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Per battesimi e cresime niente più padrini e madrine: cosa cambia a Palermo (e in Sicilia)

Lo stesso provvedimento è stato adottato per battesimi e cresime a Catania e Mazara del Vallo. I dettagli del decreto firmato dall'arcivescovo Corrado Lorefice

Balarm
La redazione
  • 2 febbraio 2023

Battesimo di un bambino in chiesa

A Palermo dal luglio di quest'anno, e fino allo stesso mese del 2026, non ci saranno più padrini e madrine ai battesimi e alle cresime celebrate nelle chiese che afferiscono all'arcidiocesi del capoluogo regionale. Il provvedimento è stato adottato in Sicilia anche dalle diocesi di Catania e Mazara del Vallo.

Un provvedimento che riguarda i bambini, la confermazione degli adolescenti e degli adulti, nonché l’lniziazione cristiana degli adulti.

Lo ha stabilito con un decreto l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice dove si specifica che l'ufficio è stato sospeso ad experimentum, un istituto previsto dal diritto canonico che consente di valutare l'impatto del povvedimento sia da parte della Chiesa che dei fedeli.

Da tempo nella Chiesa, a livello nazionale, si è aperto il dibattito sul ruolo di padrini e madrine nei sacramenti del battesimo e della cresima. «Nel corso del tempo convenzioni sociali e abitudini consolidatesi - riporta il documento - hanno compromesso l’autentico significato di questo ufficio esercitato a nome e per mandato della Chiesa».

E aggiunge che l'ufficio è spesso: «confuso con relazioni di parentela — se non addirittura con legami ambigui — e relegato, il più delle volte, al solo momento rituale, ha perso l’originario significato di accompagnamento nella vita cristiana del battezzato e del cresimato, riducendosi a semplice “orpello coreografico” in una cerimonia religiosa». Dove per "legami ambigui" si intende il chiedere di esercitare questo ruolo come mero "opportunismo" o scambio di favori.

Il decreto recita nel dettaglio che «nei riti rispettivi si ometta tutto quanto riguarda i Padrini. I ministri ordinati, soprattutto i parroci, hanno la responsabilità di ottemperare alle presenti disposizioni e di illustrare adeguatamente ai fedeli le ragioni pastorali che hanno indotto a questa decisione».

Gli Uffici Liturgico e Catechistico, conclude il decreto, «insieme al Servizio Catecumenale, hanno mandato di monitorare e verificare, durante questo triennio, l’andamento della nuova prassi e, contemporaneamente, di studiare possibili nuove forme di accompagnamento che richiamino e recuperino il vero senso ecclesiale dell’ufficio del padrino e della madrina».

Al termine del periodo di valutazione si stabilirà se abolire o meno definitivamente l'ufficio.
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