CULTURA

HomeNewsCultura

A Palermo i Cappuccini sono a tre euro: non al bar, alle catacombe più ricche d'Europa

Tra migliaia di mummie, storia e leggende anche la minaccia di umidità e infiltrazioni: per sistemare le cose basterebbe aumentare il (super low cost) biglietto d'ingresso

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 5 settembre 2018

Alcune delle mummie conservate ai Cappuccini (Palermo)

Sono tornato a visitare le catacombe dei Cappuccini (vuoi saperne di più? Guarda il video) di via dei Cipressi dopo almeno 15 anni e l’ho fatto con uno dei maggiori studiosi del tema, l’amico antropologo Dario Piombino Mascali (docente di antropologia forense tra Vilnius e Messina e conservatore scientifico delle mummie dei Cappuccini).

Un viaggio spirituale che lascia ogni giorno senza fiato migliaia di turisti e visitatori, ignari del fatto di essere entrati nelle viscere della terra per visionare il più prestigioso sito catacombale d’Europa in cui con le migliaia di corpi mummificati, si gioca ad esser primi sul podio sgomitando solo con le mummie egiziane del Cairo.

In questo luogo ipogeo costituito da una rete di corridoi voltati sulle cui pareti ritmate da nicchie vengono sistemate e appese le mummie tra barocco e neoclassicismo, risiedono ovviamente i frati, il più anziano è coevo di Caravaggio, viaggiatori del grand tour, avvocati e medici illustri, ci stanno soldati siciliani e borbonici.
Adv
C’è un architetto che a quanto pare lavorò alla costruzione del sito, ci sono donne, uomini e bambini, c’è un gigante, Batolomeo Megna si chiama e resta tra gli appesi con un saio blu scuro o così sembra tra la rara luce fioca che passa dalle alte finestrelle e c’è la piccola Rosalia Lombardo (si è famosa, ecco dove ne hai sentito parlare) morta il 6 Dicembre del 1920 e resa immortale dalla formula chimica- magica del Salafia e più recentemente dalle cure della camera di protezione studiata e voluta dal professore Piombino Mascali che ha bloccato i processi di ossidazione e ripulito la patina da microrganismi e polveri, salvaguardando la piccola mummia palermitana.

Fin qui, tra la maleducazione di turisti che in barba alle restrizioni tentano venendo richiamati di continuo bizzarri selfie con le mummie e la passione di uno studioso per uno dei presidi più importanti della cristianità post mortem, ponte viscerale tra il livello delle preghiere di suffragio dei viventi ed il purgatorio dantesco dove le anime attendono di vedere la luce nel riscatto di buone azioni alle preghiere ricevute, tutto potrebbe sembrare di normale, normalissima amministrazione ma così non è!

Se una cosa è infatti pressoché immutata nella mia personale memoria di curioso degli stessi luoghi atraversati nel tempo, questa cosa è proprio il degrado delle pareti e delle volte che custodiscono i delicati testimoni di questo racconto di dialogo speciale con la morte.

Non è quel "pittoresco" voluto per creare un strano macabro pathos di passaggio, non è una volontà progettuale di allestimento ma è sostanza stessa di un modus operandi che non brilla certo per vision né per lungimiranza.

Umidità di risalita ed infiltrazioni alterano l’equilibrio bio-climatico dei corridoi alimentando infatti l’habitat per insetti e microrganismi, funghi e batteri che di certo non fanno bene tanto alle mummie e lasciano pur sempre qualche dubbio persino per certe categorie di visitatori già provati da patologie magari di tipo respiratorio.

Per ovviare a questa carenza climatica e consentire la piena trasmissione delle "mummie" nel tempo, l’intero impianto dovrebbe essere climatizzato attraverso uno specifico progetto impiantistico alla stregua di quello esistente a Padova per la Cappella degli Scrovegni e a Milano per l’ultima cena leonerdesca.

Ma per questa operazione ci vogliono i piccioli! Tanti? Assolutamente no! Basterebbe allora raddoppiare il biglietto-offerta per i turisti e lasciarlo tale come cifra per i residenti e basterebbe un solo anno per racimolare attraverso i soli proventi degli ingressi, la cifra necessaria per progettisti e progetto impiantistico, magari sotto la direzione dell’università.

Una volta sistemato a dovere l’asset bio-climatico, le mummie potrebbero essere ripulite definitivamente nella loro patina alterata e il sito reso sicuramente più salubre e sinonimo di eccellenza culturale ragionata.

Paghereste 6 euro un biglietto per vedere un sito incredibile (se vuoi andarci ecco le indicazioni) sapendo che con il vostro contributo state partecipando a salvare dall’oblio del tempo persone e personaggi che non vollero arrendersi alla morte ma dialogare con i vivi per tramandare il bisogno spirituale del sacrificio?

Io credo di si: mille visitatori al giorno diventano così 6mila euro al giorno. 36mila euro a settimana. 144mila euro al mese.

Non lo scrivo nemmeno quanti sono in un anno! E se scoprissimo che i turisti giornalieri non fossero mille ma duemila?

Disse un genio nella notte più buia: "Si - può - fareee!". Non arrendiamoci a questo inverno della cultura, proteggiamola invece, progettiamola! Salviamo le mummie dei Cappuccini, non possiamo perdere altro tempo.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI