TRADIZIONI
Tra i cocktail più famosi, si fa con un po' di Sicilia: le origini dell'aperitivo "rosso"
Si pensa che sulla nascita del bitter che contribuisce alla riuscita di questo famoso drink ci sia lo zampino di una nota famiglia dell'Isola, manco a dirlo, i Florio

Vincenzo Florio Jr con uno Spritz (AI)
L’origine del nome Spritz, risale al periodo asburgico, in Veneto; gli occupanti non gradendo il tasso alcolemico elevato dei vini di quel territorio, chiedevano che il calice venisse spruzzato (Spritzen!) con acqua. Questo “spruzzo” agli inizi del '900 divenne frizzate con l’introduzione dei sifoni per acqua.
C’è chi ricorda che allungare il vino era una prassi nel Trivineto, dove gli operai degli arsenali facevano uno spuntino con una focaccia, vino e acqua. Abbiamo detto che il Campari è un bitter, termine inglese e significa Amaro.
La sua nascita e diffusione ci riporta ad un uso farmaceutico di questo prodotto: un estratto alcolico dove venivano macerate o infuse, radici, cortecce, spezie, semi, erbe e frutta, il contenuto zuccherino era molto basso o nullo.
Un elisir adatto a vari problemi di salute come, digestione, infezioni, o contro l’ansia “ed il mal di vivere”. Veniva venduto in piccole bottigliette per poter essere trasportate, secondo la posologia fornita dallo Speziere, le cui gocce venivano diluite in acqua.
Era un medicinale ad ampio spettro con ingredienti che potevano andare dalla genziana, all’achillea, al chinino, cassia, assenzio, arancio amaro. I Florio Spezieri e Aromatari, li ebbero tra i loro prodotti questi ingredienti, che miscelati tra loro erano tra i rimendi più comuni ed usati. Era un amaro (bitter) adatto per ogni eventualità.
Ricordiamo come la fortuna dei Florio nacque dal grande rifornimento di erbe e spezie provenienti da tutto il mondo. Inoltre circa 200 anni fa Vincenzo Florio Senior, il marito di Giulia, fondò le Cantine Florio, producendo oltre il vino, il famoso Marsala, sia dolce che secco, insieme ad altri liquori, tra cui anche un Bitter, un amaro.
Stiamo parlando di decenni prima che Gaspare Campari sperimentasse una serie di liquori sino ad arrivare al notissimo Amaro. Che ebbe come novità di essere assunto prima dei pasti e non dopo. Da qui s’inserisce un’altra storia fatta di amicizia e condivisione, che assume i contorni della leggenda.
Conosciamo tutti Vincenzo Jr Florio, fratello di Ignazio e cognato di Franca. Il vulcanico e raffinato Vincenzo, dedito alla bellezza e all’arte, appassionato di molteplici interessi, tra cui quella l’automobilismo, fu l’ideatore della famosissima Targa Florio. Durante le gare automobilistiche ebbe modo di conoscere e diventare amico di Giuseppe Campari, pilota, parente del famoso inventore del Bitter.
Vincenzo Florio immerso in questo mondo creativo, sulla base delle conoscenze e delle ricette segrete dei liquori Florio, decise tra le tante attività, di sperimentare anche la produzione di distillati tra cui anisette, curacao, menta, e un Liquore-Bitter che chiamò VLF (iniziali del suo nome, di quello della moglie Lucie), un amaro di cui disegnò anche il logo, che avrebbe dovuto fare concorrenza al famoso "Strega".
Questa produzione, nonostante la licenza UTIF e l’impianto all’Arenella, risentì dei problemi finanziari che vessarono la famiglia Florio, impedendone la distribuzione.
Privo di fondi, con l’abbandono di finanziatori e banche da cui ottenere prestiti, non fu in grado di portare sul mercato un prodotto realizzato con la corteccia di china, must della famiglia Florio, origine della loro fortuna, con l’aggiunta di 5 erbe segrete del territorio siciliano. Chi ha avuto la fortuna di assaggiarlo, vi è ancora una ristretta produzione per occasioni speciali del liquore ai 4 Pizzi, ritiene Il bitter straordinario con preziose note amare, calde e speziate.
Sembra, e qui entriamo nel campo della leggenda, che l’amico pilota parente di Campari il liquorista, rimase colpito e chiese la ricetta a Vincenzo Florio, che in segno d’amicizia gliela donò seppur modificata.
Difficile provare che questa ricetta entrò nel notissimo Campari, la cui produzione iniziò molto prima dell’amicizia tra i due piloti, risalendo al 1860 quando, Gaspare Campari distillò, chinino, angostura, cardamomo, una miscela di erbe e spezie provenienti da luoghi lontani, (ingredienti che troviamo anche nel bitter Florio di Vincenzo Senior), pompelmo, arancio amaro, chiodi di garofano.
Per quanto riguarda Il famoso colore rosso carminio brillante il RAL 3020, del Campari, fu ottenuto da un colorante animale, attraverso l’infusione dei carapaci delle femmine di Cocciniglia, ingrediente poi sostituito con coloranti artificiali.
Il Campari è un Amaro (Bitter) in perfetto equilibrio tra dolce e amaro dal sapore inconfondibile, caldo e vellutato, base, anche se non esclusiva del famoso Spritz, che nel corso del tempo ha avuto nuove varianti come Hugo un bitter bianco a base di Fiori di Sambuco, il Braulio derivato dall’omonimo Amaro, l’Alternativo a base di succo di frutta, fino al nuovissimo Fogliarossa a base di Radicchio rosso di Treviso.
Ho parlato dello Spritz, rito conviviale per eccellenza, cercando di scoprirne per quanto è possibile, ingredienti e storia. Sarebbe bello pensare che l’esperienza e innovazione delle famose Cantine Florio, possa aver influito nella realizzazione di una delle bibite più famose al mondo.
Seppur difficile da provare, rimane il dato che nelle Cantine Florio si produceva un Bitter, prima dell’“Inconfondibile rosso dal sapore dolceamaro” e che nel '900 Vincenzo Jr, avviò la produzione di un nuovo bitter la cui ricetta seppur modificata arrivò ad uno degli esponenti della famiglia Campari.
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