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Una "storia diversa in ogni piega": come nascono gli origami (etnei) di Valentina

Ci sono persone che hanno il dono di comunicare chi sono attraverso quello che fanno, con delicatezza e cura. Una di queste è Valentina Mannino, origamista per caso

  • 12 aprile 2021

Valentina Mannino

Ci sono persone che hanno il dono di comunicare chi sono attraverso quello che fanno, con delicatezza e cura.

Una di queste è Valentina Mannino, origamista per caso che piega la carta realizzando deliziosi «pezzi unici che racchiudono una storia diversa in ogni piega». «Sempre con lieto fine», ci tiene a precisare, esattamente come la sua vita.

Valentina, etnea di nascita e di cuore, per dieci anni infatti si ritrova a essere ciò che non è, studiando DAMS e lavorando in Piemonte come addetta alla formazione per controllo qualità in un’azienda che si occupa della gestione di servizi alle imprese.

Dopo «anni davvero molto bui in cui la non vita è stata la vita», a un certo punto si rende conto di essere davanti a un bivio: «morire lentamente o tornare a casa dalle proprie radici» per riprendere il filo della propria esistenza? Sceglie la seconda opzione e nel 2012 fa i bagagli per ripercorre la strada al contrario, bussando nuovamente alla porta di quella terra che aveva lasciato in passato ma che la aiuterà a essere chi è oggi.
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«Senza nulla in mano e con un foglio bianco da riempire», Valentina scopre l’arte degli origami per noia, in una calda giornata d’estate del 2017. Mentre prende un caffè, «senza soldi e senza futuro», nella marea spesso vuota di Facebook, viene attirata da un video tutorial su come realizzare una farfalla di carta.

Ne è talmente attratta che decide di provarci. Quando finalmente la farfalla “prende vita”, con l’origami finito tra le mani, si rende conto di qualcosa di sorprendente: mentre la realizzava, piega dopo piega, tutte le ansie andavano via e i pensieri si arrestavano.

Così comincia a farne altre, altre e altre ancora: «A volte sono le passioni a travolgerti, non sei tu a sceglierle. Come diceva Penelope Cruz in un film, la vita è fatta di tanti piccoli segni che ti vengono a cercare ed è quello che è successo anche a me in quel periodo. È come se tutto intorno, da quel momento in poi, cominciasse a dirmi “Piega, piega, piega”».

Valentina inizia quindi a raccogliere le coincidenze che il destino le getta qua e là, trasformando la fragilità della carta in forza e non fermandosi più. Essendo autodidatta, è grazie alla sua ostinata volontà, allo studio matto e disperato e alle infinite prove che oggi il mondo degli origami non ha più segreti per lei. Un mondo dove ha poi messo del suo, mescolando la Sicilia all’Oriente e viceversa.

Le sue pagine Facebook e Instagram Kamiorigami.com ne sono la prova. Sono un tripudio di colori, bellezza e trasformazione.

«Da un pezzo di carta si può creare qualsiasi forma, ma quello che mi interessava era trovarne un’applicazione, facendola divenire altro nell’altro ancora. In fondo, io nel corso degli anni sono stata tante cose diverse e mi riconosco in tutte. Perché quindi non possono trasformarsi anche gli origami?».

Ecco come le sue creazioni sono diventate presto orecchini, lampade, mazzi di fiori, ciondoli, decorazioni natalizie e perfino laboratori per bambini, i quali rimangono «affascinati dalla magia di vedere prima un semplice foglio di carta e poi una qualsiasi figura prendere corpo grazie alle proprie mani».

Con questi piccoli e fantasiosi maghi avviene «uno scambio reciproco» perché spesso loro riescono a «vedere cose che gli adulti non vedono», anticipando addirittura le pieghe che servono per finire le incantevoli sculture di carta. Lo scambio, d’altronde, per Valentina è essenziale.

Ed è per questo che utilizza i suoi canali social per mettere a disposizione degli altri utenti anche i suoi diagrammi, su cui ha studiato tanto e che oggi sono conosciuti in tutto il mondo: «Finora sono stata più che altro una Fiorella Mannoia degli origami, perché ho usato schemi tradizionali inventati da altri. Adesso sono una cantautrice perché sto iniziando a inventare schemi del tutto miei, come quello della rana “bufo bufo”».

Una soddisfazione doppia: quella che deriva dal piegare e vedere il prodotto finito, ma anche il sapere che la creatura venuta fuori è stata interamente pensata e progettata da lei nella sua casa garage. E non solo. Perché quando le scrivono dal Giappone per dirle che hanno utilizzato i suoi disegni, Valentina, nonostante in Giappone non ci sia mai stata, sente di andarci attraverso i suoi origami ed è una sensazione fortissima.

Come confida, «ovviamente tutto questo non ha un valore economico, ma è il senso di tutto, ha il significato di poter arrivare ovunque».

Se “l’essenziale è invisibile agli occhi”, per lei è davvero quel che conta per essere felice. D’altronde ha capito che quello che fa le dà gioia e che vuole finalmente dire, con orgoglio, che questo è il suo amato mestiere. Secondo un'antica leggenda giapponese «se si piegano un migliaio di gru di carta, tutto ciò che si desidera si avvererà».

Noi tifiamo per lei e speriamo che Valentina possa realizzare tutti i suoi sogni in cantiere, guardando sempre il mondo con gli occhi di una bambina curiosa in continuo divenire.
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