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Perché la "Spagnoletta" si chiama così: una bontà dal cuore bianco al sapore di Sicilia

È proprio una armonia da ascoltare con il palato, serve meditazione, deve essere gustata con la giusta lentezza per assaggiare con cura tutti gli ingredienti

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 14 aprile 2023

La Spagnoletta (foto di Giovanna Gebbia)

Ovunque si vada il cibo innanzitutto è terra, poi è tradizione e cultura. In Sicilia è arte. E non anche “arte", qui per arte si intendono tutti e quattro i sostantivi di cui sopra messi insieme. Se poi ci riferiamo alla gastronomia dolciaria non c'è equivoco o fraintendimento che tenga.

Questa è la volta di un dolce storico che ha resistito al tempo, racconta la tradizione e ha origine in uno dei posti più "rivoluzionari" dell'isola, dove Garibaldi fece la sua comparsa sconvolgendo la tranquilla vita, anche no, della Sicilia di metà Ottocento.

Andiamo a gustarlo proprio lì dove nasce e dove tutt'ora è una icona che rappresenta la città. Dentro un guscio di pasta morbida nasconde il cuore voluttuoso di crema bianca dal sapore inequivocabile che conquista subito chi lo assaggia.

Siamo a Marsala nell'antica Lylibeo punica, ovvero "la città che guarda alla Lybia" che nell' VIII sec. con gli arabi diventa Marsa Alì (porto di Alì) e poi Marsa Allah (porto di Allah) che resterà la matrice del nome attuale.
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In Sicilia si conserva ancora la tradizione dei dolci che raccontano la storia come quelli delle feste che si preparano per celebrare liturgie di riti che provengono da culti pagani mescolati alla religione cattolica.

In questa terra la gastronomia dei dolci è un'attrattiva o una scoperta, dipende se ci si vive o se ci si arriva: dagli ingredienti alle forme, dai sapori ai colori è davvero difficile non lasciarsi conquistare almeno da uno di questi, o partire senza portarsi dietro una di queste golosità come souvenir di prelibatezza.

Tornando alla nostra storia vi sveliamo intanto il suo nome: La spagnoletta! Non nota a tutti, ma ad esempio a Palermo si trova ancora in qualche pasticceria di quartiere ottima, è assolutamente da annoverare tra i dolci da non mancare per chi viaggia in Sicilia.

E per i siciliani che non la conoscono da provare almeno una volta nella vita. Tipica di Marsala sicuramente dove ha origne, viene gustata accompagnata con il caffè ma anche senza, o con il suo bel posto in evidenza nella "guantiera" dei dolci.

Per chi non l'ha mai vista la si riconosce così: tonda e un po' schiacciata, leggermente somigliante ad una genovese - altro trionfo dei nostri peccati di gola - spolverata di zucchero, abbondante, zucchero a velo con una striatura di cacao al centro.

Ma è all'interno che si nasconde il cuore a sorpresa che tutti amiamo e del quale ci innamoriamo al primo morso: la crema di ricotta morbida e vellutata, impreziosita con le gocce di cioccolato che fanno da controcanto all'aroma del latte di pecora.

L'involucro non è una frolla, non è liscio perchè non ha la morbidezza dei grassi che questa ultima necessita, è più simile ad una savoiarda un po’ crepata, le cui fratture rivelano la cottura perfetta.

È proprio una armonia da ascoltare con il palato, serve meditazione, deve essere gustata con la giusta lentezza per assaggiare tutti gli ingredienti che passano per la bocca.

È uno sfizio che va consumato con tranquillità, lontanissimo dal croissant che ha fragilità e debole consistenza: questa prelibatezza a colazione invita alla lentezza, non fosse altro perché mangiare un dolce di ricotta in fretta e deglutirlo è meccanicamente impossibile: o mangiate con calma e vi prendete tempo o vi soffocate!

Delle due una… .Per confezionare la spagnoletta gli ingredienti sono semplici e sono quelli tipici provenienti dalla tradizione rurale: uova e farina, amido, ricotta di pecora, zucchero e gocce di cioccolato, che nell'insieme rappresentano un po' la ciliegina sulla torta, ovvero, quell'elemento di preziosità in passato dovuto alla rarità e al costo.

Fa parte di quelle antiche ricette povere che si sono trasformate in sontuose, spesso manipolate nei conventi dalle monache e, grazie a loro, arrivati fino ad oggi e dalle credenze di casa alle vetrine in pasticceria.

Un viaggio a Marsala vale per scoprire i tesori della città e il giusto pretesto per assaporare un dolce tradizionale, le Spagnolette Marsalesi appunto.

Il nome ci riporta chiaramente ad una origine di tradizione spagnola alla quale si è mescolato l’uso della ricotta le cui origini sarebbero arabe, come a significare l'incontro in cucina tra due culture che hanno influenzato l'isola, ma nella realtà hanno rappresentato uno scontro storico per la supremazia sul territorio siciliano: pace a tavola e guerra sul campo.

Fragrante ripieno di crema di ricotta, morbidissimo l'impasto qui si racconta una Marsala storica che trova la sua natura ancora intatta nelle pasticcerie, che si consuma nelle domeniche in famiglia, per le tradizioni e le feste, che rivela una città che ha una sua identità che sa di artigianalità e di tradizione, di stagione, usi e costumi di appartenenza.

Ergo: se andate a vedere la nave punica, il museo del sale o quello degli arazzi, il mercato del pesce, percorrete un itinerario garibaldino, o vi lasciate conquistare dallo Stagnone con i suoi mulini, non potete mancare di assaggiare la spagnoletta e godervi questa bontà dal cuore bianco e l'aroma di Sicilia!
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