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Stop ai cellulari in classe, è protesta in Sicilia: perché gli studenti sono contrari

La scuola sta per iniziare e ci sono nuove regole in vista: ecco cosa prevede la decisione di non utilizzare lo smartphone durante l'orario scolastico e cosa dicono gli studenti

Alice Marchese
Giornalista
  • 9 settembre 2025

Cellulari in classe

A scuola cambiano le regole e gli studenti non ci stanno: alla fine dell'anno scolastico è stato annunciato il divieto dell'utilizzo dei cellulari in classe, decisione che ha scatenato malcontento e sfiducia tra i ragazzi.

Secondo la circolare n. 3392 del 16 giugno 2025 del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, non sarà possibile usufruire dello smartphone durante l'orario scolastico e per chiunque non la rispetti, sono previste specifiche sanzioni disciplinari.

Ma i ragazzi si fanno sentire perché: «Il divieto non educa - racconta a Balarm Amerigo Anastasi, coordinatore di una lista studentesca dell'istituto "Gulli e Pennisi" di Acireale -.

È vero che tra le mura scolastiche si fa un uso scorretto del telefono, ma un divieto assoluto non risolve il problema.

La scuola dovrebbe essere il luogo in cui impariamo a gestire la libertà, non a vivere senza».

Vietare è sentita dagli studenti quasi come una sconfitta. «È come dirci che non siamo in grado di essere responsabili - continua Amerigo Anastasi -.

La vera sfida è insegnare a esserlo. È importante che le regole siano condivise e deve valere per tutti.

Vietare i cellulari per tutta la giornata scolastica significa allontanare sempre di più gli studenti.

I dati parlano chiaro: in Sicilia abbiamo un tasso di abbandono e dispersione scolastica altissimo. È giusto che qui gli studenti vengano ascoltati».

Amerigo vorrebbe coinvolgere il più possibile gli studenti: «Stiamo pensando a una mobilitazione, mi piacerebbe raggiungere questo obiettivo.

Al momento ci stiamo lavorando, partiamo con una semplice maglietta che possa lanciare un messaggio "silenzioso".

La scuola deve guardare al futuro, non deve spegnere le voci di chi la vive ogni giorno».

Secondo la circolare citata precedentemente, questa decisione è rivolta alle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado: «Le istituzioni scolastiche provvederanno - si legge nel documento - ad aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa.

Prevedendo per gli studenti del secondo ciclo di istruzione il divieto di utilizzo dello smartphone durante l'orario scolastico anche a fini didattici, nonché specifiche sanzioni disciplinari per coloro che dovessero contravvenire a tale divieto.

Resta inteso che l’uso del telefono cellulare sarà sempre ammesso nei casi in cui lo stesso sia previsto dal Piano educativo individualizzato o dal Piano didattico personalizzato come supporto rispettivamente agli alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento ovvero per motivate necessità personali.

L’utilizzo del telefono cellulare rimane consentito qualora, sulla base del progetto formativo adottato dalla scuola, esso sia strettamente funzionale all’efficace svolgimento dell’attività didattica nell’ambito degli specifici indirizzi del settore tecnologico dell’istruzione tecnica dedicati all’informatica e alle telecomunicazioni».

Tra le soluzioni proposte dagli studenti c'è quella di regolamentare l'utilizzo dello smartphone: «Durante le lezione e le spiegazioni è giusto che vengano posati, quantomeno nella stessa classe.

Sicuramente non nelle scatole metalliche lontane dalla propria aula, come prevedono, invece, le nuove regole.

Ormai la tecnologia fa parte del nostro quotidiano, è doveroso pensare a progetti di educazione digitale.

Investiamo su questi e trattiamo questi dispositivi come un'abilità e un'opportunità, non un vizio da proibire - conclude Amerigo. È giusto responsabilizzare».
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