Verso il conclave nel segno di Francesco: dopo i viaggi in Sicilia non si torna indietro
Con Lui la Chiesa è diventata un “Ospedale da campo durante una guerra”. Seguito dal messinese Antonio Spadaro, gesuita e suo "Intellettuale di riferimento”

Papa Francesco (foto da Arcidiocesi di Palermo)
Non tutto quello che si era prefisso ha realizzato, si potrebbe pensare che “mancò la connessione del particolare con l’universale “o più semplicemente il mondo e la Chiesa non erano pronti.
Certo il suo Pontificato è arrivato nel mezzo di una tempesta di coscienze e di eventi, portando un messaggio che andava ben al di là delle intenzioni di un Conclave che non si sarebbe mai aspettato di dover fronteggiare uno scisma interno tra riformisti e conservatori.
Idee difficili travolte da eventi inimmaginabili.
Iniziando con la difficile coabitazione con un altro Papa, durata ben 9 anni, che pur rinunciando al “Munus Petrino”, l’esercizio del Pontificato, e giurando fedeltà a Bergoglio, influenzò non poco una parte della chiesa ostile a Francesco e che volle essere chiamato Papa Emerito.
Ratzinger, anziano e malato, non riuscì a risolvere i problemi della Chiesa gravata dalla pedofilia, a dai problemi finanziari, preferendo ritirarsi lasciando ad un altro la risoluzione delle crisi.
Il “folle di Dio" Francesco fu apparentemente meno avvezzo alle sottigliezze teologiche e più vicino a problemi reali ha affrontato la pedofilia, la riforma dello IOR e ha introdotto un Nuovo Codice Penale “riforme” che gli hanno procurato diversi nemici.
Con Lui la Chiesa è diventata un “Ospedale da campo durante una guerra” dove agire. Il messinese Padre Antonio Spadaro, anche lui Gesuita, considerato “l’Intellettuale di riferimento del Papa”, durante un colloquio con uno scrittore spagnolo che osservava come il Papa parlasse poco di Dio, rispose che i mezzi di comunicazione si concentrano sulle sue attività piuttosto che sul Messaggio, ignorando quanta Teologia c’è dietro ogni azione.
Un Papa diverso che dovette affrontare anche l’incredibile Pandemia, un flagello che ci ha fatto precipitare nel Medio Evo, dove prese una decisione coraggiosa: considerare i Vaccini un atto d’amore.
La scienza affiancata alla fede. Lui era un tecnico-chimico aveva lavorato in un laboratorio d’analisi prima del sacerdozio.
Per il Covid si era recato a Santa Maria Maggiore, chiedendo un miracolo. Struggente quella pioggia battente, la Reliquia alzata per benedire i 4 punti cardinali, quella passeggiata per una via del Corso deserta, ultimo uomo di una umanità che sembrava perduta.
E dal Covid ai tanti conflitti che lui chiamava "Guerra mondiale a Pezzi", ai mutati aspetti sociali e politici.
26° Papa della Chiesa Cattolica nato nel 1936, Gesuita, ordine con il quale ebbe per 20 anni dei contrasti, se n’è andato il giorno dell’Angelo del 2025, Vescovo della città eterna che proprio il 21 celebra il suo Natale.
Nato a Barrio di Flores da emigranti piemontesi che alla fine degli anni 20 si trasferirono in Argentina, Jorge cresce in una famiglia Italiana, e quel suo essere Italo-argentino sarà la cifra del suo carattere, del suo afflato verso i migranti.
La sua missione è stata definita un poliedro, con tante facce non una sfera nella quale per secoli si è riflesso il potere della Chiesa, una chiesa orizzontale e non verticale, avverso a quelli che chiamava i “Chierici del potere” come disse al Patriarca di Mosca.
Durante il Pontificato ha viaggiato per “le periferie del mondo”, 47 viaggi apostolici tra Africa, Oceania e Asia. La sua Prima missione Pastorale in Sicilia nel 2013.
A Lampedusa L’8 luglio, al suo arrivo al porto, una barca aveva issato un lenzuolo come vela con la scritta, "tu solo puoi salvarci". Una corona di fiori gettata in mare, il suo accorato discorso per piegare l’egoismo all’accoglienza, inascoltato nel più grande cimitero a cielo aperto, il Mar Mediterraneo.
Disse che orami si poteva parlare della “Globalizzazione della Indifferenza” con “Bolle di sapone che saranno anche belle ma che non contengono nulla”.
Tornerà in Sicilia a Piazza Armerina e a Palermo a settembre 2018; andrà a trovare Fratel Biagio, alla Missione. Al Foro Italico ribadirà la scomunica ai mafiosi, ricordando il Beato Padre Puglisi ucciso da Cosa Nostra 25 anni prima.
“Non abbiamo bisogno di uomini e donne d’onore, ma d’amore e servizio, non sopraffazione ma camminare insieme. Ai mafiosi dico cambiate fratelli e sorelle, il Sudario non ha tasche”.
E alla Missione di Biagio Il Palermo Calcio destinerà i 600 pranzi previsti per la partita sospesa durante il lutto osservato per la sua morte.
A favore degli ultimi, metterà a disposizione un palazzo con vista sul colonnato di San Pietro, ai barboni che dormivano e morivano tra le colonne.
Tanti appelli come quelli per la Casa Comune, per un ruolo più attivo delle donne, accoglienza agli omosessuali e ai divorziati. È stato un Papa senza babbucce di raso ma con scarpe comode per camminare in mezzo la gente.
La nuda terra è dove riposa, nel luogo dove tornava dopo ogni viaggio, ringraziando e affidandosi alla tenerezza della Madonna “non so cosa ci sarà dopo, so però che lei mi accompagnerà”.
Lampedusa come Alfa e la visita ai Carcerati di Regina Coeli come Omega, ad un giornalista dirà dal finestrino con un filo di voce “perché loro e non io”. gli Ultimi che aprono e chiudono questo magistero.
Resurrezione e Morte, che fanno una Storia probabilmente irrepetibile. È tempo di Conclave, una folla di Cardinali venuti da ovunque, all'“Extra Omnes” fuori tutti, saranno chiusi a chiave sotto il Giudizio Universale di Michelangelo, qui decideranno Il successore.
Sarà probabilmente un pacificatore, un Papa che dovrà trovare il giusto equilibrio, forse non avrà la tempra, la forza e l’immaginazione, corroborati dal discernimento gesuitico di Bergoglio, ma confidiamo che segua il suo messaggio, noi non lo dimenticheremo, e non si torna indietro.
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