ITINERARI E LUOGHI
Unisce due borghi, puoi tuffarti nella natura: qual è il sentiero tra più belli in Sicilia
Ed è in mezzo a questi due punti di partenza e arrivo, o viceversa a secondo da dove si parta, che si trova la bellezza del percorso che li unisce tra boschi e pascoli

Il cammino dei Ventimiglia
Così si potrebbe sintetizzare uno dei sentieri più belli immersi nello scenario delle Madonie che unisce insieme borghi preziosi, boschi maestosi e panorami mozzafiato affacciato sul versante montano o sull’orizzonte marino della costa nord del Mediterraneo, che spunta azzurro dagli scorci man mano si incontrano salendo di quota.
L’estate in Sicilia è l’occasione per immergersi e tuffarsi in un mare non solo d’acqua ma di cultura e una natura brillante e rigogliosa che nel mese di giugno fa ancora mostra di toni di verde vivido, fioriture splendide e voli di farfalle leggiadre e meravigliose.
È un sentiero idealmente intitolato alla potente famiglia dei Ventimiglia, signori della contea e poi marchesato di Geraci sulle Madonie, arrivati tra XIII e XV secolo, di cui ancora oggi si ammira il patrimonio tra castelli e luoghi sacri che unisce il mito storico alla bellezza naturale.
Geraci Siculo e Castelbuono sono uniti da un filo conduttore che si snoda sul percorso montano dentro quello che fu parte di questo grande feudo, per essere stati i due centri nevralgici che in momenti diversi hanno rappresentato le capitali del vasto possedimento.
Il primo centro del feudo fu Geraci sul suo promontorio panoramico a 1000 mt, una roccaforte come testimoniano i ruderi di quello che era l’imponente castello affacciato sul mare e contemporaneamente sulle vette delle Madonie e ancora più in la verso i Nebrodi.
Un area ancora visitabile e carica del fascino che ispira con i resti delle possenti mura in pietra, il vasto perimetro che si può intuire passeggiando sulla rocca sul quale l’edificio fu costruito per dominare e difendere l’abitato.
Non a caso l’affaccio del "salto dei Ventimiglia" è sospeso sul vuoto del dirupo dal quale la leggenda vuole che Francesco I Ventimiglia conte di Geraci nel 1337 inseguito dalle truppe di Pietro II d’Aragona, si lanciasse in sella al suo – ignaro - cavallo per sfuggire alla cattura del nemico.
Un borgo circoscritto sulla sua rupe delizioso che proprio tra la primavera e l’estate si tinge di bellissimi scorci, vicoli e cortili fioriti che colorano le antiche pietre di questo abitato.
Successivamente Castelbuono nel 1419 ne prese il posto sostituendo il precedente borgo anche per motivi logistici dovuti alla posizione, passando da una zona di montagna ed una di collina, in seno ad una vallata che la copriva dal clima rigido invernale e diventando la nuova dimora del casato Ventimiglia, che eressero un altro castello tutt’oggi visitabile che domina il paese famoso per essere uno dei centri culturali e gastronomici più attivi in Sicilia.
Un centro urbanisticamente più esteso rispetto ad altri borghi ed alla stessa Geraci, che mantiene comunque l’atmosfera medievale d’epoca, dove si intrecciano vicoli e vie da cui spuntano fontane, cortili Chiese, scorci e luoghi davvero suggestivi.
Ed è in mezzo a questi due punti di partenza e arrivo, o viceversa a secondo da dove si parta, che si trova la bellezza naturale del percorso che li unisce tra boschi e pascoli, attraversando alcuni tra i più belli scorci naturalistici dento i quali ci si immerge avvolti da sentori di muschio e i profumi umidi del sottobosco, immersi nell’atmosfera spirituale dell’habitat e in quella devota della fede, visto che dentro il viaggio si toccano due luoghi sacri circondati dal paesaggio.
Eremi religiosi davanti ai quali si sono inginocchiati pellegrini e fedeli: la chiesa di Santa Maria della Cava immersa all’interno del bosco e a ridosso del profondo vallone detto proprio dell’Annunziata, e la chiesa dedicata ai santi Cosma e Damiano, detta di San Cosimano, che conserva il portale in stile gotico eretta su un piccolo pianoro immerso nel silenzio esposto sul panorama a nord.
Non mancano anche qui leggende a fare da sfondo: se a Geraci abbiamo incontrato quella del nobile suicida a Santa Maria della Cava troviamo quella secondo cui la tela dell’Annunciazione portata in processione a Geraci fece il miracolo di sconfiggere l’epidemia del colera.
Tra salite e discese e sentieri a tratti in pietra e altri più erbosi il percorso è compreso tra le altezze dei due borghi, 400 e 1200, impegnativo per chi non è un abituale camminatore, ma di grande effetto emozionale per chi vuole vivere una esperienza dentro cui farsi avvolgere e coinvolgere nella eco di tempi epici.
Un curiosità su come finì il regno dei Ventimiglia: si concluse dopo ben otto secoli di potere in alterne vicende con l'abolizione del feudalesimo nel 1812 come previsto dalla Costituzione siciliana che annullava tutti feudi e quindi anche il marchesato di Geraci il cui territorio verrà diviso tra i distretti di Termini, Cefalù e Mistretta.
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