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Tra i vicoli di Palermo c'è un luogo di miracoli: chi fu la piccola Santa del Papireto

La casa museo della ragazza morta a soli 17 anni (in odore di santità) è ancora oggi mèta di pellegrinaggio di devoti che chiedono e spesso ottengono il miracolo

Maria Oliveri
Storica, saggista e operatrice culturale
  • 1 novembre 2023

La Casa Museo di Maria Carmelina Leone

Carmelina Leone, la piccola grande "Santa" del Papireto, nota tra i credenti per i suoi miracoli, espressione esemplare di fede cristiana, conferma che «i santi ci sono ancora» (La Civiltà Cattolica, 1989).

La venerabile ha avuto un grande seguito dopo la sua morte, nel 1940, al punto che migliaia di mamme hanno dato il suo nome alle loro neonate.

Oggi, al civico 5 di via S. Isidoro alla Guilla, a due passi dal Monte di Pietà, nella palazzina dei nonni paterni di Maria Carmelina, vi è la Casa Museo dei Ricordi, dove sono stati trasferiti il letto in ferro battuto, il comodino, un piccolo inginocchiatoio, la macchina per cucire Singer e numerosi oggetti personali della “santa”.

Il piccolo appartamento è meta di un incessante pellegrinaggio; è aperto il giovedì e il sabato e accoglie fedeli che vengono da ogni parte del mondo: per ringraziare, per chiedere un’intercessione oppure semplicemente per pregare e per recitare il rosario.
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Alle pareti della casa sono appesi molti ex voto, di ogni forma e dimensione, in argento o in cera.

Vi sono un paio di ritratti della giovane Carmelina, diversi quadretti naif che rappresentano episodi salienti della sua vita e migliaia di fotografie che appartengono a chi ha invocato la silenziosa presenza della venerabile in un momento buio della propria esistenza e si è poi sentito "miracolato".

Si rivolgono con fede a Carmelina soprattutto giovani donne che hanno difficoltà a concepire o a partorire un bambino, mamme con bambini malati, persone afflitte da gravi patologie.

Maria Carmela Leone, una ragazzina semplice, ma di buon cuore, che sin da piccola si distinse mostrando una predisposizione per le pratiche religiose e un grande amore verso i poveri, nasceva cento anni fa, l’11 luglio del 1923, a Palermo, in Cortile Bonelli, in seno ad una famiglia numerosa.

Il padre Giuseppe (Peppino) era guardia notturna della Cassa di Risparmio e poeta dialettale popolare; la madre Santa, che era casalinga e terziaria francescana, affermava di aver chiaramente sentito una voce - qualche giorno prima del parto - che diceva: "Domani nascerà una bambina prescelta da Dio".

Il giorno successivo alla nascita di Carmelina, inoltre, con grande meraviglia, la mamma trovò nella culla della bambina del denaro e un mazzolino di rose profumatissime. Nella sua testimonianza scriveva: "il fatto si verificò quasi giornalmente, e dire che stavo attenta, sorvegliavo ognuno che veniva".

Maria Carmelina venne battezzata in Cattedrale, dopo 6 giorni dalla nascita (come era in uso in quegli anni) e a sette anni fece la prima comunione. A otto anni insegnava il catechismo ai più piccoli nella chiesa del Gesù, sotto la guida del gesuita Gaspare Giacalone. La bambina era molto generosa: donava la merenda che la mamma le preparava per la scuola, alle compagne più povere di lei. In un freddo giorno d’ inverno, vedendo passare un povero mendicante scalzo ed intirizzito, lo sfamò e gli regalò un paio di scarpe del padre.

A dodici anni, nel 1935, fece voto di castità.

Nel 1937 frequentò la scuola di cucito dove imparò l’arte del ricamo. Carmelina, era una ragazza timida e riservata, ma al tempo stesso, era rispettosa, gentile, modesta, così la ricordavano molte persone a lei vicine: ma la fanciulla sapeva già in cuor suo di essere destinata a dover morire giovane.

Infatti il 7 giugno 1938, a 15 anni, cominciava il suo calvario: si ammalava e veniva ricoverata al sanatorio Ingrassia, a causa di una grave forma di Tubercolosi, che i medici collegavano a una polmonite contratta in età infantile.

Maria Carmelina, malgrado le sofferenze, non si lamentava mai, si dimostrava una degente serena e gioiosa; si faceva ben volere da tutti, dalle suore, dai medici e dalle altre ammalate. Il 22 maggio 1939, in ospedale, le pazienti ricevevano la visita del Principe di Savoia: Umberto fece tanti auguri di buona guarigione a Maria Carmelina e le regalò 100 lire.

Nonostante la sua numerosa famiglia vivesse tra gli stenti, la fanciulla decise di dividere questo denaro con le altre compagne di stanza. Lei era fatta così… Carmelina, una volta guarita, tornò a casa e diverso tempo dopo veniva notata dal carabiniere Guerrino, che ne chiedeva la mano al padre Peppino Leone.

Questi, sapendo cosa avrebbe risposto Carmelina, disse: “Mi dispiace ma mia figlia è stata 2 anni in sanatorio, ed è convinta che morirà presto…inoltre dice che si è promessa al Signore.” Il carabiniere chiese di poter parlare con Carmelina, ma dalla ragazza ottenne la medesima risposta.

Quando l'Italia entrò in guerra, il carabiniere partì per l’Africa, all'alba del 24 maggio 1941, con il transatlantico "Conte Rosso", che trasportava le truppe in Libia e che poco a largo della costa fu silurato da un sommergibile inglese e affondò.

Si salvarono solo alcuni militari, tra questi il Guerrino, che tornato a Palermo nel 1942, raccontò, che mentre era in acqua, aveva invocato l'aiuto di Carmelina, sapendo che la ragazza ormai era in cielo: lei era apparsa e gli aveva tenuto la mano, fino a quando il giovane non era stato tratto in salvo.

Guerrino sapeva dunque che Carmelina era morta: otto mesi dopo esser stata dimessa dal sanatorio, il 22 luglio 1940, aveva una ricaduta ed era stata costretta a ritornare in ospedale. Le sue condizioni di salute erano peggiorate sempre di più e la fanciulla aveva chiesto ai suoi genitori di riportarla a casa.

Ai familiari diceva: "la morte non mi spaventa, andrò dove c'è "la Luce", solo mi addolora il pensiero di lasciarvi”. Nella casa di famiglia in via Piave, Maria Carmelina era spirata serenamente, con il crocifisso tra le mani, la mattina del 1 Ottobre 1940.

Poco prima di spegnersi aveva sognato quattro sante, Rosalia, Agata, Lucia e Brigida, che le avevano detto che a breve sarebbe stata con loro e otto giorni prima di esalare l’ultimo respiro, aveva confidato ai suoi genitori il giorno esatto della sua morte.

Molti hanno testimoniato che al momento del transito un raggio di luce l’aveva illuminata a lungo. Prima di abbandonare questo mondo la piccola santa avrebbe detto: "Chiamatemi quando sarò lassù nei vostri bisogni, ed io sarò presente e pregherò per voi!" Carmelina fu sepolta al cimitero di Santa Maria dei Rotoli, ma il 5 novembre 1946 venne spostata al cimitero dei cappuccini.

Dopo la fine della costruzione della chiesa di San Caterina da Siena a Falsomiele, si pensò di trasferire qui la salma della venerabile, che fu traslata in una cappella, con una solenne concelebrazione Eucaristica, presieduta dal Cardinale Salvatore De Giorgi, il 10 Luglio 1999. Dalla voce popolare Carmelina fu subito considerata una "piccola santa", dispensatrice di miracoli.

I devoti hanno raccontato tanti episodi che si riferivano a Maria Carmelina Leone come una mistica contemplativa che spesso prevedeva il futuro e aveva visioni chiare.

Nel 1973 venne costituito un comitato d’onore per iniziare il cammino della beatificazione di Carmelina Leone e 13 anni dopo, l’11 luglio 1986, a Casa Professa, si concludeva il processo canonico diocesano presieduto dal Cardinale Salvatore Pappalardo: l’8 Aprile 1997 Maria Carmelina veniva dichiarata venerabile.

L’Arcivescovo di Palermo, il cardinale Salvatore De Giorgi, ebbe a dire: “Ma che cosa ha fatto di straordinario la nostra Venerabile Maria Carmelina Leone?

Di straordinario nulla: ma ha vissuto in modo straordinario la sua vita di ogni giorno a casa, a scuola, in chiesa, nel laboratorio di taglio e cucito, in ospedale, nell’amore totale al Signore e, di conseguenza, nell’amore totale al prossimo. Questa è la vera santità”.
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