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Park(ing) Day, esperimento "green" a Palermo

Un evento internazionale in cui un parcheggio si trasforma in un parco "ad ore". Semplici le regole: utilizzare i posti auto a pagamento e riempirli di verde

Balarm
La redazione
  • 22 settembre 2012

Sguardi increduli, sorrisi divertiti, e soprattutto molta curiosità: è così che i palermitani di passaggio lungo il marciapiede di via Libertà hanno accolto il primo esperimento di Parking Day lanciato dall’associazione Officina Urbana. E del resto non poteva certo passare inosservato, in pieno centro e in orario di punta di una città caotica come Palermo, un posto auto così bizzarro. Per realizzarlo non c’è voluto molto: è bastato acquistare regolarmente i tagliandi orari per il parcheggio. E poi, invece che un’auto, piazzare lì quello che di norma si è abituati a mettere nella terrazza di casa: un tappeto d’erba sintetica, un paio di chaise longue con tanto di cuscini, un tavolinetto e tanti giochi di società per bimbi e per adulti. Eccolo qui, arredato di tutto punto, il primo posto auto della città trasformato in vero e proprio “spazio pubblico”. Pubblico a tutti gli effetti, perché aperto a chiunque: e infatti in tanti si sono fermati, per curiosare certo, ma anche per concedersi qualche minuto di relax, sfogliando un giornale o scambiando due mosse di scacchi con un avversario di passaggio.

Un modo insolito di vivere lo spazio pubblico, se non altro a Palermo. Che però con il Parking Day di oggi, il primo della sua storia, accorcia un po’ le distanze dalle grandi metropoli internazionali in cui invece questa iniziativa viene proposta spesso e con successo. Da Los Angeles, dove è stata ideata nel 2005, fino alle principali capitali mondiali dove ogni anno artisti, designe e semplici cittadini si divertono a trasformare anonimi parcheggi a pagamento in micro-parchi a tempo. “L’obiettivo - spiegano gli organizzatori - è quello di promuovere il concetto di vivibilità urbana anche attraverso la ricerca di nuove forme architettoniche e di una migliore qualità della vita sociale dei cittadini". Un modo nuovo di vivere e condividere la città, insomma, anche tra un parcheggio e l’altro. Senza smog, certo, sarebbe anche meglio, ma tocca accontentarsi.

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