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Qualcuno li chiama i Canyon di Sicilia: il "Parco delle cave" di Marsala e la città nascosta

Un mondo ‘sommerso’, che esplode in tutta la sua ricchezza vegetativa, in un percorso esteso e profondo che sa raccontare, tra la roccia e il cielo, la storia e la tradizione di Marsala

Jana Cardinale
Giornalista
  • 9 febbraio 2022

Un mondo ‘sommerso’, che esplode in tutta la sua ricchezza vegetativa, in un percorso esteso e profondo che sa raccontare, tra la roccia e il cielo, la storia di Marsala e di una delle sue più antiche attività lavorative.

È il Parco delle Cave, che sorge grazie alla dedizione di una coppia, Leonardo e Annamaria, che lì vi conducono un’azienda agricola – coltivano funghi cardoncelli - e salvano questa zona dal rischio di diventare un’enorme discarica. Hanno comprato quest’enorme lotto di terreno diciotto anni fa, rendendolo percorribile e visitabile per il contenuto culturale che racchiude: delle cave ipogee abbandonate; uno scavo che oggi non si usa più e che potrebbe essere considerato esempio di archeologia industriale.

Il luogo si offre a dei percorsi guidati per i turisti, per ‘marcare’ un mestiere che sta per scomparire. In tutta il territorio marsalese sono presenti gallerie sotterranee e nelle chiese ci sono i blocchi di calcarenite. Il Parco delle Cave, in contrada Sant'Anna, nel versante sud della città, ne è l’emblema.
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«Con le telefonate prendiamo appuntamento per farlo visitare – dice Annamaria – perché noi siamo sempre presenti qui, avendo anche la nostra abitazione vicino. Il percorso inizia dalla strada, dove si posteggiano le auto e poi a piedi si percorre l’intero tragitto fino a tornare su alle auto. Scendiamo a una profondità di 25-30 metri, al piano di campagna con i vari terrazzamenti che si creano: è una passeggiata naturalistica mozzafiato, e ci soffermiamo anche a descrivere la macchia mediterranea che ha preso il suo spazio in un terreno che era stato maltrattato dall’uomo e che noi abbiamo riempito di alberi e piante tipiche del posto, di cui descriviamo anche le proprietà».

Annamaria Ottoveggio e Leonardo Foderà hanno comprato le cave già di proprietà dei cavatori e poi rimaste abbandonate, non utilizzabili da un punto di vista estrattivo. «Per caso – aggiunge Annamaria - siamo venuti a conoscenza di questa località in vendita». Il luogo di una bellezza così particolare e affascinante, è stato utilizzato negli anni quale location di manifestazioni culturali e workshop. L’inizio di tale utilizzo risale al 2011, quando l’architetto Francesco Ducato, fondatore di ‘Stardust’, uno studio creativo internazionale e interdisciplinare con focus sull’innovazione empatica, ha dato vita proprio lì a un work shop sull’arte contemporanea con colleghi del Brasile e anche della Spagna, creando un evento che ha reso un effetto particolare al luogo, anche grazie ai giochi di luce che hanno valorizzato quelle caratteristiche che mai si era pensato di studiare in una cava abbandonata con tale evidenza.

Da allora sono emersi altri spunti, e il regista Massimo Pastore ha scelto il sito per la rappresentazione di suoi lavori teatrali assieme agli artisti del suo TAM, il Teatro Abusivo Marsala; alcuni trapanesi sono giunti sul posto, come il gruppo trapanese Officina Teatro LMC, e alcuni complessi musicali hanno utilizzato il Parco come sfondo per i loro filmati e le canzoni, tra cui il collettivo “Shakalab” di Palermo. Tutto questo ha destato curiosità nei turisti e molta visibilità sul web.

«I marsalesi ci portano gli ospiti a cui tengono di più per far vedere loro un percorso che non sia il solito turistico, ma un itinerario alternativo – aggiunge ancora Annamaria – e i turisti vengono da tutte le parti. Google aiuta molto. Il covid ha bloccato e rallentato molte attività ma c’è chi tiene tanto a fare qualcosa lì e siamo certi che ci sarà un futuro ricco di concerti e teatro, anche se a me piacerebbe che fosse utilizzato per delle sfilate di moda, e per i matrimoni».

Il giro esplorativo si completa in un’ora e mezza circa, di cui gli ultimi quindici minuti sono dedicato all’ipogeo percorrendo una galleria. «Perché c’è una città nascosta scavata dall’uomo e resa da noi percorribile, una passeggiata nella ‘sciara’, oggi diventata sito di interesse comunitario, per la flora e la sua fauna».

Il Parco si trova al confine con Mazara, e fino alla città di Marsala è tutto scavato. Per questo motivo Leonardo ed Annamaria hanno comprato un altro terreno, dove è possibile un percorso speleologico a circuito chiuso. E un percorso a cielo aperto nella cava, per poi ingrottare e terminare al parcheggio delle auto. «Il Comune ci ha sempre cercato – aggiunge – in occasione della Giornata dell’Ambiente, per far vedere come una discarica può essere riqualificata e se ne può apprezzare la bellezza. Noi oggi spieghiamo come si fa il lavoro che veniva praticato un tempo, con l’arte del cavatore; un mestiere che ha dato sostentamento economico a molte famiglie marsalesi soprattutto nel dopoguerra.

Altri ci hanno cercato nelle Giornate Fai di Primavera, e molte telecamere sono state qui, anche la Rai tre anni fa, con Silvia Vaccarezza, e il programma Class tv Prometeo». Il Parco delle Cave nasce, quindi, dal paziente lavoro di bonifica di alcune cave abbandonate per l’esaurimento della calcarenite arenaria estratta in blocchi. È una vera «città nascosta» che si sviluppa in terrazzamenti a quote diverse collegate da strade sterrate e gallerie.

Il particolare alternarsi di volumi e ombre, generato dall’opera dei cavatori, ha dato vita ad un paesaggio dall’architettura unica e suggestiva, il cui effetto è quello di un «piccolo Grand Canyon» ricco di palme nane, timo e asparago selvatico, mentre la restante macchia mediterranea e le fessure nella roccia favoriscono la nidificazione di uccelli protetti, tra cui il gruccione. Il Parco delle Cave è un luogo ideale, da conoscere, per laboratori creativi e attività sportive di vario tipo, e per questo è stato palcoscenico di rappresentazioni artistiche di vario tipo. La sua bella storia inizia grazie a questa coppia, che ha deciso di tutelare questo sito così particolare, salvandolo da rifiuti e degrado.

Visitabile, generalmente, il lunedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 10.30 alle 19.30, permette di vivere la sensazione di essere all’interno di grotte naturali. Ma quel che davvero arriva agli occhi e al cuore del visitatore è il lavoro dei ‘cantunari’, in questo mondo sommerso che ha rappresentato per lungo tempo il regno della prosperità per il territorio marsalese.
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