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Quando a Palermo "te la buttavi" andavi all'Anyway: era l'epoca dei (dorati) anni '80

Nei pilastri c'erano degli specchi e il pavimento era nero. C'era un rettangolo che delimitava il sotto della pista da ballo illuminandola con delle luci

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 27 dicembre 2023

Anyway

Nei primi anni '80 nasceva l'Anyway, il locale di via Maggiore Toselli 34/A a Palermo, che accoglieva intere comitive di studenti con i suoi indimenticabili matinèe. Circolava un invito in cartoncino azzurro con scritto "Il Buttata Party è tutta un'altra musica".

Arrivavano dal vicino Liceo Scientifico Cannizzaro, l'Istituto Tecnico Commerciale Duca degli Abruzzi, ma anche dal Liceo Linguistico Cassarà e dal Liceo Artistico Catalano.

Ragazzi che per una mattina anzichè studiare volevano ballare. Al suo posto, qualche anno prima, c'era stato "Flashsound" uno studio di registrazione dello stesso proprietario Giuseppe Bisanti (chiamato "lo zio Pino") ma di fatto gestito dal figlio Santi annch'egli scomparso da poco. «Quello era l'unico studio dove era possibile registrare in 'presa diretta'. Tutti gli strumenti potevano essere collegati tra di loro».

Così ricorda Francesco Piazza. Il Dj era Pippo Balistreri, oggi direttore di Palco al Teatro Ariston per il Festival di Sanremo. Un club quello degli anni '80 tutto "scuro" dove all'ingresso prevaleva la mouquette blu notte, con una scala che portava in pista con un colore predominante: grigio.
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Nei pilastri c'erano degli specchi e il pavimento era nero. C'era un rettangolo che delimitava il sotto della pista da ballo illuminandola con delle luci interne e da qui si potevano osservare dei pesci che nuotavano in un acquario in perfetto stile con l'epoca.

"L'Anyway" fu uno dei primi locali dove all'ingresso si potevano incontrare i "selector" ossia dei buttafuori che in tutta autonomia decidevano chi poteva entrare e chi invece "doveva" restare fuori. Dopo un paio di anni di rodaggio all'Anyway si capì che la consolle doveva stare in un soppalco metallico allestito per l'utilizzo con attiguo privè per chi non aveva proprio voglia di ballare ma di restare un po' "appartati".

Tra gli organizzatori Francesco Piazza ricorda Manuel Miceli, Davide Brioscina e due giovanissimi fratelli Comandè. Il sabato sera la musica commerciale era un must mentre durante la settimana si sperimentavano delle serate "house" e "tecno" per i giovani di tendenza.

Arriveranno in consolle anche i Gemi Dj due gemelli, Ludovico e Gaetano, che si alterneranno con una loro coreografia per concludere il loro show insieme al mixer

Arriverà anche Joe-T Vannelli un dj di fama internazionale. I dj resident, invece, erano Francesco Piazza, Dario Russo, Francesco Cucciarrè, Antonello Catania.

Solo per un anno l' "Anyway" cambierà nome diventando il "Sesto senso" per adeguarsi alla moda dei nomi dei club di quel periodo come "Veleno club" e altri nomi simili. Ma in quei mesi l'ambiente cambierà aspetto, quindi tornerà in auge il nome "Anyway".

Nei social qualcuno ricorda così, Maria Consuelo Spera: «era una discoteca dove Titti Caterina De Simone organizzo' il primo fan club dei Duran Duran nei primissimi anni '80».

Rosalba Vicari, invece, apostrofa in maniera nostalgica : «Che meraviglia, quanti ricordi. E quando non si poteva...si faceva la colletta pur di entrare in quella discoteca il mercoledì pomeriggio».

Ogni estate i ragazzi dell'Anyway potevano continuare a ballare sotto le stelle di Mondello perchè Santi Bisanti apriva il "Waikiki" divenuto "Coca Cola club" e poi ancora "Tucano".

Sarebbe tornato settembre e l'Anyway avrebbe riaperto. Questa è stata l'epoca dei giovanissimi anni '80 in un luogo che è stato "i primi balli" per molti cinquantenni.
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