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Un quartiere sotterraneo che faceva dispetto ai potenti: cose di Palermo che non sai

Nel 1600 si creò al di sotto della via Maqueda un passaggio a volta che collegava la Conceria alla “Bocceria Nuova” (Vucciria): venne chiuso durante i Moti del 1820

  • 19 agosto 2019

Palermo vista sul centro storico

Questo antico rione di Palermo faceva parte del quartiere di Porta Patitelli, sviluppatosi durante il periodo medievale al di là delle bassure del fiume Papireto.

La presenza di questo fiume fu basilare ai conciatori di pelle che si erano trasferiti sulle sue sponde: essi, infatti, per esercitare il loro mestiere avevano bisogno di molta acqua per le varie lavorazioni. Le prime notizie ufficiali di questo luogo sono menzionate in un atto notarile del 1287, in cui si è scritto: "fiume che scende dalla Conceria".

Il tessuto viario di questa zona era molto intrigato, con vie strette e tortuose, luogo in cui esercitavano la loro "professione" ladri e prostitute e nel sottosuolo c’erano anche alcuni condotti che venivano sfruttati dai malviventi per nascondersi. Nel corso dei secoli la zona diventò molto malsana a causa dei miasmi che le pelli esalavano durante la lavorazione e infine, nell’anno 1567, il corso del fiume Papireto fu convogliato in un condotto sotterraneo al fine di bonificare la zona e per le frequenti inondazioni e i conciatori rimasero sul luogo.
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Nel 1600, con l’apertura della via Maqueda, si creò un dislivello tra la strada ed una parte del rione Conceria. Si creò quindi, al di sotto della via Maqueda un passaggio a volta che collegava la Conceria alla “Bocceria Nuova” (Vucciria) che si sviluppava tra la via Calderai e la Discesa dei Giovenchi.

Nel muro meridionale di questo passaggio, nel 1602, fu dipinta su una lastra d’ardesia l’immagine della Madonna delle Grazie.

Anche se il luogo era umido ed angusto, in breve tempo l’immagine divenne oggetto di culto non solo dai popolani. Nel 1641, il vicerè Don Giovanni Alfonso Enriquez de Caprera, Grande Almirante di Castiglia, molto devoto a questa sacra immagine, fece erigere una chiesa in onore della Madonna delle Grazie.

La chiesa fu denominata dal popolo Madonna della Volta, per ricordare l’antica immagine. La chiesa fu costruita in prossimità dove c’era l’immagine, dalla parte della Conceria. La prima pietra fu posta dallo stesso Vicerè il 19 Dicembre 1641 ed i lavori furono ultimati nel Gennaio 1643. Il prospetto principale della Chiesa era rivolto a Mezzogiorno, per superare il dislivello tra la via Maqueda e l’entrata della chiesa, fu costruita una scalinata.

Dal numero dei gradini, il popolo denominò la chiesa dei “ventitrì scaluna” (ventitré gradini). L’antica immagine che si trovava sotto la volta fu trasferita all’interno della chiesa. L’interno della chiesa era di ottima fattura, decorata con stucchi e pitture, la volta fu eseguita dal pittore Borromans. Il Senato palermitano nel 1643 dichiarò la Madonna della Volta, Patrona di Palermo.

Durante i Moti cittadini del 1820, molti rivoltosi trovarono rifugio proprio in questa zona, quindi, ripristinato l’ordine il Tenente Generale borbonico Don Vito Nunziante dispose la chiusura di tutti i sotterranei tra loro comunicanti e la demolizione di alcuni isolati civili allo scopo di diradare le costruzioni, creando così una piazza che venne adibita a mercato.

Nacque così la piazza Nuova o Mercato Nuovo, al centro del quale fu collocata una fontana e vi si costruì una grande tettoia per la vendita coperta.

Nel 1892/93, il Piano di Risanamento di Palermo redatto dall’ingegnere comunale Felice Giarrusso e la realizzazione del primo tratto della via Roma (compreso tra la Via Vittorio Emanuele e la Via Bandiera) modificarono ulteriormente la zona ma tra il 1929 ed il 1932 avvenne uno sventramento che distrusse completamente l’antico assetto della zona.

Sull’area sorsero grandi edifici di anonima architettura e la Galleria della Vittoria. Furono demolite la chiesa parrocchiale di Santa Margherita che dava sulla piazza Nuova, le chiese di San Rocco il cui ingresso era in via Maqueda e della Madonna della Volta con i suoi famosi 23 gradini (vintitrì scaluna) che immettevano dalla zona depressa della Conceria alla Via Maqueda, la chiesa di San Pietro martire, quella di Gesù e Maria e quella di Sant’Angelo Carmelitano.

Fu definitivamente cancellata ogni traccia dell’antico quartiere. Anche la toponomastica cittadina fu stravolta, neanche una denominazione fu riportata. Nacquero le nuove strade: via Napoli e via Bari.
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