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Tramonti, mare e fichi d'India su capannoni e muri di cinta: Ustica si tinge d'estate

Francesco Di Raimondo, classe 1988, é un giovane architetto che è diventato la "mano libera" di Ustica: la fantasia contro il degrado e il grigio di capannoni e muri

  • 25 luglio 2019

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Un capannone per il "progetto Barracca" e un intero muro di cinta diventano tele su cui colorare il volto più estivo dell'isoletta del Mediterraneo: Ustica è stata "presa d'assalto" dalla fantasia e della creatività di un giovane architetto che, senza scopo di lucro, ha decorato alcuni luoghi definiti da lui "grigi".

Lui si chiama Francesco Di Raimondo, classe 1988, ed è diventato la "mano libera"di Ustica. Un intero capannone che si trova nella proprietà di amici è stato pennellato a mano e alcuni tristi gazebi grigi usati come magazzini perr gli attrezzi sono stati invece valorizzati a colpi di bombolette e diventati enormi disegni di pale di fichi d’india dai colori accesi.

«I murales li ho sempre realizzati per la mia famiglia - afferma Francesco - sia ad Ustica che in altre proprietà di amici che dopo averli visti commissionavano i miei lavori, ma sempre senza altro fine se non quello di arricchire il nostro spazio di vita quotidiano con un pizzico di soggettiva creatività - continua - La scorsa estate ho pennellato un intero muro di cinta, adesso invece sto lavorando al progetto "Barracca" su un vecchio capannone degli attrezzi».
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Nessun fine di lucro dunque, ma solo il piacere di fare della propria passione per l’arte e per la pittura un buon proposito: ridare vita e colore a tanti scorci prima tristemente anonimi.

«Come pittore, sono un autodidatta - continua - ma in Svizzera e all’estero ho partecipato a diverse mostre e concorsi dedicati ai giovani artisti». Si é diplomato all’Accademia di Architettura della Svizzera italiana a Mendrisio, ma nonostante il quotidiano rigore di squadrette e compasso, Francesco non ha dimenticato la sua passione per l’arte, quella libera e creativa.

Ha cominciato riprendendo e mettendo online qualche lavoretto artistico realizzato tra le mura di casa sua a Ustica, e ha finito poi con l’imbrattare della sua creatività anche i muri di quanti gli chiedessero di aver regalato un murales.

«Ho vissuto e lavorato in Svizzera, Australia e Spagna e dopo più di dieci anni di formazione all’estero, adesso ho finalmente deciso di voler tornare a Palermo, mia città natale, per intraprendere la libera professione, così da poter coniugare qui la mia professione di architetto con la mia passione per l’arte».

«Di progetti per la testa ne ho diversi - conclude Francesco - ed ora che ho deciso di fare di Palermo la mia nuova e definitiva casa, spero di poterli realizzare».
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