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C’è una Sicilia defilata, solitaria e difficile: come esplorare il lato nascosto dell’Isola

Nell'entroterra siciliano ci si va di proposito, non ci si arriva per caso. Ora c'è chi vuole valorizzare 12 paesi delle Madonie, da Sclafani Bagni e Polizzi Generosa fino ad Alia

Esiste una Sicilia lontana dai circuiti turistici, aspra e spesso solitaria, poco popolata. Una terra spesso difficile, perché montuosa, lontana dai centri principali e perlopiù servita da infrastrutture con ampi margini di miglioramento.

Nell'entroterra siciliano ci devi andare di proposito, non ci passi per caso. È proprio una di queste zone che il progetto The Heart of Sicily intende valorizzare, quella delle Madonie occidentali che si distende fra dodici paesi, dalla piccolissima Sclafani Bagni e Polizzi Generosa, da Valledolmo ad Alia.

Facendola conoscere, raccontandola e mostrando le sue ricchezze e potenzialità. La capofila del progetto The Heart of Sicily è Fabrizia Lanza, da anni alla guida della scuola di cucina di Regaleali iniziata da sua madre, Anna Tasca Lanza.
«Il nome non è casuale – spiega – perché siamo proprio nel cuore della Sicilia, la zona più interna e lontana dalle coste. Vogliamo contagiare i visitatori con il nostro amore per questo lato nascosto dell’Isola, renderli parte del luogo, abitanti delle Madonie per più giorni».
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Per farlo, sono stati messi a punto e resi disponibili itinerari di visita ed esperienze che consentono di conoscere da insider la Sicilia più autentica e di incontrare, con i protagonisti del luogo, la natura, le tradizioni e la cultura.

I viaggiatori potranno vivere una vacanza lontana dal consueto e al tempo stesso contribuiranno a sostenere la vita nei borghi delle aree interne, le comunità locali e i saperi agricoli, gastronomici e artigiani che queste custodiscono.

Un'iniziativa win win, insomma, perfetto esempio di economia circolare. Si potrà apprendere ad esempio come si fa la ricotta e come si riconoscono le erbe spontanee nei boschi, partecipare a laboratori di cosmesi naturale o raccogliere le olive. Ma anche passeggiare nei boschi, rilassarsi con yoga e pasti detox lontano dalla frenesia del quotidiano cittadino, imparare l'arte della trasformazione di frutta, ortaggi e legumi.

Gli itinerari sono dodici, e sono stati studiati dagli ideatori del progetto, un gruppo di sei amici – host, guide e agricoltori – che vivono e lavorano nell’area delle Madonie. Come Calogero Vallone, tecnicamente guida escursionistica, ma di fatto uomo multitasking con un particolare amore per piante e fiori che raccoglie nei boschi per trasformarli in liquori e unguenti.

E come Roberta Billitteri, madonita d'adozione, appassionata paladina delle colture tradizionali madonite e fautrice di una filosofia olistica del luogo che la spinge da sempre a ricercare ogni possibile contatto e armonia fra cultura e natura, popolazione e territorio. Intorno a loro si muove un microcosmo di pastori, contadini e artigiani, e si scoprono deliziose strutture ricettive che già di per sé valgono il viaggio, per la possibilità che offrono di soggiornare in tutta tranquillità in cornici curate e accoglienti.

Se vi siete incuriositi, basta andare sul sito, dal quale è possibile prenotare direttamente l'esperienza che si preferisce. L'iniziativa, che è sostenuta dal Gal Madonie, è stata premiata dalla Rete Rurale del MIPAAF come "eccellenza italiana di turismo rurale sostenibile, accessibile e innovativo".
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