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Nuovo cinema multisala a Palermo: i pro e contro

Dopo lo stop dei lavori per la costruzione di un nuovo multisala al posto dello stabilimento Coca Cola, ci domandiamo cosa è bene e cosa è male

  • 4 febbraio 2013

Un cinema multisala al posto dell’ex stabilimento della Coca Cola, a Partanna. Un impianto con undici sale, ristoranti e negozi. Cosa ne pensano i palermitani? I lavori per la sua realizzazione al momento sono stati sospesi dal Comune a causa della protesta di alcuni proprietari di sale cinematografiche minori ma soprattutto a causa di alcune discrepanze tra il progetto approvato e quello in corso di realizzazione e una serie di varianti applicate in corso d'opera.

Ma facciamo un passo oltre: quali sarebbero i lati positivi? E quali i negativi? Di lati positivi ce ne sarebbero molti. Avremmo undici sale, dunque più film. Di conseguenza più offerta. Più cultura. Più eventi. All’interno della struttura ci sarebbero ristoranti e negozi, dunque posti di lavoro e possibilità aumentare i consumi. Il multisala potrebbe diventare un luogo di incontro, un polo attrattivo per molti palermitani, un centro culturale e di aggregazione di varie tipologie di pubblico. Il lato negativo sarebbe riscontrabile nel flop dei piccoli esercenti.

Palermo ha bisogno di stimoli e di rinnovamento e, per evitare la drastica scomparsa delle vecchie sale, gli stessi gestori potrebbero tentare di ripensare la propria attività. Adattarsi al rinnovamento e costituire un’identità forte all’interno del proprio esercizio commerciale, promuovendo per esempio visioni in lingua originale, come suggerisce l'attore Paolo Briguglia a La Repubblica Palermo, potrebbe essere un primo passo per la differenziazione e la qualità dell’offerta.

Applicare una riduzione significativa al prezzo del biglietto, un giorno a settimana, come succede in altre città d’Italia, potrebbe essere un’altra strategia per non chiudere bottega. Si potrebbero organizzare rassegne, organizzare eventi e incontri di varia natura e avvalersi di convenzioni con le scuole. Solidali alle obiezioni dei piccoli esercenti, sono invece i registi Franco Maresco e Pasquale Scimeca, ancorati al cinema delle "vecchie sale", inteso come concetto culturale più che come commercializzazione di un prodotto.

Ma i palermitani hanno voglia di aggregarsi, parlare, confrontarsi. Hanno bisogno di più offerta, e hanno bisogno di stimoli dall’alto contenuto qualitativo. Lo dimostra, ad esempio, il successo del cinema comunale De Seta, ai Cantieri culturali alla Zisa. Lo dimostra anche l’occupazione del Teatro Garibaldi e il fermento culturale che si è sviluppato al suo interno. In tutte le grandi città d’Italia esistono i cinema multisala. Il cinema, come spiega Roberta Torre, non può rimanere un lusso di esteti e cinefili ma deve rinnovarsi e adattarsi alle esigenze di un pubblico il più possibile differenziato.

E voi, che ne pensate?

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