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Qui l'isola pedonale "adesso c'é": così una storica via di Palermo può rinascere

È in corso un vasto intervento di riqualificazione delle pavimentazioni storiche in alcune aree simboliche del centro storico cittadino. Ecco la mappa delle strade da rifare

Anna Follari
Giornalista
  • 17 novembre 2025

Via dei Benedettini a Palermo (foto di S.Faraone da Mobilita Palermo)

Per chi percorre Palermo, imparare a guardare “dove si mettono i piedi” è diventato parte della storia della città. È in corso un vasto intervento di riqualificazione delle pavimentazioni storiche in alcune delle aree simboliche del centro storico.

Il progetto coinvolge sia il percorso arabo-normanno riconosciuto dall’Unesco, sia alcune zone monumentali finanziate tramite fondi Cis (Contratto istituzionale di sviluppo) e risorse comunali il cui obiettivo è restituire qualità urbana a strade, piazze e attraversamenti per il rilancio del centro storico (e non solo) della città.

L’intervento più avanzato, già anticipato in un precedente articolo di approfondimento, riguarda via dei Benedettini, attualmente in fase operativa. Dai palermitani era stata ribattezzata "l'isola pedonale che non c'è" ma adesso i lavori, iniziati a gennaio scorso, sono in dirittura d'arrivo e la storica via sembra finalmente pronta a rinascere e a diventare davvero (si spera) un'area pedonale in cui passeggiare godendo di uno degli scorci più belli di Palermo, che non a caso è stata riconosciuta dall'Unesco come patrimonio dell'umanità.

Qui sorgono la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, con le sue iconiche cupole rosse ed è a pochi passi da altri gioielli d'arte come la Cappella Palatina e Palazzo Reale.

Il progetto complessivo include anche altre strade che fanno parte dell’itinerario Unesco e che collegano i principali siti arabo-normanni, si parte da cortile San Giovanni degli Eremiti per poi proseguire anche su via dei Candelai e via del Celso.

«Questi nuovi lavori si aggiungono a quelli precedenti già conclusi su via Bonello e piazzetta Pietro Speciale – dichiara l’assessore all’Urbanistica, Maurizio Carta – tutto ciò che riguarda il percorso arabo-normanno punta a ripristinare il basolato storico e il ciottolato originario, ricostruendo l’identità dei luoghi in continuità con i monumenti».

Accanto agli interventi direttamente legati all’itinerario arabo-normanno, il Comune ha previsto un secondo grande capitolo di lavori finanziato attraverso i fondi del Cis per un importo complessivo di circa 25 milioni distribuiti tra il 2026 e il 2028.

Qui le aree di intervento riguardano: piazza Santo Spirito, via Butera, via Torremuzza, piazza e piazzetta Kalsa, Salita Santi Romano, via Nicolò Cervello, piazzetta Porta Reale, via e piazza dello Spasimo, via Arco di Santa Teresa, piazzetta dei Bianchi, piazza Marina e salita Partanna, salita Sant’Antonino, piazzetta delle Vergini, salita Castellana, via Sant’Isidoro alla Guilla, via Sant’Agata alla Guilla, via Monte di Pietà, piazza del Parlamento, via del Bastione e piazza della Pinta, piazzetta Brunaccini, piazza Quaranta Martiri al Casolotto, via Casa Professa, via Ponticello, via Trabia e via Bandiera, piazzetta San Basilio, via Sant’Agostino, via e piazza San Nicolò all'Albergheria, via Tesauro, via Nasi, piazza Settangeli, giardino allo Spasimo.

«Mentre restauriamo i grandi complessi monumentali, riqualifichiamo anche le piazze e le strade che li circondano: è un’operazione integrata che restituisce coerenza urbana ai quartieri storico-monumentali», sottolinea Carta.

Proseguendo verso altre zone di interesse del progetto di restyling, anche l’Albergheria è oggetto di riqualificazione. Qui, il Comune metterà a disposizione risorse provenienti dall’avanzo di amministrazione.«Il più significativo riguarda piazza San Francesco Saverio, nel cuore dell’Albergheria dove è prevista una nuova pavimentazione in basolato – aggiunge – la riqualificazione di questo quartiere non riguarda solo pavimentazioni e piazze ma anche la qualità della vita: mettere ordine al mercato dell’usato, recuperare gli spazi pubblici, rendere riconoscibile il mercato storico significa ridare dignità ad un quartiere cruciale della città» conclude Carta.
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