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Se non lo hai provato non sai come ci si sente: la donna e le molestie (quotidiane) più o meno velate

Ecco la riflessione di Monica, mamma e lavoratrice. Parte dal "catcalling" che è solo l'ennesima delle molestie più o meno velate che milioni di donne subiscono fin dalla prima adolescenza

Balarm
La redazione
  • 13 aprile 2021

Un frame della campagna "Report it to stop it" della polizia britannica contro le molestie sui trasporti pubblici in cui invitano le vittime a segnalare e denunciare

La parole di Monica Porcaro, palermitana di 44 anni, mamma e lavoratrice, rispecchiano il pensiero di milioni di donne che, purtroppo, si riconosceranno nel suo racconto, nella sua riflessione che parte dal "catcalling" di cui si parla tanto in questi giorni, ma che va molto più a fondo, nel tentativo di far capire cosa ci sta dietro al disagio profondo per quello che per molti uomini (e anche tante donne) è "solo un fischio", una cosa divertente, ma che in realtà è vissuta come l'ennesima molestia. L'ennesima, perchè, più o meno velate che siano, di molestie parliamo e tantissime donne le subiscono fin dalla prima adolescenza.

"Ho bellissimi ricordi d'infanzia ma anche bruttissimi e oggi, visto che si parla tanto di catcalling, vi parlo di quest'ultimi.
Quando ero piccola io, parlo tra gli 8 e i 12 anni, ahimè era solito incontrare maniaci che si masturbavano in auto

Mi è capitato diverse volte, purtroppo, quando andavo in bici per le vie di Mondello vicino la casa di villeggiatura in estate oppure quando tornavo dalla scuola media a casa. O ti avvicinavano con scuse banali oppure posteggiavano l'auto in maniera tale che tu fossi obbligata a passare e vedere... era traumatico perché avevi vergogna a parlarne a casa, ti sentivi "sporca" come se la colpa fosse tua, ma la colpa poi di che? Di essere nata femmina? Questo è un aspetto tutto nostro di donne che devo ancora capire, ma "loro" riescono a fare sentire sbagliata te!
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Sempre durante le medie, dove il mio corpo era già più o meno formoso come ora, era un incubo camminare per strada: fischi, apprezzamenti poco galanti, ancora oggi se vedo operai o capannello di uomini io cambio strada e non lo trovo giusto.

Ricordo che una volta ebbi il coraggio di rispondere, era più grande di mio padre e gli dissi "Ma non si vergogna, potrei essere sua figlia" e lui mi rispose "magari!" ...mi si gelò il sangue

Poi arrivarono le superiori, il dover prendere l'autobus e il maniaco che ti si piantava dietro con la scusa della folla e "te l'appoggiava".

Molte mie coetanee hanno subito tutto quello che ho scritto e questo fa capire che è un uso maschile comune, un voler prevalicare, sottomettere senza il minimo tatto, garbo e noi, secondo loro, dovremmo solo star zitte e subire. Già, subire, perchè tutto ciò di cui parlo non ha nulla a che vedere, ma nemmeno lontanamente, con la bellezza di uno sguardo di apprezzamento o di un complimento carino, educato. Nulla.

Ora voi uomini tutto questo non lo avete mai provato, non avete idea di cosa possa significare per una donna, che potrebbe essere anche vostra sorella, vostra figlia, vostra nipote.

E non potete capire il disagio profondo che accumuli negli anni, il turbamento, la rabbia, è un turbinio di atteggiamenti, molestie più o meno velate che si susseguono nelle giornate di una donna, delle volte di una bambina ( il primo trauma l'ho avuto a 8 anni!) quindi no, essere contro il catcalling non è un'esagerazione, considerarlo una molestia non è un'esagerazione, perché noi siamo stanche di essere trattate in questo modo squallido e volgare e voglio che mia figlia e tutte le ragazze di oggi non abbiano MAI esperienze del genere!

Monica Porcaro"
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