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A Palermo c'è il Baglio Scorzadenaro: dov'è la cinquecentesca "villa ru stigghiularu"

Una storia di abbandono e di recupero del gioiello palermitano e la messa in sicurezza voluta dal Comune oltre dieci anni fa, per poi tornare al degrado

Sara Abello
Giornalista
  • 15 maggio 2023

Baglio Scorzadenaro

Per alcuni di voi non si capisce cosa ci faccia lì in mezzo, altri quasi non se ne saranno accorti, la maggior parte la conosceranno come "la villa ru stigghiularu" perchè lì davanti vi sosta fisso ormai da tempo, più sempliemente è Baglio Scorzadenaro: il gioiello palermitano che non ti aspetti.

Sorge sulla circonvallazione di Palermo, in via Scorzadenaro, al fianco del carcere Pagliarelli, ed è una villa del tardo cinquecento che versa da tempo in condizioni di abbandono nonostante i numerosi appelli per la sua riqualificazione. «Un’apparizione surreale, una visione contrastante con tutto quel che c’è intorno.

Lo vedi, ma non ci arrivi mai. È come uno di quei miraggi all’orizzonte, circondato dal verde, senza indicazioni che lo segnalino. Eppure c’è» -.Così l’ha definito Concetta Amella, consigliere comunale M5S che da tempo si batte, insieme a Mirko Dentici della IV Circoscrizione, per sottrarre questo bene al degrado e restituirlo ai cittadini prima che si perda definitivamente, così come è successo per tanti altri antichi immobili palermitani dal dopoguerra a oggi.
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Una storia di abbandono, poi di recupero con la messa in sicurezza voluta dal Comune di Palermo oltre dieci anni fa, al fine di adeguare il palazzetto ai criteri di sicurezza antisismica, per poi tornare ad una pagina di degrado e di oblìo che si spera non sia definitiva.

Facciamo un momento un passo indietro sino alle sue origini. Fu tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600 che Palermo vide sorgere importanti interventi urbanistici nel corso dei quali, nelle aree periferiche, vennero re- alizzate sontuose residenze di campagna attorniate da grandi giardini, spesso coltivati.

Tra queste si colloca anche Baglio Scorzadenaro.

Tutta l’area fu ovviamente stravolta con la costruzione del carcere e il palazzetto nobiliare con il suo inconfondibile stile liberty, attribuitogli all’inizio del novecento, fu il solo a sopravvivere di tutto il complesso. In origine questo palazzetto era l’antica vaccheria, come deciso dagli ultimi proprietari privati, la famiglia Giuffrè, che utilizzò questa porzione di residenza per lo più a scopo di villeggiatura.

Nulla rimane di quell’epoca, nessun erede della famiglia nobiliare, a meno che approfitti di questa lettura per farsi avanti, e soprattutto nulla di ciò che vi sorgeva tutto intorno: un grande agglomerato agricolo alla fine della via Scorzadenaro, antica via legata al mercato di bestiame, chiamata così perché, pare, i compratori ingenui venissero fregati e quindi "scorzati" con cifre spropositate o con animali scadenti, e poi costruzioni settecentesche, inclusa una chiesetta dedicata a Sant’Anna.

Il palazzo si sviluppa su due piani ma rimane davvero poco degli antichi splendori.

Affreschi e greche liberty ormai rovinati e scritte incomprensibili proprio su pareti un tempo affrescate. La scala che dovrebbe collegare i due livelli è stata parzialmente eliminata per volere della prefettura così da disincentivare i tossicodipenden- ti che purtroppo per un certo periodo lì hanno bivaccato.

Finestre danneggiate o sigillate da mattoni e pannelli di legno, vetri sparsi. Questo è ciò che si trova oggi dentro ciò che resta del Baglio, ripiombato nell’indifferenza dopo quel primo intervento antisismico in seguito al quale è emerso che non vi fossero fondi sufficienti al completamento del ripristino.

Tanti i tira e molla degli ultimi anni che hanno visto la villa ad un passo dall’essere affidata ad enti privati e associazioni varie che però, una volta compreso lo stato di degrado del posto e la grandezza dell’investimento da effettuare per la sua messa a nuovo, si sono tirate comprensibilmente indietro.

«Essenziale sarebbe - ha sottolineato la Amella - individuare una destinazione consona alla storia di questo immobile, ovvero quella di spazio espositivo o da utilizzare per convegni. La presenza del tram che è desti- nato ad arrivare sin lì consentirà di inserire il Baglio in un contesto che contribuisca alla crescita culturale di una macro area periferica ma densamente abitata come quella di Pagliarelli-Villagrazia».

Bisogna quindi sottrarre il Baglio da quello che altrimenti sarebbe il suo triste destino di abbandono e decadimento. Nel frattempo purtroppo tutto versa in una fase di stallo, e a dirla tutta è così già da un sussegurisi di amministrazioni comunali. L’errore più grande e sotto gli occhi di tutti è che la circonvallazione sia stata progettata senza tener minimamente conto del Baglio.

A questo purtroppo è evidente che non si possa rimediare, si può però far in modo che finalmente, tutti quei progetti mai avviati per mancanza di fondi, inizino a prendere vita e a salvare, finchè si è ancora in tempo, quello che viene ancora oggi e nonostante tutto definito un gioiellino.
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