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Un capolavoro floreale che non esiste più: il palazzo "inghiottito" dal sacco di Palermo

Con un po' di immaginazione, vi sveliamo uno degli edifici più belli divorato dal "sacco". Parliamo di Palazzo Russo-Radicella, costruito dall'allievo di Basile

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 18 luglio 2023

Palazzo Russo - Radicella in Via Roma a Palermo

È ancora tutto da strutturare quel ragionamento eminentemente “economico” in grado di restituire in termini oggettivi e attualizzati il danno subito dalla città a causa della ferventissima attività demolitiva della parentesi del cosiddetto “sacco di Palermo”.

Un danno economico che corre in parallelo con quello ambientale e monumentale, un danno epocale provocato dalla commistione puntuale e strutturata tra interessi politici e privati, un danno arrecato al corpo sano della grande bellezza Liberty della scuola basiliana di Palermo.

Frammenti di rara armonia cancellati dalla memoria urbana e dunque da quella collettiva in cui, dal maestro agli allievi, non si è voluto risparmiare nessuno.

Tra i maggiori capolavori della stagione floreale letteralmente divorati dall’oblio figura l’edificio realizzato per Pietro Russo-Radicella, opera matura di Salvatore Benfratello "l'allievo integrale" di Ernesto Basile.
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Sito dopo la chiesa Anglicana, lungo il tratto finale della via Roma e di fronte il Grand Hotel Des Palmes, l’edificio dall’angolo stondato si elevava per quattro piani fuori terra con piccolo ammezzato soprastante il piano terra adibito a botteghe.

Un edificio severo e ben risolto in ogni singola parte rispondente "inderogabilmente" al complessivo ordinamento globale, e in cui la decorazione delle plastiche scultoree di Gaetano Geraci unitamente ai sinuosismi dei ferri battuti governavano lo spazio urbano circostante al poste del quale, dalla metà circa degli anni Settanta insiste un edificio pluripiano in cemento armato.

Di “alto Art Nouveau” parlerà Gianni Pirrone a proposito del Palazzo cancellato, ma ancora visibile nei primi anni Settanta, quando rimase eternato dai sublimi chiaroscuri fotografici di Ferdinando Scianna per il Palermo Liberty dello stesso Pirrone.

Poco meno di mezzo secolo ci separa dagli ultimi “delitti architettonici” perpetrati in città, un tempo breve con ferite ancora aperte a cui è indispensabile fornire nuove prospettive.
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