Una discarica trasformata in oasi: in un agrumeto di Lipari ora ci sono i "Gatti Felici"
La storia di un sogno e di un’amicizia tra donne coraggiose che, non riuscendo a rimanere indifferenti davanti al brutto, trasformano la noncuranza in bellezza
L'ingresso de "I Gatti Felici di Lipari"
Due donne, un terreno abbandonato e una passione che le unisce da sempre: quella per gli animali. Così nasce l’oasi “Gatti felici di Lipari”, dove oggi «vivono in armonia circa 30 mici fortunati e 19 cuccioli in transito pronti per essere adottati».
Siamo a Lipari, in un giardino in pieno centro storico, e questa è la storia di un sogno e di un’amicizia che vede protagoniste delle donne coraggiose che, non riuscendo a rimanere indifferenti dinnanzi al brutto, decidono di trasformare la noncuranza in bellezza.
È un giorno d’estate dell’ormai lontano 2012. Norma Chiarelli, romana di nascita ma liparese d’adozione, ama camminare a piedi in quell’isola che tanto l’ha stregata vent’anni fa e che col tempo è diventata la sua nuova casa.
Proprio passando in uno dei tanti vicoli del paese nota qualcosa di strano. Non lo decifra immediatamente, così decide di «ritornarci per rivivere e capire il turbamento provato qualche giorno prima». Alla ricerca della sua sensazione, si ritrova davanti a «un cancello di legno semi aperto e rovinato, da dove sbucano sei gatti malconci».
Non può lasciarli soli e affamati, ecco quindi che da quel momento ogni giorno i sei pelosi cominceranno a ricevere un pasto e tanto affetto. Finché Norma, curiosa di sbirciare oltre quel cancello, ha «il coraggio di aprirlo e di entrare». Scoprendo così un agrumeto comunale pieno di arance e mandarini, ma anche colmo di rifiuti e immondizia che ne coprono l’incanto.
Proprio in questa «discarica e in mezzo a una selva di canne che cresceva indisturbata» i gatti avevano trovato dimora. A dire il vero, c’era già qualcuno che si occupava di loro. Era Lucia.
Con lei Norma inizierà a fare i turni per coccolare quei mici abbandonati al loro destino e con lei instaurerà quel rapporto d’amicizia fondamentale per dare inizio al paradiso felice in cui la colonia di gatti tuttora risiede.
«Abbiamo cominciato a ripulire il posto a poco a poco, ci sono voluti 5 camion per portare via l’immondizia» - racconta Norma - «Poi, grazie al sostegno di altri volontari e alle donazioni, siamo anche riuscite a comprare un piccolo chalet di legno e a migliorare il giardino, divenendo un’oasi riconosciuta ufficialmente dall’ENPA».
Oggi, «nonostante il Comune non abbia mai voluto interessarsene, si può dire che è un’eccellenza, soprattutto qui in Sicilia dove i gattili e i canili spesso non sono ben tenuti». Un piccolo gioiello dove tantissimi felini fortunati sono riusciti a trovare famiglia e dove tanti altri sono venuti alla luce.
Dove, come dice il professor Gianluca Veneroso, «Norma, (gattara DOC a cui mancano solo coda e baffi per dirsi felina a tutti gli effetti), Tina, Cristina, Enrico, Marisa, Luana, Annachiara, Sylvie, Adeline e Christine lasciano i panni dei soliti volontari ENPA, per divenire mamme, papà, sorelle di queste tenere palle di pelo».
Non un luogo qualunque, quindi.
"I gatti felici di Lipari" è una realtà speciale che, nel tempo, è diventata anche un’importante attrazione turistica: basti pensare che è citata sulla Lonely Planet, la guida più famosa al mondo, e che Licia Colò vi ha perfino dedicato parte di una puntata del suo programma “Eden”.
E non è tutto.
Perché dai racconti di Norma alla scrittrice Tina Squaddara, durante il lockdown, è nato anche un libro che sta avendo molto successo e, grazie al quale, si stanno raccogliendo ulteriori donazioni utili a far crescere “la casa dei gatti” ancor di più. Una felicità non da poco per chi, come “la gattara” da cui è partito tutto, crede che «donare senza aspettarsi nulla in cambio sia una delle più grandi magie della vita».
«Il ritorno che ne deriva è comunque incredibile. Grazie a questo posto ho conosciuto moltissime persone. È il mio stargate quotidiano, quella porta che mi permette di tessere tele d’amicizia con persone provenienti da tutto il mondo, per uscire fuori dall’isolamento che un’isola per definizione provoca» - ci racconta -.
«E poi i gatti sono perfetti e rappresentano la libertà. La libertà di sceglierti. Ce ne sono alcuni che, anche dopo anni di cure, non vogliono avere a che fare con me, altri invece che mi aspettano ogni mattina fuori dal cancello e mi accolgono gioiosi».
Insomma, un rifugio meraviglioso dove vale la pena far tappa se ci si trova a Lipari e che speriamo possa, prima o poi, ricevere un sostegno concreto anche da parte dell’amministrazione comunale.
Siamo a Lipari, in un giardino in pieno centro storico, e questa è la storia di un sogno e di un’amicizia che vede protagoniste delle donne coraggiose che, non riuscendo a rimanere indifferenti dinnanzi al brutto, decidono di trasformare la noncuranza in bellezza.
È un giorno d’estate dell’ormai lontano 2012. Norma Chiarelli, romana di nascita ma liparese d’adozione, ama camminare a piedi in quell’isola che tanto l’ha stregata vent’anni fa e che col tempo è diventata la sua nuova casa.
Proprio passando in uno dei tanti vicoli del paese nota qualcosa di strano. Non lo decifra immediatamente, così decide di «ritornarci per rivivere e capire il turbamento provato qualche giorno prima». Alla ricerca della sua sensazione, si ritrova davanti a «un cancello di legno semi aperto e rovinato, da dove sbucano sei gatti malconci».
Non può lasciarli soli e affamati, ecco quindi che da quel momento ogni giorno i sei pelosi cominceranno a ricevere un pasto e tanto affetto. Finché Norma, curiosa di sbirciare oltre quel cancello, ha «il coraggio di aprirlo e di entrare». Scoprendo così un agrumeto comunale pieno di arance e mandarini, ma anche colmo di rifiuti e immondizia che ne coprono l’incanto.
Proprio in questa «discarica e in mezzo a una selva di canne che cresceva indisturbata» i gatti avevano trovato dimora. A dire il vero, c’era già qualcuno che si occupava di loro. Era Lucia.
Con lei Norma inizierà a fare i turni per coccolare quei mici abbandonati al loro destino e con lei instaurerà quel rapporto d’amicizia fondamentale per dare inizio al paradiso felice in cui la colonia di gatti tuttora risiede.
«Abbiamo cominciato a ripulire il posto a poco a poco, ci sono voluti 5 camion per portare via l’immondizia» - racconta Norma - «Poi, grazie al sostegno di altri volontari e alle donazioni, siamo anche riuscite a comprare un piccolo chalet di legno e a migliorare il giardino, divenendo un’oasi riconosciuta ufficialmente dall’ENPA».
Oggi, «nonostante il Comune non abbia mai voluto interessarsene, si può dire che è un’eccellenza, soprattutto qui in Sicilia dove i gattili e i canili spesso non sono ben tenuti». Un piccolo gioiello dove tantissimi felini fortunati sono riusciti a trovare famiglia e dove tanti altri sono venuti alla luce.
Dove, come dice il professor Gianluca Veneroso, «Norma, (gattara DOC a cui mancano solo coda e baffi per dirsi felina a tutti gli effetti), Tina, Cristina, Enrico, Marisa, Luana, Annachiara, Sylvie, Adeline e Christine lasciano i panni dei soliti volontari ENPA, per divenire mamme, papà, sorelle di queste tenere palle di pelo».
Non un luogo qualunque, quindi.
"I gatti felici di Lipari" è una realtà speciale che, nel tempo, è diventata anche un’importante attrazione turistica: basti pensare che è citata sulla Lonely Planet, la guida più famosa al mondo, e che Licia Colò vi ha perfino dedicato parte di una puntata del suo programma “Eden”.
E non è tutto.
Perché dai racconti di Norma alla scrittrice Tina Squaddara, durante il lockdown, è nato anche un libro che sta avendo molto successo e, grazie al quale, si stanno raccogliendo ulteriori donazioni utili a far crescere “la casa dei gatti” ancor di più. Una felicità non da poco per chi, come “la gattara” da cui è partito tutto, crede che «donare senza aspettarsi nulla in cambio sia una delle più grandi magie della vita».
«Il ritorno che ne deriva è comunque incredibile. Grazie a questo posto ho conosciuto moltissime persone. È il mio stargate quotidiano, quella porta che mi permette di tessere tele d’amicizia con persone provenienti da tutto il mondo, per uscire fuori dall’isolamento che un’isola per definizione provoca» - ci racconta -.
«E poi i gatti sono perfetti e rappresentano la libertà. La libertà di sceglierti. Ce ne sono alcuni che, anche dopo anni di cure, non vogliono avere a che fare con me, altri invece che mi aspettano ogni mattina fuori dal cancello e mi accolgono gioiosi».
Insomma, un rifugio meraviglioso dove vale la pena far tappa se ci si trova a Lipari e che speriamo possa, prima o poi, ricevere un sostegno concreto anche da parte dell’amministrazione comunale.
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