Rivoluzione nei lidi in Sicilia: non solo lo stop ai tornelli, cosa cambia sulle concessioni
Nell'Isola sarà applicata la direttiva Bolkestein, cosa prevede e quali novità sulla gestione delle spiagge. L'assessore Savarino: "Così riformeremo il settore"

Spiaggia attrezzata a Mondello
Il "lidogate" esploso in Sicilia sulla gestione degli stabilimenti balneari ha generato un primo effetto: non ci saranno più tornelli e staccionate a "ingabbiare" le aree con i servizi, tutti i bagnanti avranno sempre la possibilità di accedere al mare liberamente e gratuitamente. Lo ha disposto con una circolare l'assessore al Territorio e Ambiente della Regione siciliana, Giusi Savarino.
Ma non è l'unica novità in vista. La Regione, infatti, ha deciso di prendere di petto la questione concessioni, con l'adeguamento alle normative europee, in particolare la direttiva Bolkestein, oggetto di un contenzioso decennale tra l’Ue, lo Stato italiano e le amministrazioni locali.
L'assessore ha annunciato che nel 2027, data di scadenza della proroga del governo nazionale, tutte le 1682 concessioni balneari dell'Isola saranno messe a gara, «in linea con la normativa nazionale e la direttiva dell'Unione europea Bolkestein».
Insomma, sulla gestione delle spiagge la carne al fuoco è tanta. Ma per comprendere quanto sta accadendo occorre fare un passo indietro, facendo chiarezza su cosa sia la direttiva Bolkestein. Si tratta di una norma approvata dalla Commissione europea nel 2006, quando alla guida c'era Romano Prodi.
Il provvedimento ha l’obiettivo di garantire equità e libera concorrenza tra professionisti e imprese nell’accesso ai mercati di tutta l’Unione. In particolare, concessioni e servizi pubblici possono essere affidati a privati solo con gare pubbliche aperte a tutti gli operatori presenti in Europa.
Secondo la direttiva, gli spazi occupati da ambulanti e stabilimenti balneari devono essere messi a gara, a livello europeo, una volta scaduta la concessione, senza la possibilità di un rinnovo automatico.
La norma, seppur varata nel 2006, non è entrata subito in vigore: tutti i Paesi coinvolti hanno avuto tre anni di tempo per attuarla. Nel caso dell’Italia, ciò è avvenuto con il decreto legislativo 59/2010, che ha posto fine anche al “diritto di insistenza”, secondo il quale al concessionario uscente veniva garantito un regime preferenziale nel rinnovo della concessione.
Ciò non ha però portato a una reale applicazione della direttiva, tanto che i vari governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni hanno trovato il modo di aggirarla, prolungando la durata delle concessioni in disaccordo con quanto stabilito dalla legge UE, o presentando un decreto che, come accaduto in tempi più recenti, prevedeva indennizzi economici per i concessionari uscenti.
Caso chiuso? Macchè. Sulla testa dello Stato italiano pende una multa di oltre 100 milioni di euro da parte dell’Ue, a causa delle numerose violazioni della direttiva.
In Sicilia, invece, nel 2024 la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la proroga delle concessioni balneari mediante la Legge di stabilità regionale 2023-2025, proprio perché in violazione della direttiva Bolkestein. Da qui l'annuncio dell'assessore che ha voluto fare chiarezza sul futuro delle concessioni.
«Il governo Schifani - spiega Giusi Savarino - è da tempo impegnato a regolare con atti concreti un sistema che aveva bisogno di chiarezza e pianificazione. Il settore è oggetto di un'ampia riforma, sulla base delle norme previste dalla legislazione europea e nazionale».
Tutte le concessioni balneari, come ha annunciato l'assessore, andranno a gara di evidenza pubblica con linee guida emanate con il decreto assessoriale numero 34 del 19 febbraio 2025, che limitano i lotti per i concessionari e garantiscono il rispetto per la sostenibilità ambientale, incentivano le assunzioni di giovani, stimolano il plastic free, e sostengono le produzioni enogastronomiche locali.
Ma non è l'unica novità in vista. La Regione, infatti, ha deciso di prendere di petto la questione concessioni, con l'adeguamento alle normative europee, in particolare la direttiva Bolkestein, oggetto di un contenzioso decennale tra l’Ue, lo Stato italiano e le amministrazioni locali.
L'assessore ha annunciato che nel 2027, data di scadenza della proroga del governo nazionale, tutte le 1682 concessioni balneari dell'Isola saranno messe a gara, «in linea con la normativa nazionale e la direttiva dell'Unione europea Bolkestein».
Insomma, sulla gestione delle spiagge la carne al fuoco è tanta. Ma per comprendere quanto sta accadendo occorre fare un passo indietro, facendo chiarezza su cosa sia la direttiva Bolkestein. Si tratta di una norma approvata dalla Commissione europea nel 2006, quando alla guida c'era Romano Prodi.
Il provvedimento ha l’obiettivo di garantire equità e libera concorrenza tra professionisti e imprese nell’accesso ai mercati di tutta l’Unione. In particolare, concessioni e servizi pubblici possono essere affidati a privati solo con gare pubbliche aperte a tutti gli operatori presenti in Europa.
Secondo la direttiva, gli spazi occupati da ambulanti e stabilimenti balneari devono essere messi a gara, a livello europeo, una volta scaduta la concessione, senza la possibilità di un rinnovo automatico.
La norma, seppur varata nel 2006, non è entrata subito in vigore: tutti i Paesi coinvolti hanno avuto tre anni di tempo per attuarla. Nel caso dell’Italia, ciò è avvenuto con il decreto legislativo 59/2010, che ha posto fine anche al “diritto di insistenza”, secondo il quale al concessionario uscente veniva garantito un regime preferenziale nel rinnovo della concessione.
Ciò non ha però portato a una reale applicazione della direttiva, tanto che i vari governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni hanno trovato il modo di aggirarla, prolungando la durata delle concessioni in disaccordo con quanto stabilito dalla legge UE, o presentando un decreto che, come accaduto in tempi più recenti, prevedeva indennizzi economici per i concessionari uscenti.
Caso chiuso? Macchè. Sulla testa dello Stato italiano pende una multa di oltre 100 milioni di euro da parte dell’Ue, a causa delle numerose violazioni della direttiva.
In Sicilia, invece, nel 2024 la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la proroga delle concessioni balneari mediante la Legge di stabilità regionale 2023-2025, proprio perché in violazione della direttiva Bolkestein. Da qui l'annuncio dell'assessore che ha voluto fare chiarezza sul futuro delle concessioni.
«Il governo Schifani - spiega Giusi Savarino - è da tempo impegnato a regolare con atti concreti un sistema che aveva bisogno di chiarezza e pianificazione. Il settore è oggetto di un'ampia riforma, sulla base delle norme previste dalla legislazione europea e nazionale».
Tutte le concessioni balneari, come ha annunciato l'assessore, andranno a gara di evidenza pubblica con linee guida emanate con il decreto assessoriale numero 34 del 19 febbraio 2025, che limitano i lotti per i concessionari e garantiscono il rispetto per la sostenibilità ambientale, incentivano le assunzioni di giovani, stimolano il plastic free, e sostengono le produzioni enogastronomiche locali.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÚ LETTI
-
ARTE E ARCHITETTURA
A Palermo ha già fatto la storia: chi è la prima presidente dell'Ordine degli Architetti