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Pannolini, pastina, frutta: come aiutare le famiglie sfollate per il terremoto dell'Etna

Dopo il terremoto a ridosso di Natale è ancora emergenza per gli abitanti delle zone colpite: siamo sulle pendici del vulcano Etna, in provincia di Catania

Balarm
La redazione
  • 29 dicembre 2018

L'Etna in eruzione (foto diffusa dall'aeroporto di Catania Fontanarossa)

Una richiesta di aiuto partita dai social e che è diventata presto un tam tam: nelle zone colpite dal terremoto di Santo Stefano in Sicilia le famiglie sono ancora sfollatee con esse anche bambini.

Siamo a Catania, più precisamente nelle frazioni e nei Comuni sul fianco dell'Etna: qui sono stati predisposti gli edifici d’accoglienza e la polizia e i carabinieri stanno presidiando la zona per evitare il rischio di sciacallaggio.

Cosa serve? Di tutto, ma in particolare pannolini per piccoli di 0-2 anni (anche se tutte le taglie vanno bene), latte in polvere, latte liquido (per neonati), omogeneizzati e pastina, frutta in vasetto.

Uno dei centri messi a disposizione per gli sfollati è la scuola elementare di Fleri (Zafferana Etnea) in via Rossi.

L'urgenza di assistenza è massima proprio per i bambini della famiglie coinvolte anche se il lavoro dei volontari è stato incessante.

Sono almeno 600 gli sfollati per sei centri urbani coinvolti: i tecnici hanno sottoscritto una convenzione con Federalberghi per poter ospitare chi non può tornare a casa.

Anche il commissario dell'Unione Europea alla gestione delle crisi, Christos Stylianides, dice con un tweet di essere pronto agli aiuti.

"Stiamo seguendo attentamente la situazione in Sicilia dopo il terremoto -scrive - su richiesta delle autorità italiane, stiamo fornendo mappe satellitari!.

"L'Ue - concludeva - è pronta a fornire ulteriore assistenza con il meccanismo di protezione civile europea e solidarietà"-
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