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"Primo": riflessioni su un Capodanno mancato

Riflessioni sul caso: il locale preso d'assalto da migliaia per trascorrere un San Silvestro "glamour", che l'hanno invece trascorso sul marciapiede di via Cavour

  • 3 gennaio 2012

Da due giorni ormai tiene banco nelle piazze telematiche, e non solo, palermitane, la vicenda dello sfortunato Capodanno al Primo, il locale (accanto La Feltrinelli) preso d'assalto da migliaia di ragazzi desiderosi di trascorrere una notte di San Silvestro "glamour" (che inaugurava proprio la sera del 31 dicembre), e costretti invece a passarlo sul marciapiede di via Cavour. A dire il vero, ancora adesso, la questione appare tutt'altro che chiara. Per questo, forse, la cosa migliore da fare è limitarsi ad osservare i dati certi, per provare a trarne poi qualche piccola riflessione.

Primo dato certo: innanzitutto il malcontento dei giovani. Un gruppo che in poche ore ha già raggiunto quasi 1.200 iscritti, è stato creato su Facebook con l'intento di dar vita ad una class action per ottenere il rimborso del biglietto. Riflessione: Condivisibile lo spirito d'aggregazione dei giovani consumatori, evidentemente lesi da un disservizio; ma è certamente da condannare, con forza, le espressioni violente, spesso infarcite di insulti gratuiti, nei confronti degli organizzatori, senza avere ancora in mano una concreta attribuzione di responsabilità.

Secondo elemento certo: le immagini di quella serata, con i lampeggianti della polizia e delle ambulanze che arrivano di fronte al locale in soccorso dei malcapitati. Riflessione: si continua a sentire l'espressione "tragedia mancata"; ma a questo punto, una volta metabolizzato il fatto che, appunto, la tragedia è mancata, converrebbe concentrarsi probabilmente sull'insegnamento che ragazzi e organizzatori potrebbero trarre da questa storia. I primi a diffidare un po' di più da quanti, troppo facilmente, promettono opinabili divertimenti; i secondi a tenere un maggior occhio di riguardo nei confronti di chi si assume l'impegno di mantenere ordine e sicurezza in eventi simili.

Terzo, ed ultimo, elemento: la replica degli organizzatori della serata, che con un comunicato si difendono spiegando che il numero dei biglietti è schizzato alle stelle a causa "dell'inciviltà e della disonestà" di concittadini che hanno pensato bene di stampare biglietti falsi". Riflessione: in questo quadro di accuse, smentite, e denunce, che contribuiscono a rendere i contorni dell'intera questione tutt'altro che chiari, spetterà alle indagini delle forze dell'ordine fare luce. Per il momento, per evitare ulteriori inasprimenti dei toni, forse è meglio tacere.

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