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Tra i pochi sopravvissuti alla stagione del sacco: qual è il "palazzo d’affitto" di Palermo

L'edificio rappresenta sicuramente uno dei punti notevoli della narrazione Liberty di quest'ultimo tratto della via Libertà, ad angolo con la via Ugdulena

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 11 maggio 2024

Palazzo Notarbartolo - Arnone

Nel 1912 Ernesto Armò è l’autore dell’imponente Palazzo Notarbartolo-Arnone a Palermo.

Si tratta di un suggestivo organismo architettonico esemplato sul modello del secondo palazzo da pigione Utveggio di Ernesto Basile su via XX Settembre, anch’esso ritmato da eleganti paraste-lesene che spiccano aggettanti in verticale oltre la linea di imposta del muro d’attico superiore.

Ha un minore tenore "floreale" forse del progetto basiliano, ma di grande impatto empatico poiché prospiciente l’arteria di ben più vasto respiro della via Libertà.

È qui, ad angolo con la via Ugdulena, che Armò lascia spiccare il suo omaggio modernista alla tipologia del "palazzo d’affitto", a quattro piani fuori terra in cui cinque campate ordinate e sequenziali, strette tra alte paraste verticali d’ordine gigante, razionalizzano l’impaginato armonioso del prospetto su strada, governato comunque dalla rigida simmetria complessiva.

Un lieve “stilobate” rialza l’impianto rispetto al piccolo giardino antistante, parallelo alla strada.

Concluso superiormente da una tipica copertura a padiglione, sapientemente occultata dall’interessante muretto d’attico fuso alle paraste, l’edificio rappresenta sicuramente uno dei punti notevoli della narrazione liberty di quest'ultimo tratto della via Libertà, tra le poche testimonianze urbane sopravvissute alla grigia stagione del sacco edilizio.
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