AMBIENTE

HomeAmbiente

Sempre più pressioni per il Parco nazionale dell'Etna: cosa dicono politici e associazioni

Dopo la decisione di un imprenditore su un ticket per i Crateri Silvestri la polemica non lascia la zona vulcano con il rischio che l'Unesco faccia un passo indietro

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 5 novembre 2025

I Crateri Silvestri sull'Etna

Qualche settimana fa, sul versante sud dell’Etna, l’improvvisa decisione dell’imprenditore Francesco Russo Morosoli di introdurre un biglietto d’ingresso da 5 euro per visitare i Crateri Silvestri ha sollevato non solo un’ondata di polemiche, ma anche feroci critiche da parte delle associazioni naturalistiche e da parte degli enti scientifici che lavorano dentro il parco da decenni. A prescindere dalle polemiche, il gesto di Morosoli ha comunque sottolineato un dato emergente, discusso da parecchi anni anche da chi è contrario a questa decisione: l’Ente Parco dell’Etna sembra assente e spesso disorganizzato.

Questo quadro è stato restituito anche da una lettera ufficiale, datata 26 giugno 2025 e scritta dal commissario straordinario Giovanni Riggio, in carica dallo scorso novembre: il parco soffre di una terribile condizione di paralisi, provocata da disefficienze strutturali, conflitti interni, lentezze burocratiche e comunicazioni ignorate. Nonostante una pianta organica prevista di 60 dipendenti, l’ente parco sopravvive con un personale di circa 20 persone con le conseguenti difficoltà del caso.

La situazione è così complessa che gli osservatori esterni dubitano che l’arrivo del nuovo presidente, Massimiliano Giammusso, e del direttore reggente Giuseppe Battaglia, possa aprire a una fase di cambiamento. Entrambi dovranno infatti affrontare diversi problemi tecnici e politici, in un ente ormai "impantanato" che secondo Riggio non è più in grado di garantire né la tutela né gestione efficace dell’area protetta, mettendo perfino a rischio il preziosissimo status di Patrimonio Unesco.

I problemi inerenti alla gestione dell’ente parco non riescono quindi a schiacciare definitivamente le potenzialità e il successo di un territorio noto in tutto il mondo.

Anthony Barbagallo, segretario regionale del Partito democratico e deputato nazionale, non usa giri di parole. Da ex sindaco di Pedara conosce il vulcano da vicino, e conosce altrettanto bene le criticità dell’ente che dovrebbe proteggerlo. Proprio per questo, già il 20 ottobre 2023, ha presentato una proposta di legge per istituire il Parco nazionale dell’Etna, accogliendo la proposta del Circolo etneo di Legambiente, che l’anno prima, a partire dal 24 gennaio 2022, aveva lanciato indipendentemente una petizione su Change.org, avente questo scopo.

«Il Parco non ha risorse, non ha personale, è intrappolato in un labirinto di competenze: Protezione civile, assessorati al Turismo, all’Agricoltura, agli Enti locali, all’Ambiente, fino alle Infrastrutture per i collegamenti. Un coacervo che produce solo un risultato: il blocco burocratico» chiarisce Barbagallo. L’accusa dei politici e delle varie associazioni è sempre quella: la disorganizzazione non porta solo a devastazione ambientale e a degrado, ma anche alla commercializzazione e alla privatizzazione di un bene pubblico, che porta successivamente al rischio veder lottizzato il vulcano.

Paradossalmente, sull’Etna i turisti continuano ad arrivare a frotte. Sempre più guide naturalistiche si dichiarano pronte nel portare gruppi di escursionisti lungo i sentieri del vulcano, con un prezioso ricavo economico per le comunità locali, e la ricerca - indipendente dall’ente parco – permette di compiere scoperte straordinarie, in grado persino di far prevedere l’arrivo di nuove eruzioni tramite un’attenta analisi dei micro terremoti che avvengono in profondità. Una scoperta che anche noi di Balarm abbiamo trattato in un articolo recente.

Per quanto riguarda il biglietto per accedere ai Crateri Silvestri, le guide turistiche e ambientali, insieme a diverse associazioni come FederEscursionismo, Legambiente, Natura Sicula, AssoGuide, denunciano comunque delle carenze di un controllo "istituzionale". Giusy Belfiore, presidente dell’associazione guide turistiche di Catania, di recente ha raccontato qual è lo stato d’animo che si percepisce tra i lavoratori del settore. Descrive uno scenario di caos crescente, dove il traffico turistico ingestibile, il ridotto numero di strutture e il rischio di un accesso a pagamento generalizzato rende il vulcano un nuovo “far west”, dove ognuno è libero di fare ciò che si vuole. «Se un privato può mettere un ticket senza autorizzazioni, allora è il far west. I Crateri Silvestri sono liberi dal 1892, e devono restarlo» ha chiarito Costanza Milazzo, guida ambientale e portavoce del dissenso crescente fra i frequentatori e i lavoratori assidui del vulcano.

Dal canto suo Morosoli ha già cercato di mediare con le associazioni e i critici, spiegando quali sono state le ragioni che lo hanno spinto a proporre il biglietto d’ingresso. Innanzitutto il sempre più gravoso problema dell’abbandono dei rifiuti, che ha provocato la nascita di diverse discariche sulle pendici del vulcano.

Pulire l’Etna è infatti un compito difficile e tramite il biglietto si potrebbero ottenere nuove risorse per pagare degli spazzini. «I Crateri Silvestri - spiega ancora Morosoli - sono stati anche acquistati dal mio gruppo imprenditoriale nel lontano 1997, un'acquisizione avvenuta dal fallimento della società denominata Montenero». Questa acquisizione renderebbe quindi la zona dei Crateri Silvestri, soggetti al biglietto, “proprietà privata”, sebbene sita all’interno di un Parco regionale che necessita di maggior tutela. Morosoli afferma anche di aver avvertito tutti gli operatori di questo provvedimento durante l’aprile scorso, chiarendo come questa scelta servisse a garantire l'incolumità dei turisti. «Chiariamo inoltre che l’accesso ai Crateri Silvestri è gratuito per tutti i residenti della Sicilia. Nessun escluso» ha sottolineato infine l’imprenditore, consapevole quanto importante sia l’Etna per tutti gli abitanti dell’isola.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI