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Sergio Friscia è l'Anti-Montalbano: l'attore ci racconta la nuova serie girata in Sicilia

Sergio Friscia in questi giorni è impegnato assieme all’amico Francesco Bozzi per la promozione dell’ultimo libro di cui si avrà una trasposizione cinematografica

Jana Cardinale
Giornalista
  • 12 settembre 2025

Sergio Friscia

È un sorriso contagioso quello di Sergio Friscia, che si impone tra battute irresistibili e pensieri felici sulla Sicilia, terra del cuore, "abbandonata" per fortunate questioni lavorative, ma pensata quotidianamente come meta cui approdare in modo definitivo.

«Vivo a Roma per ragioni professionali, ma prima o poi smetto», sostiene tra una risata e l’altra, ricordando a chi lo ascolta e a se stesso che il suo più grande desiderio è quello di tornare nella sua amata isola, e vivere in riva al mare.

«Tra radio, teatro, cinema e tv – aggiunge - non ho avuto il tempo di tornare, e per questo devo ringraziare il cielo, ma porto la Sicilia nel cuore, una terra vincente che non ha nulla da invidiare a nessun altro luogo al mondo».

Sergio Friscia in questi giorni è impegnato assieme all’amico Francesco Bozzi (siciliano anch’egli, storico autore di Fiorello, per il quale ha scritto tutti gli spettacoli televisivi, radiofonici e teatrali degli ultimi 25 anni, ma anche sceneggiatore, che vive fra Roma, Terrasini, Cinisi e Zurigo, ed è autore di diversi romanzi che hanno come protagonista il Commissario Mineo) per la promozione dell’ultimo libro di cui si avrà una trasposizione cinematografica e di cui interpreterà proprio il personaggio principale.

«Con Ciccio ci conosciamo da sempre, ma non ci eravamo mai incontrati. Uniti da stima reciproca e stessa indole comica, grazie ad amici comuni della radio lui a un certo punto mi ha contattato. Aveva scritto per altri amici che condividiamo, e quando ci siamo incontrati c’è stato un vero scambio di energie.

Ci somigliamo, abbiamo capito di avere un modo simile di pensare le battute e così è iniziata la collaborazione. L’ho portato a Striscia la Notizia come autore, per quattro mesi siamo stati a contatto tutti i giorni e lui si è ispirato al mio modo di essere, alle mie manie, e ai tic del suo Commissario Mineo, per cui a un certo punto mi ha detto: "Sei tu. Lo devi fare tu".

Abbiamo già 9 storie e 9 episodi pronti da trasporre nel linguaggio cinematografico ma al momento siamo in una fase embrionale per la trasposizione dal libro e la sceneggiatura. Inizieremo a collaborare con la produzione e tutto il lavoro si svilupperà nel corso dei prossimi due anni.

Mineo – aggiunge – è stato definito l’anti Montalbano, un anti eroe dunque, ma Ciccio, aiutato anche dal fratello Silio, che è un ex dirigente della Polizia di Stato, già consulente di Andrea Camilleri ma anche di altri, tra cui Carlo Lucarelli per la trasmissione Blu Notte, ha raccontato tutte cose reali, fatti veri».

La serie sarà girata per buona parte in Sicilia, tra Terrasini e Cinisi, ma il lavoro si sposterà anche a Urbino e Pesaro, nelle Marche, dove il libro, l’ultimo, è stato ambientato.

Sergio Friscia non vede l’ora di ritornare nella sua amata Sicilia: «Voglio invecchiare davanti al mio mare, e ho anche il piano b perché sono istruttore subacqueo e sono cresciuto nel mare delle Egadi, a Favignana, Marettimo ma anche a Ustica. Il mio sogno è vivere in barca».

Invece il suo lavoro lo trattiene a Roma: ogni mattina, ormai da 12 anni, è su RDS con Anna Pettinelli (e per adesso che è in Sicilia si collega da Radio Time, dove è cresciuto a Palermo) e va in onda tutto l’anno dal lunedì al sabato.

Ricomincerà a breve dei programmi televisivi e in particolare uno molto amato e seguito dai giovani sul quale al momento mantiene il riserbo, farà delle ospitate da Carlo Conti e Savino, e diverse altre cose che ha in programma e che si svilupperanno tra fine ottobre e fine novembre.

Anche per Striscia la Notizia è in attesa di novità. «Lo sapete, noi siamo quattro coppie che si alternano – dice – e io sono sempre felice di lavorare con Roberto Lipari, che ho visto nascere, che ho voluto accanto e che ritengo sempre più bravo».

Ma come ha iniziato Sergio Friscia la sua avventura nel mondo dello spettacolo? «Credo di essere l’unico caso di bambino espulso dall’asilo – dice - perché già a quell’epoca c’era il sentore di come sarei diventato.

C’erano le imitazioni dei professori a scuola e dei parenti poi, l’esperienza da dj, per l’esigenza di stare al microfono, l’animazione turistica, che è una cosa che consiglio a tutti perché ci si deve misurare con se stessi e molte cose per riuscire a fare divertire la gente con niente.

Occorre un talento su cui si può lavorare per migliorare e crescere, ma il talento di base ci deve essere, come ho detto alla Fonderia delle Arti, alla scuola di recitazione diretta da Giampiero Ingrassia quando mi ha chiamato.

Ho proseguito poi nelle tv regionali siciliane e un programma che era il ‘Mai dire gol della Sicilia’ ha avito un successo incredibile… Poi l’occasione di Gianni Boncompagni con "Macao" con la Parietti, ma quando mi hanno chiamato per il provino ho riattaccato il telefono perché ero convinto che fosse uno scherzo. Alla fine è stato un provino incredibile e da lì è nato il personaggio di Di Giovanni del 7° piano, che in verità io avevo già perché ho fatto una lunga gavetta, cosa che è assolutamente fondamentale.

Oggi sono 35 anni di carriera e mi mancano delle cose da fare, perché non si arriva mai in questo lavoro, bisogna esserne consapevoli. Però ogni volta è un successo, perché i siciliani mi raccomandano facendo salire gli ascolti.

Mi seguono sempre, ed è davvero tutto merito loro». In Sicilia Friscia torna anche per gli affetti, e per la sua mamma in modo particolare, che è rimasta a vivere qui.

Una terra ricca di risorse, per Friscia, che vede nella nuova generazione tantissimi talenti, sia ragazzi che ragazze. «Abbiamo sempre una marcia in più, perché sappiamo che non ci ha mai regalato niente nessuno. Sappiamo trovare una soluzione e riderci sopra sui problemi, che sono davvero tanti.

A volte emotivamente mi sento come se fossi il proprietario della Sicilia, perché la promuovo e ne vado fiero. So che da noi tutti si trovano benissimo e che non abbiamo nulla da invidiare a nessuno, meriteremmo di essere la regione più ricca d’Europa ma purtroppo non è così. Io vorrei che tutti facessero la propria parte rispettando il territorio e dandosi da fare per far splendere tutto.

Invece trovo negligenze e superficialità, anche sott’acqua quando vado per le immersioni trovo incuria, e questo mi fa male al cuore.

Vorrei più coscienza e consapevolezza. La terra manda segnali non da poco e noi non ce ne curiamo, invece dovremmo stare attenti al bene comune».

Anche sulla politica e la cosa pubblica Sergio Friscia, in questo caso senza troppe risate, ha un’idea chiara, dettata da un amore grande per una terra che rivendica rispetto e attenzione: «Le scelte le facciamo noi. A parole sono tutti bravi. Io credo nelle persone, credo nei fatti. Chiunque abbia un’idea buona e la metta in pratica con scrupolo, ben venga».
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