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Quando i monumenti imperdibili sono nascosti: le Terme Achilliane di Catania

Le Terme Achilliane (create nel Trecento) si estendono sotto Catania, dal Duomo fino a via Garibaldi: si accede tramite una porta a lato destro della facciata della Cattedrale

  • 1 ottobre 2018

Jean Houël ha dipinto le terme Achilliane di Catania (1782)

Il pittore francese Jean Houël illustrò le terme Achilliane di Catania in uno splendido acquarello. Al centro appaiono un gruppo di uomini, gli unici appena riconoscibili, avvolti dall'oscurità, sotto enormi volte a botte.

E in fondo, perduti nei profondi corridoi, da alcune ombre pare udire alcuni sussurri spezzati.

Non c'è immagine migliore per parlare delle misteriose terme Achilliane, poste sotto la Cattedrale di Sant'Agata, in piazza del Duomo, a Catania, le quali testimoniano, insieme alle terme dell'Indirizzo e della Rotonda, quanto ricca di acqua fosse la Città dell'Elefante in passato.

Il nome proverrebbe da un'epigrafe in lingua greca, incisa su un lastrone in marmo, lungo circa quattro metri e alto trenta centimetri, custodito presso il castello Ursino.

Altre fonti non certe, ritengono che la denominazione sia avvenuta per la presenza nelle terme di una statua di Achille.

Delle reali dimensioni della struttura, databile tra il II e III-IV secolo, sappiamo ben poco. Due planimetrie tentano di ricostruire l'impianto: la prima è dello studioso Ottavio D'Arcangelo, considerata poco attendibile, la seconda, invece, è quella dell'architetto Sebastiano Ittar.
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Alcune tracce archeologiche rinvenute, comunque, permettono di azzardare l'ipotesi secondo cui l'estensione delle terme avrebbe raggiunto l'area oggi occupata dalle odierne piazze San Placido e Università.

La struttura fu ricoperta dall'eruzione del 1669 e successivamente riportata alla luce dopo il terremoto del 1693, grazie agli scavi voluti da Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari.

Di esse è visitabile una piccola parte, il cui accesso è possibile dalla Cattedrale, sul lato destro della facciata.

Giunti alle terme, sulle volte della stanza quadrata chiamata "Bagno di bacco", sono visibili gli affreschi con scene campestri. Inoltrandosi fino al lato ovest, infine, si incontrano il fiume Amenano e le fondamenta della Fontana dell'Elefante.

Si accede passando da un corridoio ricavato nell'intercapedine tra le fondamenta della cattedrale, a destra della facciata.

Oggi è possibile ammirare i resti del Tepidarium: una sala curvilinea riscaldata attraverso un sistema di canalizzazione dell'aria che si serviva di una scala a due rampe per andare al primo piano delle terme.

Alla fine del corridoio si trova un canale a "S" che si immette sulla sala centrale a pilastri (nel quadro di Houël): questi ultimip ercorrevano il corridoio e si tratta di un condotto che serviva a convogliare l'acqua e a distribuirla per i servizi delle terme.

La camera centrale delle terme è proprio la sala dei quattro pilastri: la sala finisce in una porta che dà su una serie di vasche parallele.

Anticamente i pavimenti (di cui oggi rimangono poche tracce) erano in marmo e alle pareti e sul soffitto c'erano stucchi, oggi mancanti di varie parti, che erano dipinti ispirati al mondo della vendemmia, con eroti e tralci di vite e grappoli d'uva.

Al centro della sala si conserva una vaschetta quadrata che doveva essere rivestita in marmo e dalla presenza di una base si supppone che dovesse esserci una colonnina a decorazione.

Per visitarle: il sito è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 14 e il sabato fino alle 13, basta chiamare il numero 095 281635.
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