Patologie in aumento col caldo: ecco i servizi gratuiti per avere info, un gazebo a Palermo
Quali sono i disturbi che crescono durante l'estate e come prevenirli: iniziativa dell'Asp con i consigli, come fare per parlare con un esperto. Il piano del ministero

Gli operatori dell'Azienda saranno presenti con un camper informativo e alcuni gazebo per fornire consulenze gratuite, distribuiranno materiale divulgativo con raccomandazioni per le fasce più fragili della popolazione - anziani, bambini, persone con patologie croniche - e saranno a disposizione per fornire supporto diretto ai cittadini.
Del team farà parte anche uno specialista in dermatologia e un nutrizionista, che daranno indicazioni sui corretti comportamenti da adottare per prevenire i danni da esposizione solare, curare l'idratazione e seguire un'alimentazione equilibrata nei mesi estivi.
L'iniziativa è realizzata insieme alla I Circoscrizione del Lions Club 108YB Sicilia, Protezione civile comunale, Croce Rossa Italiana e SUES 118.
Il Piano contro l'emergenza caldo dell'Asp di Palermo prevede una serie di misure di prevenzione, sorveglianza e assistenza nei confronti delle persone più vulnerabili, oltre a una rete informativa che coinvolge medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacie e associazioni di volontariato.
Ma quella dell'Asp non è l'unica iniziativa di prevenzione contro gli effetti delle alte temperature. È infatti attivo dalle 9 alle 17 dal lunedì al venerdì, festivi esclusi, il numero di pubblica utilità 1500, un servizio gratuito, che consente ai cittadini di ricevere informazioni su come affrontare il caldo e indicazioni utili sui servizi socio sanitari.
Il servizio, come lo scorso anno, è stato attivato in sinergia con l'Inail (Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro). Il 1500 si aggiunge alle attività già messe in campo dal Ministero della Salute con il Piano caldo estate 2025, operativo dal 26 maggio.
Intanto, gli effetti del caldo iniziano a farsi sentire, aggravando alcuni disturbi, soprattutto tra gli anziani. Fra questi, per esempio, il reflusso gastroesofageo e i calcoli renali.
Ma vediamo nel dettaglio. Disidratazione, cambiamenti nelle abitudini alimentari e un rallentamento della digestione sono tutti fattori che, in estate, possono peggiorare i disturbi legati al teflusso gastroesofageo, una patologia che colpisce fino al 20% della popolazione italiana (11,5 milioni di persone).
Di questo si è parlato in occasione del secondo congresso "Hot Topics in Functional Digestive Surgery Meeting", promosso dall'Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli e dalla Società Italiana Unitaria di Colon-Proctologia (Siucp), in corso a Napoli.
«Questo disturbo si verifica in presenza di alterazioni nella funzionalità del cardias e di un'ernia iatale, una condizione in cui una parte dello stomaco risale attraverso il diaframma», spiega Adolfo Renzi, responsabile dell'Unità Operativa delle Malattie Funzionali dell'Esofago e del Colon-Retto dell'Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli.
E aggiunge: «Anche l'alimentazione scorretta e l'obesità aumentano la pressione addominale, facilitando il reflusso».
Il caldo può aggravare i sintomi perché favorisce la disidratazione. «Un apporto insufficiente di acqua porta a una ridotta diluizione degli acidi gastrici, aumentandone l'acidità - continua Adolfo Renzi -. A questo si aggiungono i cambiamenti nelle abitudini alimentari: in estate si tende a consumare spesso più cibi piccanti, oleosi e freddi».
Ma non solo. «Le alte temperature, inoltre, possono rallentare la digestione, causando gonfiore e acidità. Infine, con l'aumento della sudorazione si può compromettere la funzionalità dello stomaco, provocando un accumulo di acido».
Ecco alcuni consigli degli esperti per limitare gli effetti della patologia: fare pasti piccoli e frequenti, evitare fritti, agrumi, caffè e alcol. È utile inoltre non sdraiarsi subito dopo aver mangiato, sollevare la testata del letto durante il riposo, rimanere ben idratati.
Tra le opzioni più innovative per risolvere il disturbo, il Reflux Stop. «Il dispositivo - conclude Renzi - ripristina la normale funzione dello sfintere esofageo senza comprimerlo, evitando gli effetti collaterali degli approcci chirurgici standard, consentendo dimissioni più rapide».
Il caldo può complicare anche altri disturbi. Fra questi anche la calcolosi renale (o litiasi renale) compresa tra il 6,8% e il 10,1% della popolazione, con recidive che si verificano tra il 30% e il 50% dei casi entro 5-10 anni dal primo episodio. Il picco maggiore, infatti, avviene durante la stagione estiva.
«La disidratazione è uno dei principali fattori di rischio per la formazione dei calcoli renali, soprattutto in estate, quando la sudorazione aumenta e le urine si concentrano», spiega Luca De Nicola, presidente della Società italiana di nefrologia (SIN) e professore ordinario all'Università Vanvitelli di Napoli.
«I reni - aggiunge - sono gli organi più intelligenti del nostro corpo: lavorano in silenzio per mantenere l'equilibrio di acqua, sali, pressione e vitamine. Ma senza una corretta idratazione ed un apporto sufficiente di sale, non possono fare il loro lavoro».
Come si manifestano i calcoli renali? «Spesso - aggiunge De Nicola - con coliche improvvise e violente di intensità simile al dolore da parto. Un dolore trafittivo, localizzato nella parte bassa della schiena, che può irradiarsi verso l'inguine. Il paziente colpito è in genere agitato, in cerca di sollievo, a differenza di chi soffre di lombosciatalgia che tende invece a restare immobile».
Per alleviare il dolore, oltre ad antidolorifici e/o antinfiammatori, il consiglio degli esperti è applicare un panno caldo o fare un bagno per rilassare la muscolatura liscia e l'uretere, favorendo così l'espulsione del calcolo (nel caso di calcoli piccoli).
La prevenzione comincia dall'idratazione. Tre litri di acqua al giorno: è questa la dose raccomandata d'estate per chi soffre di calcolosi o vuole prevenirla. Oltre all'acqua anche l'alimentazione aiuta l'idratazione: frutta, verdura, tisane e l'uso (mirato) di citrato di potassio possono favorire un profilo urinario protettivo.
Al contrario, l'eccesso di carne rossa, spinaci, crusca e frutta secca può essere controproducente nelle persone predisposte a sviluppare calcolosi renale. Un mito da sfatare. Ridurre l'introito di calcio non previene i calcoli renali.
«Non bisogna eliminare dalla dieta il calcio, anzi: è fondamentale per le ossa. Il vero problema è la disidratazione, non il latte o i latticini», continua Luca De Nicola.
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