ITINERARI E LUOGHI
Un angolo di storia (e natura) che resiste: in Sicilia c'è un gioiello archeologico da scoprire
È uno dei più vasti complessi catacombali del Val di Noto, in una delle aree più industrializzate dell'Isola. Qui restano i segni di quello che fu un paradiso naturale

Le catacombe del Mulinello
Un gioiello archeologico nel cuore di un territorio segnato dalla modernità industriale.
Dalla preistoria al paleocristianesimo, le catacombe del Mulinello di Augusta custodiscono un patrimonio che meriterebbe più tutela e valorizzazione. Infatti è un ponte tra passato e futuro che andrebbe maggiormente protetto.
È uno dei più vasti complessi catacombali del Val di Noto, ma incastonato in una delle aree più industrializzate della Sicilia. Tra raffinerie e impianti chimici, resiste un angolo di natura che ha incredibilmente superato decenni di espansione industriale. Quasi a preservare un passato che riesce a sopravvivere nonostante il progresso e la modernità.
L’area si trova lungo il fiume Mulinello. Nasce dai monti Pancali e Iuvino, attraversa i comuni di Melilli e Augusta e sfocia nel suo porto. Le sue origini risalgono alla preistoria e all’antichità paleocristiana.
Infatti si parla di prime tracce di questo insediamento sin dall’Età del Bronzo: in particolare sono stati rinvenuti una necropoli con tombe a grotticella artificiale dotate di volta a tholos e ingressi monumentali scolpiti nella roccia, relative alla cultura di Thapsos.
Tra i reperti che sono maggiormente emersi durante le campagne di scavo ci sono vasi, resti di un insediamento primitivo del VI–V millennio a.C., tra cui basi circolari di capanne, drenaggi e fori per pali sulla roccia.
Sul sito la catacomba paleocristiana è stata scavata nel III–IV secolo d.C. e utilizzata fino all’inizio dell’epoca bizantina. La scoperta del sito si deve all’archeologo Paolo Orsi che poi avviò le campagne di scavo. Inoltre è stata studiata da Joseph Führer e Viktor Schultze.
La catacomba è scavata ai piedi del Cozzo del Monaco, il cui nome risalirebbe a qualche presenza religiosa nel luogo. Due grandi aree la compongono: si trovano fosse terragne ma anche arcosoli polisomi. Presenti anche i resti, in parte distrutti, di due monumentali sepolture a baldacchino.
Questa tipologia di tombe, probabilmente ospitava membri particolarmente importanti della comunità, forse martiri o religiosi.
La catacomba oltre alle suggestive tombe a baldacchino presenta tombe a fossa e sulle pareti tombe con grandi arcosoli polisomi. Sulla sommità della collina ci sarebbero resti di una suggestiva masseria. In passato sono stati fatti dei lavori di recupero nell’area ma attualmente è stata abbandonata.
Fino a pochi decenni fa, questa zona era ricordata come un vero e proprio paradiso naturale, tra macchia mediterranea e coste incontaminate, paragonabili persino a Vendicari. Oggi, gran parte di quel paesaggio è scomparso a favore dell’industrializzazione, che se ha portato ricchezza ha comunque modificato di molto questo bellissimo territorio.
Tuttavia, tra i segni evidenti di una trasformazione irreversibile, un frammento prezioso del passato è sopravvissuto. Le catacombe, testimonianza di insediamenti antichissimi, sono rimaste intatte.
Un piccolo miracolo che fa pensare come anche nei luoghi più compromessi, la storia può resistere.
Tocca alle nuove generazioni innamorarsene, riconoscerla e a proteggerla.
Il sito, che è stato anche censito dal Fai, il Fondo ambiente italiano, è accessibile ma si possono comunque fare delle escursioni con delle associazioni o guide turistiche autorizzate per poter godere in massima sicurezza delle ricchezze del luogo.
Dalla preistoria al paleocristianesimo, le catacombe del Mulinello di Augusta custodiscono un patrimonio che meriterebbe più tutela e valorizzazione. Infatti è un ponte tra passato e futuro che andrebbe maggiormente protetto.
È uno dei più vasti complessi catacombali del Val di Noto, ma incastonato in una delle aree più industrializzate della Sicilia. Tra raffinerie e impianti chimici, resiste un angolo di natura che ha incredibilmente superato decenni di espansione industriale. Quasi a preservare un passato che riesce a sopravvivere nonostante il progresso e la modernità.
L’area si trova lungo il fiume Mulinello. Nasce dai monti Pancali e Iuvino, attraversa i comuni di Melilli e Augusta e sfocia nel suo porto. Le sue origini risalgono alla preistoria e all’antichità paleocristiana.
Infatti si parla di prime tracce di questo insediamento sin dall’Età del Bronzo: in particolare sono stati rinvenuti una necropoli con tombe a grotticella artificiale dotate di volta a tholos e ingressi monumentali scolpiti nella roccia, relative alla cultura di Thapsos.
Tra i reperti che sono maggiormente emersi durante le campagne di scavo ci sono vasi, resti di un insediamento primitivo del VI–V millennio a.C., tra cui basi circolari di capanne, drenaggi e fori per pali sulla roccia.
Sul sito la catacomba paleocristiana è stata scavata nel III–IV secolo d.C. e utilizzata fino all’inizio dell’epoca bizantina. La scoperta del sito si deve all’archeologo Paolo Orsi che poi avviò le campagne di scavo. Inoltre è stata studiata da Joseph Führer e Viktor Schultze.
La catacomba è scavata ai piedi del Cozzo del Monaco, il cui nome risalirebbe a qualche presenza religiosa nel luogo. Due grandi aree la compongono: si trovano fosse terragne ma anche arcosoli polisomi. Presenti anche i resti, in parte distrutti, di due monumentali sepolture a baldacchino.
Questa tipologia di tombe, probabilmente ospitava membri particolarmente importanti della comunità, forse martiri o religiosi.
La catacomba oltre alle suggestive tombe a baldacchino presenta tombe a fossa e sulle pareti tombe con grandi arcosoli polisomi. Sulla sommità della collina ci sarebbero resti di una suggestiva masseria. In passato sono stati fatti dei lavori di recupero nell’area ma attualmente è stata abbandonata.
Fino a pochi decenni fa, questa zona era ricordata come un vero e proprio paradiso naturale, tra macchia mediterranea e coste incontaminate, paragonabili persino a Vendicari. Oggi, gran parte di quel paesaggio è scomparso a favore dell’industrializzazione, che se ha portato ricchezza ha comunque modificato di molto questo bellissimo territorio.
Tuttavia, tra i segni evidenti di una trasformazione irreversibile, un frammento prezioso del passato è sopravvissuto. Le catacombe, testimonianza di insediamenti antichissimi, sono rimaste intatte.
Un piccolo miracolo che fa pensare come anche nei luoghi più compromessi, la storia può resistere.
Tocca alle nuove generazioni innamorarsene, riconoscerla e a proteggerla.
Il sito, che è stato anche censito dal Fai, il Fondo ambiente italiano, è accessibile ma si possono comunque fare delle escursioni con delle associazioni o guide turistiche autorizzate per poter godere in massima sicurezza delle ricchezze del luogo.
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