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Un pezzo di terreno in regalo per la laurea, Roberto non ha dubbi: così rimango in Sicilia

Ha 24 anni e si è laureato in Scienze e Tecnologie alimentari a Catania. Roberto ha scelto un terreno ai piedi dell'Etna per coltivare e produrre le sue piante aromatiche

  • 10 gennaio 2020

Roberto Carbone

C’è chi come regalo di laurea opta per un viaggio all’estero, chi per l’acquisto dell’ultimo smartphone in commercio, e chi invece decide di farsi regalare da mamma e papà un terreno agricolo da coltivare.

Roberto Carbone, 24 anni, si è laureato alla triennale in "Scienze e Tecnologie Alimentari" (una branca della facoltà di Agraria) all’università di Catania e, senza tanti dubbi, immagina già il suo futuro come imprenditore agricolo in Sicilia: ecco perché in occasione della laurea ha scelto di ricevere come regalo dai suoi genitori un pezzetto di terra da coltivare.

Il terreno si trova nella zona dell’Etna, precisamente a Trecastagni, un piccolo paesino poco a sud est del vulcano dove Roberto ha avviato la sua produzione di piante aromatiche di vario genere. Il giovane catanese coltiva tutte le spezie comunemente usate in cucina: rosmarino, origano, menta, lavanda, salvia, timo e anche una pianta particolare, l’elicriso, che cresce spontaneamente in quella zona vulcanica e che ha un gusto a metà tra quello del finocchietto e quello della liquirizia.
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«Prima di scegliere questo terreno ne ho visti tanti, ma ho scelto questo perché il primo giorno camminando lungo il percorso nel bosco ho incontrato tra i miei passi dei fiori simili allo zafferano, che oggi fanno parte della mia scuderia di piantine», dice Roberto.

Con una mamma insegnante di latino e greco e un papà geometra, Roberto ha preferito seguire le orme agricole del nonno che aveva degli appezzamenti di terreno a Nicolosi. Da quasi due anni ha avviato la sua azienda agricola di erbe aromatiche che odorano di Mediterraneo. Prima ha iniziato con l'installazione degli impianti e già l'estate scorsa si è dedicato al raccolto.

Ha chiamato la sua azienda "Sari", termine con cui nell’antico dialetto catanese venivano definiti gli enormi sassi neri che si trovano ai piedi dell’Etna e di cui racconta anche nei suoi scritti lo storico Tommaso Fazzello, rimasto colpito dalla bellezza del paesaggio dell’Etna durante una passeggiata a cavallo.

«Diversamente da tanti giovani, io ho deciso di rimanere in Sicilia e di costruire qui il mio futuro, sia perché questa è casa mia sia perché questa terra da un punto di vista agro-alimentare offre tantissimo e i suoi prodotti sono invidiati in tutto il mondo».
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