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Sapevi che il culto della Santuzza non nasce a Palermo: dove si venerava 200 anni prima

Radicato nella città di Palermo e in tutti i palermitani, in pochi sanno che già dalla fine del '400 il culto della Santuzza veniva celebrato in un paese dell'agrigentino

Sara Abello
Giornalista
  • 4 settembre 2023

La statua della Santuzza nel santuario di Monte Pellegrino

Il culto di Santa Rosalia è radicato nella città di Palermo e in tutti i palermitani.
La “rosa senza spine”, così come l’avrebbe chiamata quella figura ignota apparsa al conte Ruggero secondo la tradizione, è patrona di Palermo e di tutta la Sicilia, ma soprattutto nel capoluogo è una cosa serissima.

Vietato toccare la Santuzza! La curiosità che sfugge ai più però è che purtroppo Palermo non ha nessun primato sulla venerazione di Rosalia...questa non ve l’aspettavate eh.

Sembrerebbe infatti che in un certo paesino agrigentino, ben duecento anni prima che a Palermo, Rosalia fosse già la protettrice.

Sin dalla fine del '400 infatti, ogni anno a Bivona il 4 Settembre viene celebrata la festa in onore di Santa Rosalia, patrona del paese. E Palermo?!

Rosalia divenne protettrice della città solo nel 1666, sebbene sin dalla sua morte, nel 1165, e anche quando era ancora in vita, ricevesse le visite di quegli stessi fedeli che il 4 Settembre la trovarono senza vita nella grotta sul Monte Pellegrino.
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Del perchè la vergine Rosalia sia divenuta patrona di Palermo - dalla peste al suo spodestare le antecedenti sante Cristina, Oliva, Ninfa e Agata - sappiamo già tutto.

Nota ai più anche l’origine della sua famiglia, riconducibile a Santo Stefano da Quisquina, tant’è che quello fu il primo luogo in cui trovò rifugio, prima della grotta sul Monte Pellegrino, e subito dopo essersi negata ad un matrimonio combinato.

Quello che non si sa è come si riconduca Rosalia a Bivona.

Ragionando a voce alta con me stessa e con qualche amica che di santità se ne sente, è venuto fuori che proprio al confine delle province di Agrigento e Palermo, nei territori di Bivona e Palazzo Adriano, si trovi il Monte delle Rose, che fa parte della catena montuosa dei monti Sicani.

L'ipotesi più accreditata è che il nome derivi dal fiore, e più precisamente dalle rose peonie che fioriscono a febbraio, senza spine, e crescono soprattutto su questa montagna.

Si narra che le rose siano cresciute al passaggio di Rosalia, figlia del nobile Sinibaldo, signore della Quisquina e del Monte delle Rose appunto.

Questo tutto sommato ci parla “semplicemente” di un passaggio della Santuzza da Bivona, tipo Garibaldi che a Palermo sostò ovunque stando alle incisioni sparse per la città.

Un elemento più forte però è la presenza di una chiesa risalente ad un imprecisato periodo tra il XIII e il XIV secolo, dedicata proprio a Rosalia.

Prendendo per buona l’ipotesi della costruzione della chiesa nel XIV secolo, nel periodo in cui i Chiaramonte detenevano il potere signorile su Bivona, sembrerebbe che i potenti signori avrebbero introdotto nel paese il culto di Santa Rosalia da Palermo, loro luogo di origine.

La chiesa di Santa Rosalia, che ancora oggi sorge a Bivona, subì, nel corso dei secoli, diverse distruzioni e conseguenti ricostruzioni, dovute alla spasmodica ricerca da parte dei bivonesi del sasso sul quale - secondo le credenze popolari - era comparsa più volte la Santa.

Al suo interno si trova la statua che raffigura Rosalia e che, annualmente, viene portata in processione su un fercolo riccamente intarsiato, rivestito in oro zecchino come la santa, con dodici campanellini d’argento che tintinnano al movimento.

La processione inizia con i fedeli che accolgono Rosalia sventolando fazzoletti bianchi, poi venti di loro la portano a spalla per le vie del paese illuminate a festa. Si potrebbe dire che sia l’equivalente del carro trionfale che percorre le vie di Palermo in occasione del Festino del 14 Luglio.

Dentro la chiesa di Bivona, da una piccola botola, è possibile osservare anche i resti della sacra quercia della grotta in cui la vergine sostò e sulla quale venne costruito l’edificio, una sorta di prima pietra.

A questo punto sembrerebbe corretto, senza che nessuno dei tanti paesi della Sicilia di cui Rosalia è protettrice da secoli si offenda, decretare Bivona come il centro con il più antico culto della santa sull’isola.

Del resto si sa...Santa Rosalia tra leggende, ritualità sacre e festini popolari non può far altro che unire e metter la pace tra i siciliani.
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