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Un "Fiume di Vita" tra Danisinni e Palazzo Reale: così rinasce l'antica scalinata araba

Il murale, realizzato dall'artista Igor Scalisi Palminteri, fa parte del progetto di valorizzazione dell’iconologia arabo-normanna avviato dalla Fondazione Federico II

Balarm
La redazione
  • 28 luglio 2023

Sono separati da soli settecento metri, eppure il quartiere sembra un microcosmo lontano dal centro e molti palermitani affermano di non conoscerlo. Adesso ad unire Danisinni a Palazzo Reale è Fiume di vita.

Il murale, realizzato dall'artista Igor Scalisi Palminteri insieme a una squadra di mastri muratori, fa parte del progetto di valorizzazione dell’iconologia arabo-normanna avviato dalla Fondazione Federico II. Sorge, infatti, dove un tempo si sviluppava l'antica scalinata araba, passaggio pedonale strategico che univa il quartiere ai palazzi del potere.

«"Fiume di vita" – spiega l'assessore comunale alla Cultura, Giampiero Cannella - è un progetto di riqualificazione dall'altissimo valore simbolico per il quartiere Danisinni. È un intervento tangibile che rientra nel più ampio percorso di valorizzazione dell’identità storica del luogo, creando un legame, sempre più stretto, tra i siti dell’itinerario arabo -normanno».

Geograficamente Danisinni è il territorio della depressione naturale di un terreno che un tempo raccoglieva le acque del fiume Papireto, uno dei fiumi che attraversava Palermo. Il tema dell’acqua e l’iconologia arabo-normanna ritornano nel murales di Palminteri. Un satellite da ammirare che riporta alla bellezza dei mosaici della Cappella Palatina.

«Nel momento in cui la Fondazione Federico II e Frà Mauro mi hanno chiesto intervenire - spiega Palminteri - già due anni fa, ho subito pensato al mosaico e al Papireto, del quale mi parlano sempre, che è lì, presente sotto terra. Attraverso una mimesi lo rappresentiamo e lo evochiamo, non come malinconia del passato, ma come trampolino per poter spiccare il volo e tuffarci dentro quest’acqua».

Grazie al murale, Danisinni riacquista l'identità passata, ormai dai più dimenticata.
«L’arte, ancora una volta, riesce ad unire – afferma Patrizia Monterosso, direttrice della Fondazione Federico II - , questa volta ricreando un legame concettuale di identità culturale e sociale tra uno dei luoghi più visitati, ovvero il Palazzo Reale e un quartiere che sta cercando di uscire da una marginalità immeritata».
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