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Per non dimenticare: le foto dei campi di sterminio in mostra all'Orto Botanico

La mostra "Viaggio nella memoria" è un racconto per immagini allestito a partire dal Giorno della Memoria: il fotografo Giuseppe Mazzola racconta la Shoah

  • 25 gennaio 2019

La Giornata della Memoria è una ricorrenza internazionale che viene celebrata ogni anno il 27 gennaio al fine di commemorare le vittime dell’Olocausto e non dimenticare la tragedia della Shoah e le orrende barbarie naziste perpetrate sul popolo ebraico.

Gli scatti di Giuseppe Mazzola sui campi di concentramento sono esposte nella mostra "Viaggio nella memoria", dal 26 gennaio fino al 17 febbraio all'Orto Botanico di Palermo, aperta tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 17, con biglietto al costo di 6 euro (intero), 3 euro (ridotto per bambini dai 6 ai 12 anni, over 70 e studenti fino ai 25 anni di età), 2 euro (personale universitario), 15 euro (famiglia con bambini) e ingresso gratuito per studenti universitari, disabili e accompagnatori.

«Sono particolarmente orgoglioso di ospitare questa mostra fotografica all’Orto Botanico UniPa, uno dei luoghi della cultura più visitato della città, - commenta il rettore Fabrizio Micari - perché ritengo che la trasmissione del sapere critico, del ricordo e della cultura della memoria debba essere più ampia possibile».
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Giuseppe Mazzola è entrato non soltanto in diversi campi di concentramento (Auschwitz, Birkenau, Theresienstadt e Dachau) raccogliendo fotograficamente tracce e testimonianze, ma ha cercato anche altri punti di riferimento che potessero tenere viva la memoria come il Binario 21 della Stazione Centrale di Milano da cui, tra il 1943 e il 1945, partirono 23 treni diretti ad Auschwitz in cui vennero stipate migliaia di persone perseguitate.

"Viaggio nella memoria" è un progetto fotografico sulla Shoah che cerca di raccogliere la testimonianza storica dei luoghi che, tra il 1933 e il 1945, sono stati scenario dell'Olocausto.

Lo sterminio sistematico di migliaia di persone tra uomini, donne e bambini, raccontato attraverso i campi di concentramento, sono veri memoriali della feroce ideologia nazista.

Mazzola è riuscito così a costruire questa mostra dalla grande carica emotiva, amplificata da un particolare allestimento e montaggio compatto delle immagini per «raccontare cosa è stato ieri, mostrare ciò che rimane oggi, rivelare come il mondo accoglie tale memoria a ridosso di un domani la cui dignità appare ancora oggi compromessa, reiterata nel crimine della diversità».

CoopCulture ha sviluppato un suo percorso per la salvaguardia della cultura ebraica, visto che cura dal 1990 i servizi della Comunità Ebraica di Venezia. È intervenuta sul MEV di Torino, ha ideato itinerari ebraici in Piemonte, mentre il modello di gestione sviluppato per il Museo Ebraico di Venezia è stato integrato anche sulla sinagoga e sul Museo Ebraico di Firenze e sulla sinagoga di Siena, dal 2015 cura il museo della Padova ebraica che ha contribuito a fondare.

«Abbiamo il grande onore di gestire luoghi fondamentali del patrimonio culturale in tutto il Paese – spiega Letizia Casuccio, direttore di CoopCulture - e per noi celebrare il Giorno della memoria, non è solo un momento di riflessione sulla ferocia dell’umanità, ma è anche occasione per affrontare il tema dell’eredità culturali e della valorizzazione delle culture, come quella millenaria della comunità ebraica. Siamo convinti, che soprattutto in questo momento, dove contrapposizioni, rancore, odio, rischiano di mettere in discussione l’idea stessa di Europa, e spesso anche della dignità umana, la cultura assume il ruolo di antidoto "contro la paura"».
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