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Scannaserpe: la "nciuria" di due fratelli caduti in disgrazia diventa il nome di una via
A Palermo il soprannome dato ai Fratelli D'Abbeni ha dato il nome alla via dove c'era il loro latifondo a San Lorenzo, che perdettero a causa delle loro disgrazie economiche
Via Scannaserpe a Palermo
Queste aree fanno parte di quello che una volta era un fondo molto esteso; appunto il “fondo Scannaserpi”. E perchè mai un così curioso nome? presto detto: era "a nciuria" (soprannome) dei fratelli Simone e Vincenzo D’Abbeni, i quali nel 1603 avevano ottenuto in concessione questo territorio da parte di donna Diana Abbate. In questo fondo esisteva una torre del XVI sec., con dei fabbricati agresti che nel tempo vi furono costruiti.
Invece, nel 1613, i terreni limitrofi al fondo erano stati dati in enfiteusi dalla nobildonna Dorotea Vulterrano ai Frati Domenicani. Ebbene, accadde che i fratelli D'Abbeni dovettero vendere il fondo di loro proprietà giustappunto ai Frati Domenicani. E questa loro caduta in rovina diede vita ad un detto popolare: "Tricchi e barracchi! Semu ridutti comu i Scannaserpi: nuri, morti ri fami e senza scarpi".
Dopo gli anni sessanta del secolo scorso, per un certo periodo, la villa fu sede della scuola media Vittorio Emanuele Orlando. Attualmente ospita gli uffici comunali della ripartizione lavori pubblici - servizio edilizia scolastica. Nella piazzetta Scannaserpe si trova anche il Consolato dello stato della Danimarca. Interessante è pure scoprire tra i muri di divisione, che immettendosi nella strada tracciano a destra la via Scannaserpe, dei piloni attraverso i quali sono visibili il terreno e dei caseggiati retrostanti alla contigua villa Napolitani.
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