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Santa Flavia, Porticello e Sant'Elia: la magia dei borghi marinari in Sicilia finisce "in rete"

Uno strumento fondamentale per la conoscenza e la valorizzazione dell’importante patrimonio culturale materiale e immateriale. Cos'è e come funziona il REIMAR

Sara Abello
Giornalista
  • 18 maggio 2023

Il borgo di Santa Flavia, nel cuore della Conca d’oro palermitana, possiede tutte le carte in regola fatte di tradizioni, vicoli suggestivi, riflessi sul mare cristallino e raggi di sole che ti penetrano dritto nella carne dalle prime ore di una mattina d’aprile, mentre bevi un caffè in riva al mare, sino a quando il sole inizia ad anticipare l’ora del tramonto, in autunno.

Tutti questi numeri l’hanno portato ad approdare all'interno del REIMAR, il registro delle identità della pesca mediterranea e dei borghi marinari. Detta così suona bene, ma capiamo meglio insieme di cosa si tratta e in che modo questa novità potrà rappresentare per Santa Flavia e le sue borgate marinare di Porticello e Sant’Elia, una preziosa risorsa.

«Il REIMAR rappresenta un trait d’union tra il passato e il futuro della pesca siciliana, un collegamento importante perché
un popolo che non ha memoria non ha speranze». Così lo ha definito Alberto Pulizzi, Dirigente generale del dipartimento della pesca mediterranea.
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A proposito di trait d’union e trattini vari, si tratta di una vera e propria connessione che consente di mettere in comunicazione e dare continuità alle nostre tradizioni, valorizzando i borghi marinari.

Ciò avviene a tutto tondo, dalla lavorazione del pescato alla gestione degli attrezzi, finalizzata alla comprensione e alla crescita del nuovo mondo della pesca, risorsa essenziale del passato e, perchè no, per il futuro della nostra bella Sicilia.

Obiettivo essenziale del registro è proprio quello di valorizzare il patrimonio della pesca, nei suoi elementi materiali e immateriali: abitazioni di pescatori, tonnare, impianti di lavorazione e conservazione del pesce, strumenti e metodologie tradizionali.

Tutti elementi reperibili proprio nel territorio di Santa Flavia.

«Un percorso durato circa sei mesi - come racconta l’assessore con delega alla pesca del comune di Santa Flavia, Peppino Miceli, già il nome ne tradisce l’origine non propriamente nordica, nonostante i colori, ma anzi con le radici salde proprio a Sant’Elia, il più piccolo e romantico dei borghi marinari siciliani, che vi fa comprendere quanto possa essersi battuto per questo traguardo insieme all’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe D’Agostino -.Non facile, eppure non impossibile dal momento che Santa Flavia, con le sue borgate, possiede tutti i requisiti necessari, come ci è già stato riconosciuto».

Nel REIMAR si distinguono sei diverse sezioni: i borghi marinari, all’interno della quale si inserisce Santa Flavia; i saperi del mare, e pure lì ha trovato il suo spazio; le celebrazioni rituali, e udite udite si trova anche lì.

Espressioni tradizionali e spazi culturali, e che ve lo dico a fare che figuri ancora; tonnare fisse, costruzioni e manufatti tradizionali, non è necessario vi ricordi che a Solanto vi sia la storica tonnara che è stata fondamentale per l’economia di tutto il regno di Sicilia, oltre che location di piccanti intrighi nobiliari ante litteram; musei del mare dove si posiziona la vicina Aspra, ma a dire il vero a Porticello ci stanno già lavorando.

Ve lo dicevo io che i requisiti necessari sono tanti, ma certamente tutti reperibili nella cittadina alle porte di Palermo, che a partire dal XIX secolo, contestualmente al prolungamento della ferrovia sin lì, si trasformò in meta della nobiltà palermitana, cosicchè iniziarono a comparire sontuose ville in stile Liberty, alcune delle quali ancora ben visibili percorrendo la discesa verso il mare.

Conditio sine qua non per far parte del REIMAR è lo stretto legame tra l’attività di pesca e l’economia del borgo, insieme alla presenza almeno di un porticciolo: a Porticello si conta addirittura una delle principali flotte della regione.

Altro elemento necessario è la presenza di un patrimonio architettonico tipico dell’identità marinara, a Santa Flavia rappresentato da edifici come chiese e cappelle utilizzate per il culto dei pescatori, dal faro di Capo Zafferano, dalla tonnara a picco sul mare dove si incontrano due baie, e dalle strutture per la lavorazione del pesce.

Non di minore importanza sono da considerarsi riti e festività legate al mare, che incarnano il patrimonio immateriale del borgo, basti pensare alla consueta processione a mare della Madonna del Lume, attrattore per gli abitanti e i turisti che vi si riversano annualmente, lasciandosi travolgere dalla
suggestione.

Santa Flavia ha inoltre mantenuto l’assetto urbanistico delle piccole dimensioni originarie, oltre ai tratti dell’insediamento precedente al ‘900, e anche questo elemento di storicità rafforza la posizione del borgo all’interno del registro.

Come sottolineato dall’assessore Miceli: «Attraverso il REIMAR si salvaguarda il patrimonio della pesca, favorendone lo sviluppo economico. Si potrà così iniziare ad aver voce in capitolo, vedendoci riconosciuto il rilievo che il comune merita per la presenza della sua flotta, senza dover più dipendere unicamente dalle decisioni dell’amministrazione regionale».

La Sicilia è un incanto da costa a costa, non stupisce quindi che in totale i comuni inseriti in elenco siano quasi 20, tra questi e solo per citarne alcuni: Sferracavallo, Sciacca, San Vito Lo Capo, Marzamemi e Portopalo di Capopassero, suddivisi in 8 province. Non stupisce neanche che siano destinati a crescere ulteriormente, ognuno con le sue tradizioni, riti e luoghi.

Uno sguardo al passato, alle radici, per proiettarsi meglio e più in fretta nel futuro.

Una risorsa quella del REIMAR, un vero e proprio strumento fondamentale per la conoscenza e la valorizzazione dell’importante patrimonio culturale materiale e immateriale strettamente legato alla storia delle comunità costiere della nostra isola.

In queste circostanze, un po’ più felice.
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