Tel al Zaatar": è il solo film di coproduzione palestinese e italiana. L’argomento è il massacro di palestinesi e libanesi del 12 agosto 1976 a Tel al Zaatar, il campo profughi gestito dalle Nazioni Unite nel nord-est di Beirut.

Emily Jacir e la regista Monica Maurer si sono dedicate a salvare le bobine, ripristinarle e digitalizzarle, al fine di renderlo disponibile al pubblico per la salvaguardia della memoria collettiva palestinese.
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