ITINERARI E LUOGHI

HomeNewsCulturaItinerari e luoghi

Qui è conservata un'opera di Aristotele: uno scrigno settecentesco (da scoprire) a Catania

È uno degli edifici tra i più belli della città antica, un vero gioiello dell’arte settecentesca. E la sua preziosa Aula Magna è tornata recentemente a risplendere

  • 24 dicembre 2021

Convitto Mario Cutelli di Catania (dettaglio foto di Salvo Puccio)

L’edificio del Convitto Mario Cutelli è tra i più belli di Catania antica e dal punto di vista architettonico è un gioiello dell’arte settecentesca. Sorge in via Vittorio Emanuele, tra i quartieri della Civita e San Berillo. Il collegio fu voluto dal conte Mario Cutelli, giureconsulto attivo nella prima metà del Seicento, che aveva preposto un lascito finalizzato alla costruzione di un collegio per giovani nobili, per una classe dirigente “virtuosa e laica”, destinata al governo del Paese.

Benché il testamento del conte risalisse al 1654, il collegio fu ultimato solo nel 1779. Cutelli stabilì che, qualora la linea maschile dei suoi successori si fosse estinta, una parte del suo patrimonio sarebbe servita per la fondazione di un “Collegio di uomini nobili”, come quello di Salamanca. L'edificio rappresenta la più antica istituzione scolastica della città di Catania. Nel celebre romanzo I Vicerè di De Roberto, si parla dell’educazione dei giovani nobili e si deduce che le famiglie aristocratiche catanesi mandavano i loro figli a studiare al Convitto per la preparazione accurata che ne ricevevano.
Adv
Fra le famiglie nobili che lo frequentarono si ricordano: Anzalone, Asmundo, Banjuto, Paternò Castello, Gioieni, Grimaldi, Majorana, Spedalieri, Tornabene. Ma qual era la giornata tipica di un convittore? La vita interna dell’istituto era organizzata da vari regolamenti, era scandita da orari precisi e prevedeva insegnamenti complementari come l’igiene, l’economia, l’educazione fisica e la religione.

I convittori indossavano le divise e ne avevano una per l’inverno e una per l’estate. Nel collegio è stato ritrovato un manoscritto del 1842, salvatosi dagli attacchi della rivoluzione del 1848 e dallo scempio dei militari inglesi che nel 1943 usarono “le carte” del convitto come combustibile, nel quale è descritto l’elegante stile di vita degli aristocratici catanesi. I loro figli, non solo studiavano, ma imparavano anche a danzare, a tirare di scherma, a conversare nei salotti, ad esercitare il potere.

Dal punto di vista architettonico, la costruzione dell’edificio fu affidata all'architetto Giovan Battista Vaccarini, che molto probabilmente, poiché lavorava già ad altre commissioni e si era trasferito a Palermo, si avvalse dell’aiuto dell’architetto Francesco Battaglia.

L’edificio è strutturato su due piani. Il Prospetto principale, neoclassico, sulla via Vittorio Emanuele è opera del Battaglia. Varcato l'ingresso, si entra nell’ampia corte centrale, a pianta circolare, opera del Vaccarini, contornata da sedici pilastri cruciformi che reggono altrettanti archi a tutto sesto.

Nella corte circolare del Collegio Cutelli, si trova un armonioso esempio di pavimento realizzato con ciottoli bianchi e neri finemente incastonati in modo da rappresentare delle raffigurazioni geometriche e floreali. Sulla Facciata interna del cortile si osserva un grande orologio da torre, situato tra le statue del Tempo e della Fama.

Importante è la presenza della biblioteca, che era il centro propulsore per l’istruzione dei giovani. Da un vecchio annuario si evince che la biblioteca raccoglieva 4500 volumi, ma molti sono andati dispersi. Tra i testi più preziosi lì conservati, occorre ricordare un’opera di Aristotele edita nel 1629 e due dizionari di Ambrogio Calepino, uno in sette lingue e l’altro in otto. Importanti sono anche le raccolte di lettere che i convittori scambiavano con le famiglie. Tra i tanti nomi illustri e gli epistolari più importanti, si ricorda quello di Giovanni Verga, che scriveva al nipote convittore Giovannino, in qualità di tutore.

Degno di menzione è lo Scalone di marmo monumentale a forbice, a due rampe, limitato da un passamano che porta al piano superiore, ed immette su un corridoio circolare dove tra le altre sale si apre l'Aula Magna o Sala delle Udienze. L’Aula rappresenta un vero e proprio gioiello artistico e insieme al cortile del Vaccarini è il luogo più prestigioso dell’edificio. Sulle pareti, decorate con pitture a secco realizzate con monocromi con effetto seppia, risaltano le più importanti figure delle glorie catanesi e siciliane appartenenti al mondo scientifico e giuridico (Caronda, Empedocle, Teocrito, Filonide), sul soffitto, all’interno di riquadri circolari, sono raffigurati personaggi di età più recente (Cutelli, Stesicoro, Recupero, Ingrassia, Gioieni).

Sul lato destro del salone era stata ricavata, chiusa da una porta, anche una piccola cappella che serviva per celebrare la messa. Nel 1837, l’Aula magna diventa “aula di Tribunale Militare”, e lì Salvatore Barbagallo Pittà con alcuni patrioti catanesi furono condannati dopo un sommario processo, per essersi ribellati alla tirannia dei Borboni, e successivamente furono condotti nelle piazza vicina, che prese il nome di Piazza dei Martiri, e giustiziati.

Non tutti sanno che l’Aula Magna è stata recentemente restaurata e che le porzioni di pittura, che erano state rovinate da antiche infiltrazioni, sono tornate a risplendere: «Il restauro pittorico conservativo dell’Aula Magna- ci spiega l’architetto e professore di storia dell’arte Dario D’Antoni, che ha diretto i lavori - è stato completato ad ottobre 2021, con l’alta sorveglianza della Soprintendenza ai beni artistici e culturali di Catania. Il lavoro è stato portato a termine grazie all’intervento della ditta della restauratrice Daniela Scardaci e dei suoi maestri restauratori. Con la pulitura delle pareti e del soffitto dell’Aula Magna, sono finalmente emerse le ombreggiature che danno un effetto tridimensionale alle finte architetture e alle decorazioni. È stato raggiunto anche un mirabile effetto cromatico.

Abbiamo lavorato con molta cura e attenzione, utilizzando, il più possibile, prodotti naturali per rispettare le superfici pittoriche di pregio e i disegni dei più autorevoli artisti del tempo. Inoltre, sono in corso i lavori per la manutenzione straordinaria del Convitto Cutelli, anche questi approvati dalla Soprintendenza, per la realizzazione di nuovi ambienti destinati alla didattica e al personale scolastico, per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per la messa in sicurezza.
Intervenire su un edificio storico e artistico, così prestigioso e importante, è una grande responsabilità, ma regala anche una grande emozione».

Oggi il Convitto Cutelli, è un Liceo Classico Europeo, diretto dal rettore Stefano Raciti, con annessa una scuola elementare e secondaria di primo grado. È una struttura che si avvicina molto ad un college inglese, con alunni e semiconvittori che seguono un orario scolastico prolungato fino alle 17,30. La scuola si occupa della formazione delle nuove generazioni, mirando all’arricchimento spirituale e intellettuale degli studenti e favorendo il confronto fra i vari sistemi scolastici dell’Unione Europea.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI