ARTE E ARCHITETTURA
Palermo si riempie di gigantografie: in tutto il centro la mostra diffusa "Transumance"
Fotografie di migranti senegalesi ritratti nelle loro società a Tambacounda: sono diciassette le opere distribuite tra via Maqueda, piazza Magione e Ballarò
Una delle fotografie in via Maqueda a Palermo - foto di Bianca Millan Molinari
Sono delle grandi foto alte tre metri attaccate sui muri di vie e quartieri di Palermo. Fotografie di migranti senegalesi ritratti nelle loro società a Tambacounda, città a sud-est della capitale Dakar, formano insieme una mappa di diciassette opere distribuite tra via Maqueda, piazza Magione, Ballarò, il Foro Italico fino a via Lincoln e l’Orto botanico.
Le fotografie di Giovanni Hänninen diventano un catalogo en plein air con immagini della società di Tambacounda, città punto di partenza della maggior parte delle migrazioni senegalesi e situata in una delle regioni più povere e rurali del paese. L’esperienza diretta in Africa, assieme al lavoro del regista Alberto Amoretti, è diventato anche un documentario dal titolo “Senegal/Sicily”, un documentario che parla dei rischi del viaggio di chi attraversa l’Europa in cerca di un nuovo futuro, lontano da guerre e povertà.
«Da un anno vivo a Palermo come straniera e ho cercato di raccontare le culture migranti che la compongono nel modo meno convenzionale possibile – dice la curatrice Izabela Anna Moren – mi sono stancata dei soliti luoghi del centro storico. Palermo ha un’anima della periferia da raccontare ed è lì che abbiamo portato e porteremo le nostre opere».
“Transhumance” continuerà per un anno con altri tre progetti artistici; saranno coinvolti i quartieri di Brancaccio e la borgata marinara di Mondello, non solo con la street photography ma anche con performance di suoni e video ancora da sperimentare. foto di Bianca Millan Molinari)
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