ARTE E ARCHITETTURA
Aldo Pecoraino in mostra allo Spazio Parallelo
La personale di Aldo Pecoraino è una buona occasione per rivedere le opere del maestro, che raramente si concede a mostre o esposizioni pubbliche
Gli alberi, le barche in secca, i paesaggi, i cieli densi di nuvole bianche e i boschi anneriti dal fuoco, gli alberi in fiamme che ricordano ed esorcizzano l'esperienza dell'incendio della campagna di Gibilmanna. L'artista Aldo Pecoraino propone i suoi lavori allo Spazio Parallelo di Fabio Lupo (via della Libertà 34, Palermo), fino al 31 dicembre, dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 20; sabato dalle 10.30 alle 13 e dalle 17 alle 20 (ingresso libero).
Classe 1927, Aldo Pecoraino è un pittore da sempre appartato, isolato, quasi stilita nel mezzo delle babeli d'ogni epoca, degli accesi conflitti degli ismi più imperiosi o più opportunistici. Non ha fatto che praticare, sperimentare, ricercare il linguaggio della pittura. Una ricerca che, in ogni arte, richiede impegno incessante, totale; una ricerca che può portare a vere, nuove scoperte, a risultati sempre più alti. Risultati in una curva ascendente che s'interrompe con la vita dell'artista, come scrisse Vincenzo Consolo, nel suo scritto introduttivo alla Mostra Antologica della Civica Galleria di Arte Moderna di Palermo nel lontano 1989. Con identica ostinazione, l'artista, raramente si concede a mostre o esposizioni pubbliche. Sciascia lo definì un Signore che a Palermo vive una sua vita trasognata e crucciata. Questa mostra è, dunque, una buona occasione per rivedere le sue opere.
Classe 1927, Aldo Pecoraino è un pittore da sempre appartato, isolato, quasi stilita nel mezzo delle babeli d'ogni epoca, degli accesi conflitti degli ismi più imperiosi o più opportunistici. Non ha fatto che praticare, sperimentare, ricercare il linguaggio della pittura. Una ricerca che, in ogni arte, richiede impegno incessante, totale; una ricerca che può portare a vere, nuove scoperte, a risultati sempre più alti. Risultati in una curva ascendente che s'interrompe con la vita dell'artista, come scrisse Vincenzo Consolo, nel suo scritto introduttivo alla Mostra Antologica della Civica Galleria di Arte Moderna di Palermo nel lontano 1989. Con identica ostinazione, l'artista, raramente si concede a mostre o esposizioni pubbliche. Sciascia lo definì un Signore che a Palermo vive una sua vita trasognata e crucciata. Questa mostra è, dunque, una buona occasione per rivedere le sue opere.
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